Snam porta investimenti al 2026 a 10 mld per sicurezza energetica, Ebitda +7% annuo

Reuters

Pubblicato 19.01.2023 08:54

MILANO (Reuters) - Snam (BIT:SRG) alza gli investimenti totali nel periodo 2022-2026 a 10 miliardi di euro, in crescita del 23% rispetto al piano al 2025 (8,1 miliardi di euro), principalmente per la messa in esercizio dei due rigassificatori galleggianti, la realizzazione della Linea Adriatica e il rinnovo e lo sviluppo dello stoccaggio.

Secondo quanto riporta un comunicato della società proprietaria della gran parte dei gasdotti italiani, che oggi presenta il piano alla comunità finanziaria milanese, l'Ebitda è visto salire in media del 7% medio l'anno nel periodo 2022-2026 (4,5% nel precedente piano) per effetto degli investimenti del periodo, delle componenti regolatorie e del contributo dei business della transizione energetica.

A fine piano l'Ebitda di gruppo è atteso a circa 2,85 miliardi.

L'utile netto è atteso in crescita di circa il 3% medio annuo nel periodo 2022-2026, pur a fronte dell’aumento dei tassi di interesse, sottolinea la nota.

Rispetto alla guidance sull’utile netto 2022, pari ad almeno 1,13 miliardi, la proiezione a fine 2026 è di 1,27 miliardi, si legge nella nota.

Quanto alla distribuzione del dividendo, è stata estesa anche al 2026 la crescita minima del 2,5% prevista per gli anni precedenti, sale del 5% per azione relativamente al bilancio 2022.

"Nell'arco di piano 2022-2026 aumenteremo gli investimenti in maniera significativa rispetto al passato, al fine di rafforzare le nostre infrastrutture e contribuire alla maggiore sicurezza energetica del Paese per i prossimi anni e per l’orizzonte più lontano", ha così commentato, l'AD Stefano Venier, al suo primo piano industriale.

Andando nel dettaglio degli investimenti, di questi 9 miliardi di euro sono destinati all'infrastruttura del gas. In particolare, 6,3 miliardi andranno sul trasporto (rispetto a 5,4 miliardi del precedente piano), compresi gli investimenti relativi al potenziamento della Linea Adriatica e l'applicazione della nuova metodologia per la valutazione dello stato di salute degli asset per le sostituzioni di rete; 1,3 miliardi per l’ampliamento e il rinnovo dei siti di stoccaggio (rispetto a 1,2 miliardi del precedente piano) e 1,4 miliardi destinati al GNL, con un significativo aumento riconducibile all’acquisto dei due rigassificatori galleggianti e ai relativi investimenti infrastrutturali.

Infine, gli investimenti nei business della transizione energetica ammontano a 1 miliardo.