Tesla, il rally non basta: resta fuori dallo S&P 500

Investing.com

Pubblicato 07.09.2020 10:40

Di Mauro Speranza

Investing.com – Lo spettacolare rally di Tesla (NASDAQ:TSLA) (+400% solo nel 2020) a Wall Street non è bastato alla casa automobilistica di Elon Musk per tagliare il traguardo dell’entrata nello S&P 500, almeno per ora.

La notizia ha fatto scendere il titolo nell’afterhours, segnando un calo del 6%, mentre oggi il mercato USA sarà chiuso per festività.

L’entrata di Tesla nell’indice sembrava cosa fatta dopo i dati relativi al secondo trimestre della società, chiuso di nuovo in positivo, rassicurando sulla crescita industriale della casa automobilistica.

Un portavoce della S&P Dow Jones Indices ha dichiarato a Bloomberg che le revisioni del paniere non sono sempre trimestrali, mentre ulteriori decisioni possono essere prese in qualsiasi momento, aprendo la possibilità di un’entrata di Tesla in futuro.

Il possibile ingresso nello S&P 500 era tra le cause del rally di Tesla a Now York, in quanto avrebbe allargato la base degli investitori, in particolare dei fondi che replicano in modo passivo gli indici e pertanto investono sui titoli a essi collegati.

h2 I problemi dell’ingresso di Tesla nello S&P 500/h2

Un’eventuale entrata di Tesla potrebbe provocare problemi allo S&P 500 a causa della capitalizzazione della società, attualmente intorno ai 417 miliardi di dollari.

Secondo Nicholas Colas, co-fondatore di DataTrek Research Nicholas Colas tale entità di capitalizzazione porterebbe una volatilità indesiderata, in quanto Tesla avrebbe immediatamente una ponderazione di circa l’1,5% nell’S&P 500, concentrando ulteriormente la ponderazione dell’indice su una manciata di nomi tech. Volatilità confermata dall’andamento delle azioni Tesla nell’ultimo anno, risultata maggiore di qualsiasi altro titolo a grande capitalizzazione dell’S&P 500 con le ponderazioni maggiori.

“Ciò renderebbe il 500 più volatile nel tempo, soprattutto se/quando le preoccupazioni per una bolla sul titolo si rivelassero vere”, ha affermato Colas, aggiungendo che “Tesla è a malapena redditizia e il suo profitto proviene dalla vendita di crediti governativi piuttosto che dal margine operativo della fabbrica”.

Il secondo problema evidenziato dall’esperto riguarda l’iper-ponderazione dei titoli in alcuni settori, in quanto Tesla “Tesla verrebbe quasi certamente aggiunta al settore degli industriali, rappresentando presumibilmente una ponderazione iniziale di circa il 20% del settore”.

Come conseguenza, cinque diversi settori potrebbero potenzialmente avere un unico titolo al loro interno con una ponderazione superiore al 20%:

Tesla: 20% degli industriali

Apple (NASDAQ:AAPL), 0,07%: 25% dei tecnologici

Amazon.com (NASDAQ:AMZN), -2.18%: 25% dei beni voluttuari

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Chevron Corp (NYSE:CVX) -0.40%: 23% degli energetici

Facebook (NASDAQ:FB), -2.88%: 24% dei servizi di comunicazione.

“Includere Tesla nell’S&P 500 potrebbe rappresentare un problema per il comitato di selezione in termini di volatilità complessiva e di diversificazione dell’indice, oltre che di volatilità e di diversificazione dei singoli settori”, conclude Colas

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