Tim, definito perimetro potenziale separazione rete fissa da servizi

Reuters

Pubblicato 07.07.2022 16:14

di Elvira Pollina

ROMA (Reuters) - Telecom Italia (BIT:TLIT) (Tim) è pronta a separare gli asset della rete fissa nell'ambito di un piano di ristrutturazione che prevede almeno 9.000 esuberi entro il 2030 e che punta ridurre il pesante debito del gruppo.

Tim, erede dell'ex monopolista telefonico nazionale, ha un debito netto di 23 miliardi di euro e deve fare i conti con la contrazione dei ricavi in un mercato domestico fortemente competitivo.

Il piano strategico presentato oggi dal nuovo AD Pietro Labriola prevede lo scorporo della rete fissa nazionale e della controllata di cavi sottomarini Sparkle in una società separata chiamata NetCo, che si accollerà fino a circa 11 miliardi di euro del debito dell'azienda.

Il piano di Labriola, il quinto amministratore delegato di Tim in sei anni, prevede il taglio di almeno 9.000 posti di lavoro su un totale di 41.000 dipendenti.

Labriola ha precisato nella conference call con gli analisti che il taglio di personale si baserà su uno schema, già esistente, di prepensionamenti e che sono in corso discussioni con i sindacati.

Un elemento chiave della ristrutturazione è un possibile accordo per combinare NetCo con la rivale Open Fiber, controllata dallo Stato, il quale assumerebbe quindi, tramite Cdp, il controllo dell'entità combinata.

La combinazione con Open Fiber è l'opzione preferita solo se verrà realizzata a condizioni vantaggiose sia per gli azionisti che per i detentori di bond, si legge nelle slide della presentazione in cui si non escludono alternative come la vendita di quote di minoranza di NetCo.

Secondo Labriola, un deal con Open Fiber potrebbe essere raggiunto entro la fine di ottobre.

La valutazione di NetCo è un punto critico per il principale azionista di Tim, Vivendi (EPA:VIV), che sta spingendo affinché il gruppo italiano ottenga un prezzo superiore nelle trattative in corso per un potenziale accordo con Open Fiber.

RIDUZIONE DEL DEBITO

Telecom Italia conta anche su operazioni come la vendita di una quota di minoranza nella nuova divisione di servizi dedicata ai clienti Enterprise per ridurre l'indebitamento netto complessivo al di sotto di 5 miliardi di euro, rispetto al livello pro-forma di circa 20 miliardi visto nel primo trimestre.

Il titolo di Tim su Piazza Affari ha inizialmente reagito positivamente al piano, salvo azzerare i guadagni a fine mattina e poi tornare in leggero rialzo ne pomeriggio. Poco dopo le 16,00 il titolo segna un rialzo dello 0,6% circa a 0,255 euro, non lontano dai minimi storici di 0,22 euro toccati a marzo.

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Secondo Andrea De Vita, analista di Akros, i tagli ai posti di lavoro costeranno circa 2 miliardi di euro mentre nella presentazione sono mancate novità sul potenziale accordo con Open Fiber o sulla vendita di altre parti dell'azienda. Anche un trader cita l'assenza di "novità sostanziali".