TIM, si apre il fronte Vivendi-Cdp. Kkr conta su banche Usa

Investing.com

Pubblicato 06.12.2021 09:36

Aggiornato 06.12.2021 10:26

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Telecom Italia (MI:TLIT) apre la settimana in calo del 2,7% a 0,452 euro sugli sviluppi dell'offerta Kkr, dopo che in un'intervista rilasciata a La Repubblica il portavoce di Vivendi (PA:VIV) ha aperto ad un fronte parallelo con Cassa Depositi e Prestiti. 

"Puntiamo a riportare Tim in una traiettoria di crescita garantendo gli investimenti, i lavoratori e ponendo le condizioni per cogliere al meglio tutte le opportunità che si creeranno con il Pnrr", ha detto il portavoce al quotidiano, aggiungendo che il gruppo francese è interessato "a qualsiasi soluzione che promuova l'efficienza e la modernità infrastrutturale della rete, preservando il valore del proprio investimento". 

Vivendi, azionista di maggioranza con il 24%, avrebbe incontrato i vertici di Cdp (al 10% di TIM) già lo scorso mercoledì, in quanto non vuole concludere la campagna d'Italia in minusvalenza dopo i caos legali con Mediaset (MI:MFEM), e una cordata con lo Stato Italiano potrebbe essere una seria alternativa alla manifestazione d'interesse arrivata dal fondo Usa. 

"In questa prospettiva - ha sottolineato il portavoce - l'ipotesi di un controllo statale della rete, se fosse propedeutico ad un progetto strategico a guida istituzionale verrà certamente valutato con apertura".

Bollorè vs Niel

Sullo sfondo, c'è anche la sfida a distanza tra il presidente Bollorè e il fondatore di Iliad Xavier Niel il quale, essendo nel board di Kkr, potrebbe aumentare l'esposizione sul territorio italiano, potendo già contare su 8 milioni di clienti mobili. Motivo, questo, che potrebbe spingere Bollorè a dare un esempio pratico dell'unione tra Italia e Francia messa nero su bianco nel Patto del Quirinale, nonostante le differenze in patria con il presidente Macron. 

"Vivendi è un'azionista affidabile e di lungo termine foriero di un dialogo costruttivo volto a rafforzare Tim, con l'obiettivo italiano di lavorare a fianco delle istituzioni", ha spiegato in seguito il portavoce francese, facendo intendere alla possibilità di fusione tra Tim e Open Fiber.

"La priorità è che l'azienda torni a essere protagonista di sviluppo ed innovazione, puntiamo a riportare Tim su una traiettoria di crescita", ha rimarcato Vivendi, affermando che "bisogna coniugare la necessaria innovazione tecnologica del Paese con il rilancio di uno dei più rilevanti gruppi italiani" -

Kkr si muove con i colossi Usa

Intanto, come riportato su Investing la scorsa settimana, il fondo di private equity si sta muovendo con i mezzi pesanti. Nell'offerta arrivata sul tavolo di TIM, JPMorgan (NYSE:JPM) ha allegato una "highly confidential letter" nel quale ha messo nero su bianco l'impegno della banca d'affari a garantire il finanziamento dell'operazione, valutata con la parte di debito oltre i 30 miliardi. 

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A fare da spalla alla banca di Jamie Dimon, in questi giorni sono emersi altri colossi dell'investimento come Morgan Stanley (NYSE:MS) e Citigroup (NYSE:C), mentre il terzo fronte rappresentato dai i fondi di private equity CVC e Advent sarebbe affiancato da Nomura, banca giapponese che in Italia può contare su un senior advisor come Marco Patuano, ex Ceo di Telecom ed attualmente numero uno di A2A (MI:A2). 

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