Vivendi spinge per ruolo maggiore in Tim, mette in discussione AD - fonti

Reuters

Pubblicato 04.11.2021 10:44

Aggiornato 04.11.2021 18:27

di Elvira Pollina e Giuseppe Fonte

MILANO/ROMA (Reuters) -Vivendi spinge per un ruolo di rilievo in Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim), al punto di mettere in discussione la posizione dell'AD Luigi Gubitosi dopo i due profit warning lanciati dalla società nel giro di pochi mesi, secondo due fonti vicine al dossier.

Il gruppo francese, titolare di una partecipazione del 23,8% in Tim, vuole fare la sua parte nel rilancio del gruppo italiano valorizzandone anche la rete fissa, ma punta a mantenere un approccio cooperativo con il governo italiano, dicono le fonti.

Cassa Depositi e Prestiti (CDP), il braccio finanziario del Tesoro, è il secondo azionista di Tim con una quota del 9,8%, acquisita nel tempo proprio allo scopo di garantire un presidio sulla società, la cui rete è ritenuta strategica dal governo.

La prospettiva di operazioni straordinarie sulla rete ha spinto il titolo Tim in rialzo di quasi il 6% a Piazza Affari per poi chiudere a +4,5%.

La società in una nota si limita a dire che l'argomento non è stato oggetto di discussione in cda "né tantomeno sono state prese decisioni al riguardo", mentre Vivendi (PA:VIV) ribadisce il suo impegno a contribuire al successo di Tim in una prospettiva di lungo termine.

Nel precedente esecutivo a guida Giuseppe Conte, Tim aveva concordato con Cdp un piano sostenuto dal Tesoro per integrare la propria rete fissa di accesso con quella di Open Fiber, società di cui Cassa è in procinto di assumere il controllo.

Tuttavia, alcuni importanti ministri dell'attuale governo di Mario Draghi, tra i quali il titolare dell'Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, hanno pubblicamente preso le distanze dal progetto, che poneva le basi perché Tim avesse oltre il 50% del nuovo operatore.

Negli ultimi mesi, Gubitosi ha cercato di convincere Vivendi che l'unico modo di rilanciare il piano, superando le resistenze politiche e i problemi di natura antitrust, fosse acconsentire a che Cdp avesse il controllo del nuovo operatore, hanno detto le fonti.

Vivendi, in tandem con alcuni consiglieri di amministrazione, è riuscita la scorsa settimana a far convocare una riunione straordinaria del cda di Tim l'11 novembre, dopo aver espresso la sua insoddisfazione rispetto all'andamento della società.

All'inizio di quest'anno, Vivendi aveva appoggiato, insieme a Cdp, una lista di candidati proposta dal Cda uscente di Tim, confermando Gubitosi come AD e l'ex direttore generale della Banca d'Italia Salvatore Rossi come presidente.