Albania ospiterà massimo 3.000 migranti secondo accordo con Italia

Reuters

Pubblicato 08.11.2023 14:09

Aggiornato 08.11.2023 14:19

ROMA (Reuters) - I migranti ospitati in Albania non saranno più di 3.000 alla volta, secondo quanto emerso da documenti ufficiali relativi all'accordo che consentirà all'Italia di costruire due campi di accoglienza e detenzione per migranti in territorio albanese.

Il progetto italo-albanese è il primo esempio di accoglienza di migranti da parte di un Paese extracomunitario per conto di una nazione dell'Unione, i cui Paesi stanno tentando di mettere in campo iniziative per frenare l'immigrazione irregolare.

L'iniziativa ha attirato le critiche di Amnesty International e altri gruppi per i diritti umani.

"Le parti concordano che il numero totale di migranti presenti contemporaneamente nel territorio albanese ... non potrà essere superiore a 3.000", si legge in un protocollo italo-albanese, visto da Reuters e altri media.

La cifra si confronta con gli oltre 145.000 migranti arrivati via mare in Italia quest'anno, un forte aumento rispetto al 2022, cifra che il governo di Giorgia Meloni vuole contenere.

Lunedì, annunciando l'accordo, Meloni ha detto che fino a 36.000 migranti l'anno potrebbero passare attraverso i campi albanesi, ma l'obiettivo dipende da quanto rapidamente l'Italia riuscirà a esaminare le loro richieste di asilo.

Meloni ha detto che si punta a esaminare i casi entro 28 giorni ma gli esperti hanno sottolineato che, nonostante gli sforzi del governo per snellirle i tempi, questi sono spesso rallentati dalla burocrazia.

Gli esperti hanno anche osservato che rimpatriare gli individui le cui richieste sono state respinte è difficile, data la mancanza di accordi di rimpatrio con i Paesi d'origine. Da inizio anno, l'Italia ha rimpatriato poco meno di 4.000 persone.

I campi opereranno sotto la giurisdizione italiana e dovrebbero aprire nella primavera del 2024. Il protocollo prevede che l'Italia copra l'Albania da eventuali costi derivanti da azioni legali contro l'iniziativa.

L'Italia prevede una struttura nel porto albanese di Shëngjin per lo sbarco e l'identificazione, e una seconda nell'entroterra per la detenzione. Il personale all'interno delle strutture dovrebbe essere italiano.