Covid, scetticismo per studio italiano su presenza virus fuori Cina a ottobre 2019

Reuters

Pubblicato 18.11.2020 16:04

di Giselda Vagnoni e Emilio Parodi

ROMA (Reuters) - Uno studio italiano che sostiene che il nuovo coronavirus circolava fuori dalla Cina prima di quanto pensassimo ha generato perplessità tra alcuni scienziati occidentali, che hanno richiesto ulteriori test.

Una pubblicazione dell'Istituto dei tumori di Milano descrive la presenza di anticorpi neutralizzanti della Sars-CoV-2 nel sangue di pazienti sani a ottobre dello scorso anno, durante uno screening per il tumore al polmone.

Se i dati fossero corretti, modificherebbero la cronologia della pandemia e solleverebbero domande su dove e quando è emerso il virus. La prima individuazione del virus risale a dicembre, quando è stato rilevato nel mercato centrale della città cinese di Wuhan.

Ma diversi scienziati intervistati da Reuters hanno detto che sono necessari ulteriori esami.

"Vale la pena riportare questi risultati, ma andrebbero presi principalmente come un punto di partenza per approfondire la questione effettuando ulteriori test", ha detto Mark Pagel, professore presso la School of Biological Sciences dell'università britannica di Reading.

"Tutti i pazienti coinvolti nello studio erano asintomatici nonostante la maggior parte avesse tra i 55 e i 65 anni e fossero stati fumatori. Si tratterebbe normalmente di un gruppo ad alto rischio per il Covid-19, quindi sorprende che tutti i pazienti fossero asintomatici".

Un co-autore dello studio ha detto di avere in programma con i suoi colleghi di effettuare ulteriori indagini e ha chiesto il contributo dei colleghi di tutto il mondo.

L'Organizzazione mondiale della sanità ha detto che il nuovo coronavirus e il Covid-19, la malattia respiratoria provocata dal virus, erano sconosciuti prima che venissero registrati i primi casi a Wuhan. L'Oms ha tuttavia precisato che l'ipotesi che "circolasse silenziosamente altrove" non può essere esclusa.

Ulteriori test per gli anticorpi della Sars-CoV-2 sono stati effettuati dall'Università di Siena nell'ambito dello stesso studio, intitolato 'Unexpected detection of SARS-CoV-2 antibodies in the pre-pandemic period in Italy'.

Dai test è emerso che in sei casi gli anticorpi erano in grado di neutralizzare la Sars-CoV-2. Quattro dei casi risalgono a ottobre 2019, con i pazienti contagiati probabilmente già a settembre.

"Tale numero (sei) è totalmente compatibile con errori di test ed errori statistici. Pertanto mi sembra che le prove portate a sostegno di una tesi eccezionale non siano abbastanza solide", ha detto Enrico Bucci, professore presso la Temple University di Filadelfia.

"Tanto rumore per nulla", ha detto a Reuters Antonella Viola, professoressa di patologia generale presso l'Università di Padova.