Egitto, crisi economia spinge molti a tentare rischiosa rotta migranti

Reuters

Pubblicato 06.10.2023 10:48

MIT SUHAYL, EGITTO (Reuters) - Waleed el-Degwy si è reso conto che le sue competenze di idraulico non bastavano più a mantenere la propria famiglia nella regione settentrionale del Delta del Nilo in Egitto, così ha attraversato il confine con la Libia, dove si è imbarcato su un peschereccio vecchio e sovraffollato diretto in Europa.

A giugno, a poche miglia dalla costa greca, quel peschereccio è affondato, facendo annegare centinaia di persone a bordo, tra cui i cittadini egiziani che, in numero sempre crescente, hanno intrapreso la traversata a causa della crisi dell'economia in Egitto. Alcune persone sono sopravvissute, ma Degwy è tra i molti a bordo che sono scomparsi senza lasciare traccia.

"Non era in grado di provvedere ai suoi figli, era pieno di debiti", ha detto a Reuters il padre del 32enne, Mohamed el-Degwy, nel villaggio di Mit Suhayl, dove case in mattoni rossi mal costruite si allargano su campi circostanti.

L'idraulico non era da solo. "I giovani sono fuggiti e basta", ha detto suo padre, aggiungendo che si incoraggiavano a vicenda a intraprendere il viaggio in cerca di un lavoro retribuito meglio, per evitare i "prezzi più alti di giorno in giorno" a casa.

Un numero crescente di egiziani si sposta all'estero nella speranza di trovare un lavoro, mentre l'inflazione in Egitto raggiunge livelli record, la valuta crolla, la disoccupazione aumenta e il governo, oberato dal debito, limita le spese.

Finora quest'anno più di 8.000 di coloro che sbarcano in Italia - la destinazione prevista del peschereccio su cui viaggiava Waleed el-Degwy e la meta di molte imbarcazioni - hanno detto di essere egiziani, come mostrano i dati del ministero degli Interni italiano.

Nel 2022 sono stati 20.542, un numero superiore a qualsiasi altra nazionalità che ha raggiunto l'Italia in quell'anno. Queste cifre si confrontano con i 1.264 del 2020. Il ministero degli Interni ha detto che sono cresciute anche le richieste di asilo da parte dei cittadini egiziani.

L'aumento del numero di persone che lasciano l'Egitto negli ultimi anni coincide con il peggioramento dell'economia del Paese. La pandemia ha colpito la vitale industria turistica egiziana e la guerra in Ucraina ha reso gli investitori più avversi al rischio, allontanandoli dai mercati egiziani. Secondo gli economisti, l'Egitto è stato anche danneggiato da un'impennata del debito causata da ingenti spese statali per finanziare enormi progetti, tra cui una nuova capitale.

MINIBUS PER LA LIBIA

Dal 2016 le autorità egiziane hanno in gran parte bloccato le partenze dei barconi di migranti dalla costa settentrionale dell'Egitto. Ma coloro che cercano di partire hanno trovato altre strade.

I parenti dei migranti - che solitamente si trovano nelle città e nei villaggi del nord, come Mit Suhayl - dicono che coloro che cercano di partire ora si dirigono verso la vicina Libia, Paese produttore di petrolio e un tempo destinazione privilegiata per la ricerca di lavoro, ma che oggi, dopo dieci anni di instabiltà, non rappresenta più la stessa attrattiva come luogo in cui restare.

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Il caos che regna in Libia da quando nel 2011 una rivolta ha rovesciato il lungo regime autoritario di Muammar Gheddafi ha invece permesso che il contrabbando di persone prosperi. Le imbarcazioni di migranti che partono dall'est della Libia, vicino all'Egitto, sono più numerose rispetto a quelle che partono dall'ovest della nazione divisa.

I minibus percorrono la rotta verso il confine libico raccogliendo quelli che aspirano a intraprendere il viaggio. Di solito sono le famiglie rimaste a pagare il conto di 4.540 dollari per il viaggio verso l'Europa, consegnando il denaro una volta che il migrante ha attraversato il confine egiziano.

"Si prende il passaggio e si va in Libia, dove si viene accolti molto bene. Ma dopo il pagamento dei soldi, il trattamento cambia", ha detto Adel Ghannam, 25 anni, falegname di Mit Suhayl, il cui fratello diciannovenne è salito sul peschereccio affondato a giugno.

Suo fratello, Mohamed, si guadagnava da vivere in una pasticceria e stava imparando ad aggiustare i telefoni cellulari. Ma ha deciso di seguire tre suoi cugini che erano riusciti a raggiungere l'Italia.

'PAESI IN CRISI'

Il presidente Abdel Fattah al-Sisi e altri funzionari egiziani sostengono che l'Egitto stia facendo il possibile per fermare il flusso di migranti. Affermano tuttavia che è difficile, dato che le risorse dell'Egitto sono già limitate dall'aver ospitato milioni di stranieri, tra cui più di 300.000 persone fuggite dalla guerra in Sudan da aprile.

Naela Gabr, capo dell'ente governativo egiziano per la lotta all'immigrazione clandestina, ha detto che le difficoltà economiche in Medio Oriente stanno spingendo sempre più persone a intraprendere il rischioso viaggio.

Alla domanda sul numero crescente di persone che lasciano l'Egitto dirette in Europa, ha risposto: "Siamo circondati da Paesi in crisi... È già tanto che il numero non sia superiore".

L'Unione europea ha finanziato il controllo delle frontiere in Egitto, affermando che la mancanza di opportunità economiche e i cambiamenti climatici in un Paese di 104 milioni di abitanti, in gran parte desertico, rendono probabile un aumento del flusso di migranti nel lungo periodo.

Quando Mostafa Abdel Salam, 19 anni, è partito dalla sua casa ai margini del Delta del Nilo, ha detto alla sua famiglia che avrebbe cercato lavoro in Libia. Ma poi si è anche unito a coloro che cercavano di attraversare il mare.

"Ha intrapreso questo viaggio a causa delle difficoltà, non riusciva a trovare lavoro", ha detto sua sorella, Hala, il cui fratello era anche sul peschereccio affondato al largo delle coste greche e di cui si sono perse le tracce.