Ue, Svezia svolta a destra mentre Bannon guarda verso nord

Reuters

Pubblicato 11.09.2018 16:27

Ue, Svezia svolta a destra mentre Bannon guarda verso nord

di Mark Bendeich e Crispian Balmer

(Reuters) - Forte di un alleato come Matteo Salvini tra i paesi del Sud e di di un ammiratore del calibro di Viktor Orban nei paesi dell'Europa orientale, l'ex consigliere politico di Donald Trump Steve Bannon guarda adesso verso Nord per reclutare nuove truppe nel proprio movimento contro l'Unione europea.

Ritiene che sia questo il momento più oppurtuno per farlo, sfruttando l'onda dell'esito elettorale svedese di domenica che ha visto una forte risalita della destra radicale.

Dopo aver contribuito all'elezione del presidente Usa, Bannon sogna una rivoluzione anti-estabilishment in seno alla Ue, cercando di creare un'alleanza di tutte le fazioni euroscettiche tra i paesi dell'Unione in grado di presentarsi compatta l'anno prossimo alle elezioni per il rinnovo del parlamento comunitario.

Tra le sue file si sono già schierati il leader della Lega e ministro degli Interni nonché il più illustre tra gli euroscettici italiani, e il primo ministro ungherese.

Lo sguardo di Bannon punta adesso ai paesi del Nord, tra cui ha già trovato il sostegno del nazionalista olandese Geert Wilders.

"Quel che serve a volte è un catalizzatore" spiegava sabato a Reuters Wilders dal Workshop Ambrosetti di Cernobbio, dopo aver chiesto che l'Unione europea venga abolita.

"Qualsiasi iniziativa che venga da lui [Bannon] è ovviamente molto ben accetta" aggiungeva.

Alla guida di quello che è attualmente il secondo partito olandese, Wilders intende incontrare al più presto Bannon per una cena di lavoro in cui discutere di un'alleanza tra l'insieme degli euroscettici.

L'ex consigliere di Trump ha battezzato il proprio progetto 'The Movement, iniziativa che al momento impiega 15 persone con un sogno molto ambizioso -- un fronte elettorale comune in tempo per le europee di maggio.

Vuole che le forze populiste arrivino a rovesciare l'establishment liberale, obbligando Bruxelles a restituire il potere agli stati sovrani, un progetto che gli europeisti vedono come il funerale dell'unione politica ed economico-monetaria dell'Unione.

Non sarebbe però questo, dichiara egli stesso, il vero obiettivo ultimo.

"Il nostro istinto non è quello di distruggere l'Unione europea" spiegava domenica in un'intervista a Reuters da Roma.

Quello che The Movement si propone di realizazre è invece di portare alla guida dell'Europa -- quindi alla maggioranza del Parlamento -- fazioni politiche concordi su quattro punti: poteri più ampi alle nazioni sovrane, confini più protetti, un freno all'immigrazione e lo sradicamento di quel che definisce radicalismo islamico dalla Ue.

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"Siamo un club, un circolo di affiliati senza grandi vincoli" aggiungeva, precisando che il movimento rifuta di accogliere forze razziste e antisemite.

"Abbiamo parlato con queste formazioni nazionaliste e populiste un po' in tutta Europa e una delle cose di cui si lamentano è la mancanza di comunicazione... si sentono sole" osservava.

MISSION IMPOSSIBLE?

The Movement si propone come gestore della campagna elettorale, curatore di sondaggi e analista di statistiche, offrendo consulenza strategica e sfruttando i social media per una mobilitazione dell'elettorato, che storicamente tende a snobbare il voto europeo.

Si parla, spiega Bannon, di un investimento di "qualche milione di dollari" e del prossimo spostamento della sede in Europa.

Obiettivo che potrebbe comunque rivelarsi troppo ambizioso se soltanto si tiene conto che Salvini e Orban puntano a indebolire la Ue senza però abbandonarla, Wilders la vuole distruggere e Marine Le Pen la vuole riformare prima di proporre agli elettori francesi un referendum sulla permanenza nella Ue.

Si sono inoltre già visti prima tentativi di scarso successo di alleanza tra i partiti di estrema destra. Dopo le elezioni del 2014 Le Pen e Wilders hanno creato un gruppo parlamantare congiunto che ha ottenuto soltanto 35 seggi sul totale di 751. All'alleanza partecipa Salvini ma non Orban.

Bannon potrebbe trovare ottima accoglienza ad Amsterdam da parte di Wilders ma non la stessa a Stoccolma, a dispetto della forte avanzata dei Democratici Svedesi.

"Non ci interessa il lavoro politico di Steve Bannon né lui in quanto persona" spiegava un rappresentante del partito della destra radicale in un'intervista al quotidiano 'Dagens Nyheter' ormai in luglio.

Nessuna risposta invece alla mail Reuters di ieri in cui si chiedeva un nuovo commento alla destra radicale.

Impavido invece Bannon, che sempre ieri rispondeva alla mail Reuters festeggiando il risultato delle urne svedesi che definiva "esemplare per i populisti in ogni parte d'Europa".

EUROPA AL CAPOLINEA

I movimenti europeisti vedono invece le formazioni poluliste ed euroscettiche come una minaccia radicale che potrebbe portare alla disintegrazione dell'Unione e a un revival del nazionalismo sfociato nei due conflitti mondiali.

Timore persino tra gli alleati conservatori del centro-destra.

"Sono partiti molto diversi l'uno dall'altro ma sono uniti dall'opposizione all'establishment, dal nazionalismo e dalla lotta alla burocrazia europea" osserva Renato Brunetta, parlmentare di Forza Italia. Il partito creato da Silvio Berlusconi si è alleato alla Lega alle elezioni politiche di marzo e nel Parlamento europeo siede nel gruppo dei Popolari, lo stesso di Orban.

"C'è il rischio che siano legami sufficienti visto il clima politico del momento... Se così fosse significa che l'Europa potrebbe essere giunta al capolinea" aggiunge.

Il Parlamento europeo non ha facoltà di legiferare e necessita della maggioranza per bloccare qualsiasi legge o bilancio, può però presentare emendamenti. Con un terzo dei seggi, secondo Bannon, le forze populiste potrebbero mettere il Parlamento in gravi difficoltà.

Per Salvini il voto di maggio è per l'Europa "l'ultima occasione". Anche secondo il responsabile agli Esteri Enzo Moavero Milanesi si tratterà del primo "vero voto sul futuro dell'Europa".

A livello di campagna elettorale si lavora naturalmente anche in campo europeista, con l'intento di presentare una nuova visione di Europa in cui coniugare le richieste di minori vincoli di bilancio e quelle di maggiore controllo sui flussi di migranti dall'Africa.

Tra i più ferventi difensori dei valori europeisti Emmanuel Macron. Secondo un altro funzionario dell'Eliseo, comunque, il presidente francese guarda con timore ai candidati proposti da Salvini per il Parlamento europeo e teme che il leader della Lega diventi il riferimento di tutte le forze nazionaliste.

Secondo Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea, il voto di maggio dell'anno prossimo mette in gioco il futuro dell'Unione e necassita di una forte presa di coscienza da parte di chi vuole ancora salvare l'Europa.