Obbligazioni: ha ancora senso averle in portafoglio?

Pubblicato 30.03.2022, 08:37

Periodo negativo per i titoli obbligazionari, che tra inflazione e rialzo tassi da parte delle Banche Centrali, stanno vivendo uno dei periodi peggiori della loro storia.

Possiamo notare infatti nell’immagine sotto, che da inizio anno il calo è pari al 10.46%, il peggiore dal 1990.

Fonte Bloomberg

Anche in termini reali, se pensiamo che l’inflazione oggi viaggia mediamente sopra il 5% sia in Europa che negli stati Uniti, se il rendimento (nominale) di un’obbligazione a 10 anni viaggia in zona 2-2.5% (penso aiItalia 10 anni per l’Europa o ai Stati Uniti 10 anniper gli Stati Uniti), evidentemente non possiamo considerare le obbligazione come fonte di rendimento per i nostri portafogli.

Fonte Investing.com

Vediamo infatti come nell’immagine sopra, l’inflazione (europea) viaggia al 5.8%, mentre i rendimenti del decennale italiano pagano un 2.107% annuale lordo.

Fonte Investing.com

Eppure, ritengo che le obbligazioni in portafoglio non siano da evitare totalmente, io ad esempio ne ho ancora per un 20-25% all’interno del mio portafoglio.

Fonte FIDA WS

Quello che vedete dall’immagine sopra, è l’andamento del mio portafoglio obbligazionario. La cosa che più mi interessa, è il Drawdown di questo periodo.

Infatti, notiamo come da inizio anno, il calo maggiore (a fronte di tutto ciò che sappiamo è successo sui mercati) è stato del 3.43%, quindi ha sicuramente bilanciato quello che poteva essere il Drawdown dell’asset class azionaria (che ricordiamolo nel periodo peggiore ha subito Drawdown del 7-10% a seconda delle zone).

Infatti, penso sia PROPRIO QUESTA la chiave di lettura dei bond in portafoglio. Non per cercare rendimento, ma per limitare i cali (con una buona diversificazione) quando le cose si mettono male. Per fare questo tuttavia, anche all’interno della stessa asset class obbligazionaria occorrono 3 accorgimenti:

  1. Diversificazione per emittenti, valute, stili (indicizzate ad inflazione, step up, green ecc…)
  2. Duration inferiore ai 7 anni (il “rischio” lato obbligazioni)
  3. Diversificazione per prodotti (singoli bond, ETF)

Con questi tre accorgimenti, ritengo sia possibile mantenere bond in portafoglio, a patto di non averne in pesi eccessivi (sarebbe inutile) ma potendone usare tra il 20 ed il 40% a seconda dei profili di rischio.

Alla prossima!

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