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Dopo 6 settimane di rally, restano dubbi sul rame a 3 dollari

Pubblicato 24.06.2020, 15:15
ANTO
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CL
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BHP
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È schizzato più a lungo di quanto molti pensassero, spingendo quasi tutti a chiedersi: il rame raggiungerà i 3 dollari la libbra stavolta?

Probabilmente saranno pochissimi a rispondere sì. Ed è comprensibile considerato quanto il metallo industriale numero 1 ha deluso chi aveva creduto in lui in passato.

L’ultima volta che i future del rame sul COMEX sono stati scambiati a 3 dollari o più è stato esattamente due anni fa.

Non è molto, ma è abbastanza da sedurre tutti coloro che avevano più volte scommesso sul potenziale di una crescita delle infrastrutture grazie ad un’economia globale molto più forte prima dell’arrivo della pandemia di coronavirus.

Ironicamente, è proprio il COVID-19 a trovarsi dietro all’attuale rally del rame, in quanto l’aumento del numero di casi in Cile, il principale produttore mondiale della materia prima, pesa sulla produzione.

COMEX Copper Futures

Future del rame sul COMEX

Rally del rame spinto dai timori in Cile

Considerato che il Cile è responsabile di più di un quarto della fornitura mondiale di rame, le interruzioni nelle miniere possono sconvolgere le proiezioni globali, osserva Bloomberg in un’analisi in cui le interruzioni sono considerate una delle principali ragioni dei prezzi forti di oggi. Ma oltre un certo punto, una minore produzione di rame rallenta l’espansione delle infrastrutture, pesando sul potenziale di crescita.

“Non si può andare avanti così per sempre, forse per un paio di trimestri”, scrive l’analista senior di Bloomberg Intelligence Andrew Cosgrove, riferendosi alla situazione cilena. “Dopodiché, comincerà ad avere un impatto negativo sul profilo di produzione”, aggiunge.

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Il contratto di luglio sul COMEX, di riferimento, è scambiato non lontano dal massimo di 8 mesi di 2,70 dollari questo mercoledì, dopo che BHP Group (NYSE:BHP) ha annunciato protocolli sanitari più rigidi in seguito ad un focolaio di COVID-19 presso la miniera di Escondida, la più grande del mondo, che ha raggiunto quota 150 casi.

All’inizio della settimana, la miniera di stato cilena Codelco ha annunciato misure di sicurezza più rigide ed ha sospeso alcuni progetti edilizi dopo che due lavoratori sono morti per il COVID-19. Il governo cinese ha anche imposto la quarantena nella regione di Antofagasta (LON:ANTO), ricca di miniere, a partire da ieri.

Malgrado queste interruzioni, i rialzi del rame questo mese sono stati limitati dai timori di una nuova ondata di coronavirus negli Stati Uniti, che potrebbe mettere a rischio la ripresa della principale economia mondiale che fatica a riaprire dopo le serrate.

Il rally del rame potrebbe continuare, ma l’obiettivo dei 3 dollari resta sfuggente

Quindi, il rally del rame potrebbe proseguire, come abbiamo detto la settimana scorsa. Ma 3 dollari la libbra potrebbero continuare ad essere un obiettivo sfuggente persino per i tori più ferventi.

I future COMEX salgono da sei settimane consecutive, con un rimbalzo del 13%. Finora a giugno, il prezzo è schizzato del 18%, avviandosi a segnare il terzo mese al rialzo, mentre, sull’anno in corso, il rame continua a registrare un crollo del 6%.

Sebbene gli analisti tecnici seguiti da Investing.com definiscano il rame di luglio sul COMEX “Strong Buy”, gli indicatori sul potenziale di rialzo non sono altrettanto buoni. Il contratto di riferimento oscilla a 2,66 dollari la libbra questo mercoledì ed i grafici indicano un rialzo massimo di 2,74 dollari.

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I fondamentali per il rame (pilastro delle industrie elettriche, elettroniche ed edilizie) sono promettenti. Le scorte sono ridotte e la domanda è universale, sia nelle economie sviluppate che emergenti.

Come abbiamo detto in precedenza, in un mondo perfetto, chiunque studia bene il rame potrebbe, in teoria, avere dettagli circa un possibile boom o una recessione futura. Gli stretti legami tra rame e stato di salute dell’economia globale gli hanno fatto meritare il soprannome di “dottor Rame”. Tuttavia, già prima dell’arrivo del coronavirus, il mondo non era affatto perfetto e la pandemia ha ora ridefinito quasi tutto quello che prima consideravamo normale.

Il COVID-19 sconvolge tutto, di nuovo

Il rame, di conseguenza, è rimasto nel suo universo, schizzando quando l’economia mondiale stava colando a picco. Il metallo deve molto del suo rialzo agli sconvolgimenti della produzione causati dalle chiusure delle miniere e dalle interruzioni delle forniture.

Almeno 22 stati USA su 50 hanno riportato un aumento dei casi di COVID-19 dopo aver riaperto le proprie economie negli ultimi due mesi. In Arizona, in particolare, i contagi sono schizzati del 54% in una settimana. E questo dopo che più di 122.000 americani sono morti per il virus ed altri 2,4 milioni ne sono stati infettati. Un nuovo modello dell’Università di Washington prospetta 200.000 morti per COVID-19 negli USA entro il 1° ottobre.

Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale USA per le Allergie e le Malattie Infettive, nonché membro della Task Force della Casa Bianca per il Coronavirus, ha dichiarato durante un’udienza al congresso ieri:

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“Stavamo passando da 30.000 casi al giorno a 25.000 e a 20.000 … e ora stiamo salendo con 30.000 nuovi contagi, il che mi preoccupa molto”.

In tutto il mondo, gli altri paesi hanno registrato un nuovo aumento delle vittime e dei contagi. L’India ha riportato 14.933 nuovi casi confermati e 312 morti, secondo i dati del Ministero della Salute e del Welfare per le Famiglie. I contagi totali superano i 440.000, con più di 14.000 vittime, in base a quanto dice il Ministero.

Le autorità sanitarie hanno reso noto che l’area metropolitana di Seoul sta registrando una seconda ondata di contagi. La Corea del Sud ha visto un aumento di 46 nuovi casi, portando il totale della nazione a 12.484. Trenta di questi nuovi casi sono stati importati e 16 sono legati alla nave battente bandiera russa con 21 membri dell’equipaggio a bordo attraccata a Busan da domenica.

La Nuova Zelanda ha annunciato che comincerà a testare i lavoratori asintomatici addetti al controllo dei confini e gli equipaggi degli aerei, dal momento che migliaia di cittadini stanno facendo ritorno da aree che sono focolai globali. Il numero di persone di rientro nel paese dall’estero è raddoppiato dal mese scorso, con circa 4.200 persone in quarantena, quasi al limite della capacità delle strutture governative.

Non tutti sono pessimisti sulle prospettive del rame però.

Goldman Sachs ha alzato le previsioni sul prezzo a 3, 6 e 12 mesi per il rame scambiato sul London Metal Exchange a 6000/6250/6500 dollari la tonnellata da 4400/5000/6000 dollari la tonnellata, citando come fattore la ripresa economica del principale acquirente, la Cina. I future del rame LME a tre mesi sono al momento scambiati a circa 5.900 dollari la tonnellata.

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Le importazioni di rame greggio cinesi hanno totalizzato 436.030 tonnellate a maggio. Si tratta di un crollo del 5,5% da aprile ma di un balzo del 20,8% dallo stesso mese dell’anno scorso.

Le scorte di rame nei magazzini monitorate dalla Shanghai Futures Exchange sono scese al minimo di 17 mesi di 109.696 tonnellate dalle oltre 380.000 tonnellate di marzo.

L’analista di BMO Timothy Wood-Dow nota questi aspetti positivi:

“Il sentimento è migliorato. La domanda cinese di rame è forte, possiamo dedurlo dalle importazioni e dal calo delle scorte”.

“Per dei prezzi più alti abbiamo bisogno di concorrenza per le unità di rame, e si avrebbe con una ripresa in Occidente”.

Ma, con una seconda ondata di COVID-19 che sembra imminente, questa ripresa rimane in dubbio.

 

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