A2A (MI:A2) ha interrotto il trend ribassista partito dai massimi dello scorso ottobre a 1.27 euro, recuperando negli ultimi 50 giorni.
Il confronto con le resistenze a 1.35 e 1.38 euro potranno fornire nuove indicazioni sul potenziale di crescita.
Conferme in chiusura di seduta oltre tali ostacoli creerebbero le premesse per il ritorno a 1.40 e 1.45 euro con la possibilità che il rally estenda poi verso la fortissima resistenza a 1.48 euro.
Tali prospettive verrebbero compromesse a seguito di discese (in chiusura) sotto quota 1.25 euro per il test a 1.23 e 1.18 euro, quest’ultimo riferimento fondamentale a livello grafico.
Il titolo in 6 mesi ha guadagnato il 5%, il 24% in 12 mesi, il 65% in 3 anni ed il 79% in 5 (dal 2000 ad oggi -70%).
Medie mobili esponenziali:
il prezzo è collocato al di sopra di Ema20, quest’ultima è superiore a Ema50; entrambe sono superiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria è in atto l’orientamento più rialzista possibile.
Evoluzione prevedibile della gestione
Lo scenario energetico continua ad essere caratterizzato da forte volatilità e la ripresa avutasi a partire da aprile/maggio ha accelerato ulteriormente nel corso dei mesi di settembre e ottobre, quando i prezzi nazionali dell’energia elettrica e quelli realizzati sui mercati dei servizi di dispacciamento hanno registrato valori superiori alla media osservata tra gennaio e agosto.
Il Gruppo ha tuttavia coperto, con vendite a termine, la quasi totalità delle proprie produzioni 2016 e può quindi solo marginalmente beneficiare delle favorevoli condizioni di mercato.
Le previsioni di andamento economico finanziario sulle BU diverse dalla generazione sono complessivamente positive e generalmente allineate, se non leggermente migliori, di quanto previsto a Piano.
Le previsioni per la chiusura dell’esercizio sono positive: il Gruppo si aspetta una crescita sia dell’Utile Operativo Lordo (Ebitda), atteso fra i 1.140 e i 1.150 milioni di euro (inclusivi degli effetti derivanti dal primo consolidamento di LGH) che dell’Utile Netto, ed una ulteriore riduzione – prima del consolidamento di LGH – della Posizione Finanziaria Netta.