In una settimana semi-orfana di Wall Street a causa dell'uragano Sandy, che l'ha costretta alla chiusura nelle prime due sedute, e comunque condizionata dalle imminenti elezioni del Presidente, le borse europee hanno fallito l'attacco ai massimi rivelando tutta la precarietà di fondo del quadro macroeconomico.
Il NASDAQ si è poggiato sulla media mobile esponenziale a 200 gg. ed è stato il peggiore dei tre futures americani, spalleggiato dal prezzo del PETROLIO (che ha chiuso l'ottava sui minimi a 84,80) e del GAS NATURALE (anch'esso in forte calo a 3,547 sulla mediana di Bollinger).
Questa debolezza del settore energetico, sinceramente, non mi piace tanto, nonostante i segnali long sul petrolio siano giunti puntuali sui sistemi daily. DAX e BUND si sono posizionati, pronti a scendere il primo e a salire il secondo qualora il quadro macroeconomico dovesse peggiorare, mentre a Piazza Affari l'S&PMIB conclude la settimana con una doji in prossimità della banda mediana e con una conformazione grafica di tipo MOC SHORT che non lascia ben sperare almeno per la prima seduta della prossima settimana.
Il quadro grafico si è modificato, in effetti, dopo che il test dei massimi è fallito. Non che la situazione di medio termine sia compromessa, per carità, ma ci sono tante variabili che lasciano intravvedere prudenza negli operatori: PETROLIO in ribasso, EURUSD sui minimi (ha rotto il supporto a 1,2850 chiudendo 20 pips sotto e direzionandosi verso il 23,6% di Fibonacci); BTP che non riesce a migliorare più di tanto (viene venduto sui massimi) e USDCAD che tenta un recupero di area 1,0000 a ridosso della EMA200 daily senza successo evidente.
Lo stesso CABLE ci lascia perplessi con l'ultima candela della settimana che si va a rimangiare il lavoro delle precedenti tre sedute e si riporta sui minimi del 29/10. Il quadro generale, quindi, mi appare confuso, con gli operatori che guardano alla politica, alla evoluzione della situazione in Grecia e agli sviluppi del dibattito sulla Tobin Tax che, nei prossimi giorni, dovrebbe condizionare non poco i mercati.