Settimana dominata dai titoli di Stato quella appena trascorsa con il BTP 2037 4% (che utilizziamo come cartina al tornasole per analizzare il mercato dei bond pubblici) che prima si porta sui massimi a lambire la trendline discendente dal 2005 e poi ritraccia sulle prese di profitto che, puntualmente e prevedibilmente (il MFindex era in ipercomprato da alcuni gg.), sono arrivate.
La chiusura di venerdì disegna un hammer che fa capire come si siano formati dei supporti più o meno a metà delle bande di Bollinger sui quali gli investitori comprano. Il PETROLIO WTI si è fermato sul 61,8% di Fibonacci a 86 USD/b assecondando come materia principe le prese di beneficio sui principali listini che, Milano in testa, hanno fatto registrare storni dell'ordine del 2-3%.
Il nostro FIB, infatti, ha compiuto un movimento identico a quello del BTP prima citato, passando da 16220 (max di mercoledì 5/12) a 15656 di venerdì, molto vicino alla chiusura del gap lasciato aperto il 28 novembre a quota 15490.
Il segnale short scattato giovedì poco sopra i 16100 punti, pur essendo ancora valido, ha perso un 50% della sua forza, permettendo agli oscillatori di scaricarsi (RSI, Stocastico, MFI) e facendo registrare un piccolo indebolimento dei compratori il cui misuratore di forza è passato da 100 a 85.
Non registriamo, invece, incrementi della forza ribassista, il che ci lascia tranquilli sul fronte di una inversione di tendenza che è abbastanza lontana come rischio.
Possibili approfondimenti fino a 15500 e ripresa del trend positivo non appena si calmeranno alcune tensioni a livello politico che hanno fatto da catalizzatore ad un ritracciamento tutto tecnico e ben prevedibile. EUR/USD ha fatto fatica a superare la resistenza posta a 1,3075 ed è stato ricacciato in basso ben sotto 1,30000 (chiusura a 1,2926) con perdita di momentum ancora in atto; stessa sorte per EUR/JPY che ha visto vicinissimi i 108,00 per poi chiudere a 106,63 e per EUR/GBP, il cui movimento di storno dai massimi relativi pare non ancora completato.
Attenzione alla rottura di 0,8045 daily che innescherebbe ulteriori ribassi anche sotto 0,80000. Per EUR/USD il livello chiave è 1,2665 (minimo di fine novembre) ben lontano per il momento.
Buono il movimento ribassista di USD/CAD, invece, che ha ben evidenziato la natura di storno delle borse e non di inversione del trend. La chiusura sui minimi a 0,98820 testimonia la possibilità di una fase di continuazione del movimento.
Non altrettanto si può dire con riferimento al cambio EUR/CHF che invece ha annullato la ripresa sopra quota 1,21000 e in tre sedute si è riportato in prossimità del supporto dinamico rappresentato dalla EMA200 in area 1,2075.
La prossima ottava si preannuncia importante quindi ai fini di una ripresa delle quotazioni e di un rally natalizio che pare condizionato dagli eventi macroeconomici e che potrebbe anche non essere altro che un mero recupero dei livelli chiave già esistenti.