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AUD in rally dopo i dati commerciali, indebolimento del CHF - See more a

Pubblicato 06.02.2014, 12:56
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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La sfilza di dati in uscita è cominciata ieri negli USA con il rapporto ADP sull’occupazione. A gennaio, gli USA hanno creato 175.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, rispetto ai 185.000 previsti (e ai 238.000 di dicembre). I dati deludenti sul lavoro hanno fatto scendere diffusamente l’USD. L’indice DXY è crollato a 80,890 (media mobile a 21 giorni), per poi risalire bruscamente fino a 81,240. I rendimenti dei decennali USA restano ai minimi da due mesi, in leggera ripresa al 2,6839% nonostante la debolezza del dato ADP.

Dopo la pubblicazione del dato ADP, l’USD/JPY è sceso a 100,80, appena sopra il minimo settimanale pari a 100,76. Gli indicatori di trend e momentum rimangono nettamente ribassisti e il calo dei rendimenti USA rafforza la domanda di JPY. Si osservano stop sotto 100,75, mentre le barriere legate alle opzioni sono collocate a 101,50/75/80 e 102,00/35/50. L’EUR/JPY continua a passare di mano intorno alla zona di consolidamento ribassista, le offerte alla media mobile a 100 giorni (137,66) frenano il rialzo prima della BCE.

L’EUR/USD si è impennato a 1,3555 dopo il dato ADP, ma poi ha rapidamente ripreso a scendere. Gli ordini d’acquisto sopra il supporto psicologico a 1,3500 hanno frenato il ribasso, ma i tori dell’EUR sono piuttosto mogi in vista della decisione della BCE e della consueta conferenza stampa del presidente Draghi in programma nelle prossime ore. L’attenzione sarà puntata soprattutto su ciò che Draghi avrà da dire sul persistente rallentamento dell’IPC nell’Eurozona e sulla politica che intende utilizzare. Il quadro tecnico suggerisce un calo dell’EUR/USD, a continuazione del canale di trend ribassista in atto da fine dicembre. Tuttavia, un’impostazione meno accomodante del previsto da parte della BCE dovrebbe dare impulso ai tori dell’EUR nel pomeriggio. Sul lato ascendente, i livelli chiave si trovano a 1,3595/1,366 (50,0% e 38,2% di Fibonacci sul rally di novembre e dicembre). In quest’area s’intersecano il massimo del trend ribassista di breve termine e il minimo del trend rialzista di lungo termine. Una violazione sopra questi livelli dovrebbe far diventare il trend rialzista. Tuttavia, se il presidente Draghi accennasse a una politica monetaria più accomodante, gli obiettivi chiave rimarrebbero a 1,3385 (media mobile a 200 giorni) e 1,3296 (base del rally di novembre-dicembre).

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Il cable consolida le perdite sopra la media mobile a 100 giorni (1,6255) prima della BoE. La BoE manterrà verosimilmente invariati il tasso allo 0,50% e l’obiettivo degli acquisti di asset a 375 mld di sterline. Non sono previsti commenti dopo l’annuncio della BoE. La decisione dovrebbe avere un impatto limitato sull’andamento della GBP.

In Australia, l’AUD/USD è salito a 0,8955/0,8981 dopo che la bilancia commerciale riferita a dicembre è tornata in positivo, passando da -118 milioni di AUD (dato rivisto: 83 milioni AUD) a 468 milioni di AUD. La debolezza delle esportazioni è stata compensata da un aumento più lento delle importazioni. L’AUD continua a trovare richieste da quando, a inizio settimana, la RBA ha modificato la sua impostazione da accomodante a neutrale. Secondo noi, vedere l’AUD/USD a quota 0,9000 è solo questione di tempo. L’AUD/NZD è stato scambiato brevemente sopra 1,0900, il solido trend rialzista dovrebbe far salire la coppia di valute oceaniane a 1,1000, a continuazione dell’attuale ripresa.

In Svizzera, la flessione del surplus commerciale di dicembre stamattina ha fatto salire l’USD/CHF a 0,9050. Il sentiment rimane marginalmente rialzista. Prevediamo un’ulteriore correzione rialzista in caso di chiusura giornaliera superiore a 0,9035 (media mobile a 21 giorni e punto pivot MACD).

Gli eventi chiave di oggi sono le decisioni sui tassi di BCE e BoE e la conferenza stampa del presidente della BCE Mario Draghi. Gli operatori monitoreranno anche i seguenti dati: bilancia commerciale, esportazioni e importazioni di dicembre in Svizzera; ordinativi alle fabbriche m/m e a/a di dicembre in Germania; scambi di merci internazionali di dicembre in Canada; bilancia commerciale di dicembre, produttività e costo unitario del lavoro nel settore non agricolo (preliminare) riferiti al quarto trimestre, richieste iniziali e continue di disoccupazione aggiornate rispettivamente al primo febbraio e al 25 gennaio negli Stati Uniti. -

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La sfilza di dati in uscita è cominciata ieri negli USA con il rapporto ADP sull’occupazione. A gennaio, gli USA hanno creato 175.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, rispetto ai 185.000 previsti (e ai 238.000 di dicembre). I dati deludenti sul lavoro hanno fatto scendere diffusamente l’USD. L’indice DXY è crollato a 80,890 (media mobile a 21 giorni), per poi risalire bruscamente fino a 81,240. I rendimenti dei decennali USA restano ai minimi da due mesi, in leggera ripresa al 2,6839% nonostante la debolezza del dato ADP.

Dopo la pubblicazione del dato ADP, l’USD/JPY è sceso a 100,80, appena sopra il minimo settimanale pari a 100,76. Gli indicatori di trend e momentum rimangono nettamente ribassisti e il calo dei rendimenti USA rafforza la domanda di JPY. Si osservano stop sotto 100,75, mentre le barriere legate alle opzioni sono collocate a 101,50/75/80 e 102,00/35/50. L’EUR/JPY continua a passare di mano intorno alla zona di consolidamento ribassista, le offerte alla media mobile a 100 giorni (137,66) frenano il rialzo prima della BCE.

L’EUR/USD si è impennato a 1,3555 dopo il dato ADP, ma poi ha rapidamente ripreso a scendere. Gli ordini d’acquisto sopra il supporto psicologico a 1,3500 hanno frenato il ribasso, ma i tori dell’EUR sono piuttosto mogi in vista della decisione della BCE e della consueta conferenza stampa del presidente Draghi in programma nelle prossime ore. L’attenzione sarà puntata soprattutto su ciò che Draghi avrà da dire sul persistente rallentamento dell’IPC nell’Eurozona e sulla politica che intende utilizzare. Il quadro tecnico suggerisce un calo dell’EUR/USD, a continuazione del canale di trend ribassista in atto da fine dicembre. Tuttavia, un’impostazione meno accomodante del previsto da parte della BCE dovrebbe dare impulso ai tori dell’EUR nel pomeriggio. Sul lato ascendente, i livelli chiave si trovano a 1,3595/1,366 (50,0% e 38,2% di Fibonacci sul rally di novembre e dicembre). In quest’area s’intersecano il massimo del trend ribassista di breve termine e il minimo del trend rialzista di lungo termine. Una violazione sopra questi livelli dovrebbe far diventare il trend rialzista. Tuttavia, se il presidente Draghi accennasse a una politica monetaria più accomodante, gli obiettivi chiave rimarrebbero a 1,3385 (media mobile a 200 giorni) e 1,3296 (base del rally di novembre-dicembre).
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