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Azionario, valute e materie prime: analisi intermarket 16/01/2012

Pubblicato 16.01.2012, 11:51
EUR/USD
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AUD/USD
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NZD/USD
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BMA
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Analisti finanziari alla ricerca di supporti e resistenze “lavorabili”, con il cambio EURUSD che pur scivolando al ribasso con una certa costanza lo fa senza spunti abbastanza ampi. In parole povere, il solito scenario da “trading range” in cui continua certamente a prevalere la tendenza primaria individuata sui principali strumenti finanziari, ma con scostamenti decisamente poco significativi se confrontati con la criticità dello scenario circostante.



Fra downgrade, rischi di default di paesi dell’eurozona e aumenti di capitale “fantasiosi”, la materia prima per assistere a mercati effervescenti e volatili non mancherebbe, ma a quanto pare “abbiamo fatto il callo” un pò a tutte le notizie negative possibili e immaginabili!
In un contesto del genere sul mercato azionario l’attenzione è concentrata tutto sul caso Unicredit, nonostante ci siano titoli ben più appetibili e che meriterebbero maggiorni attenzioni così come evidenziato dalla “mappa del mercato” di cui a margine.



Quanto al famigerato “spread” BUND/BTP, si fa fatica a rimanere poco sotto area 500, livello tutt’altro che esaltante ma, a quanto pare, dobbiamo accontentarci…

In un contesto del genere si continua a “navigare a vista”, senza possibilità alcuna di intraprendere operazioni di ampio respiro, eppure, come evidenzieremo in seguito, ci sono segnali intermarket confortanti e sicuramente da seguire con attenzione.
Da una prima rapida osservazione di BUND, PETROLIO, indice S&P500 e cambio NZDUSD, tradizionali “riferimenti” grafici da noi utilizzati per valutare al meglio lo stato di salute dei mercati finanziari in generale, appare evidente un discreto aumento della propensione al rischio e un altrettanto apprezzabile recupero della produzione e dei consumi di materie prime, entrambi fattori decisamente favorevoli ad un recupero dei mercati azionari…
In particolare il PETROLIO, dopo una fase correttiva che avevamo prontamente anticipato, sembrerebbe pronto a ripartire al rialzo, accompagnato dalle commodity currencies AUDUSD e NZDUSD che continuano a mentenere una inclinazione decisamente rialzista. Questi due mercati, unitamente ai buoni dati macro che provengono dagli USA, i cui indici azionari continuano a performare molto positivamente, indicano che lo scenario non è poi così negativo e che forse sarebbe il caso di riposizionarsi sul “rischio” e lasciare perdere i miserabili rendimenti che titoli protettivi come il BUND riservano ai sottoscrittori.
Rischiare per rischiare, forse è meglio comprare titoli azionari deprezzati del 60/70% piuttosto che una obbligazione che non copre neanche l’inflazione…
Per non parlare dei nostri bistrattati BTP:  quanti di noi non si sono pentiti di aver perso le recenti aste a 7 punti percentuali ed oltre?
Sarà così anche per Piazza Affari – forse – e quando vedremo inversioni a “V”, “U”, “W” (e chi più ne ha più ne metta…) su qualche titolo forse sarà già troppo tardi.
Nel confermare una view moderatamente positiva “nonostante tutto” verso Piazza Affari e i mercati azionari in generale, andiamo quindi ad analizzare le variabili chiave che guideranno i mercati nelle prossime ore.



BUND Future: posizionamento sempre LONG su tenuta supporto dinamico in area 139.00.
Target di breve termine: area 141.00 (prima resistenza dinamica).
Scenario tecnico: la rottura dei recenti massimi in area 139.50 ha generato un nuovo impulso rialzista che sembra aver già raggiunto il primo target. Oggettivamente l’impostazione grafica del titolo è decisamente rialzista, ma non si può fare a meno di notare una certa “esiguità” degli scostamenti, probabilmente riconducibili ai livelli di prezzo raggiunti che in termini assoluti appaiono decisamente esagerati.
Una “SELL ZONE” ideale quindi, con spostamento di operatori e capitale verso il rischio, ma perchè ciò avvenga dovrebbe essere violata con decisione area 138.50, stiamo a vedere. Comunque ad andare LONG sul BUND si fa una gran fatica…



S&P 500 Index  Future intraday: posizionamento LONG su violazione resistenza in area 1.250.

Target di breve termine: primo target raggiunto al rialzo in zona 1.295 ed ora si attende attacco a soglia psicologica in area 1.300 e ed eventuale successivo allungo verso area 1.345.
Scenario tecnico: indice decisamente al rialzo, supportato anche dalla distribuzione di una serie di dati macroeconomici decisamente positivi; il superamento di area 1.300 aprirebbe la strada a nuovi allunghi rialzisti di rilevante entità, mentre sarà solo la rottura al ribasso del supporto dinamico a 1.245 punti a pregiudicare lo scenario rialzista in essere. Supporto di lungo termine in area 1.200, livello sotto il quale ritornerebbero a prevalere dinamiche decisamente ribassiste.



PETROLIO  Future intraday: posizionamento LONG per raggiungimento supporto dinamico in area 98.00. Possibile un nuovo allungo ulteriore fino a 103 $ al barile.

Target di breve termine: l’eventuale rimbalzo verso area 103 sarà preceduto da un primo test della soglia psicologica a 100 punti.
Scenario tecnico: la discesa dei giorni passati si è fermata con estrema precisione sul supporto dinamico a 98 $ al barile. Ci attendiamo una buona reazione con target sulla validissima resistenza statica dei 103 $; si evidenzia anche una validissima divergenza rialzista a supporto di questa ipotesi rialzista nel brevissimo termine.
STOP & REVERSE in caso di eventuale violazione di area 98.00 dove si ripristinerebbe uno scenario fortemente ribassista capace di spingere i prezzi del petrolio almeno fino ad area 93 $ al barile.


NZDUSD intraday: posizionamento sempre LONG su tenuta supporto dinamico in area 0.7870.

Target di breve termine: primo target statico in area a 0.7980 (recenti massimi…), con possibili estensioni fino ad area 0.8240.
Scenario tecnico: siamo al quarto test del supporto dinamico evidenziato in grafica e quindi è un momento decisamente cruciale. Allo stato attuale, pena la fine di questa dinamica rialzista particolarmente affidabile fino ad oggi, deve svilupparsi una reazione entro breve tempo e di particolare entità. Se ciò non avvenisse, l’eventuale violazione del supporto dinamico ora in area 0.7885 rappresenterebbe un segnale di allarme da non trascurare anche per le note correlazioni con l’andamento dei mercati azionari.
CONCLUSIONI: l’analisi intermarket conferma la criticità della situazione attuale; se da un lato la piattaforma continentale americana sembra aver ritrovato nuova linfa e positività, il caos continua a regnare sovrano in Europa, con ovvie ripercussioni sui mercati. A livello grafico abbiamo individuato punti di svolta molto affidabili sulle variabili esaminate, e andranno monitorati con estrema attenzione.

Pietro Paciello
Ufficio Studi Uptrend Advisory

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