Berlusconi si decide, non concede più la fiducia a Monti in Parlamento, ma non lo sfiducia apertamente: lo vorrebbe grigliare a fuoco lento, usurare l’azione del Professore un poco alla volta, esponendolo, in tal modo, ad una sicura perdita di quella autorevolezza che , invece, lo ha nettamente differenziato da qualsiasi altro politico e contraddistinto personalmente .
Monti lo capisce e non ci sta, comprende immediatamente quale pericolo gli si para di fronte e … avendo ora nuove velleità da politico, decide di difendere vigorosamente il suo “vantaggio”affondando a sua volta il colpo e presentandosi dimissionario; non solo para il Berlusconiano attacco ma reagisce con decisione, si toglie immediatamente dall’angolo e contrattacca.
L’immagine che traspare da questi eventi è senza dubbio quella di due fieri contendenti , l’uno aduso al confronto “duro” quello che ogni imprenditore di successo è abituato ad affrontare quotidianamente , l’altro di estrazione elitaria e un po’ snob del tipo squisitamente accademico.
Due approcci ai temi di carattere politico che a livello personale e caratteriale appaiono fin da subito, reciprocamente agli antipodi e che, se messi direttamente a confronto, sono destinati inevitabilmente a collidere fragorosamente.
E’ tempo di tatticismi, siamo entrati prepotentemente in atmosfera di pre campagna elettorale e la temperatura si alza immediatamente; gli avversari politici si studiano, teorizzano e pianificano la loro strategia, iniziano a piazzare i primi colpi, verificandone l’effetto.
A breve si vedranno le prossime mosse, nel contempo di una cosa possiamo star sicuri: non assisteremo certo, come avremmo potuto presupporre, ad uno scontro fra un pugile ed un schermitore di fioretto, il secondo sembra essersi già adeguato alla situazione e contemporaneamente anche già allenato a tirar di boxe.
Sarà uno incontro fra pesi massimi.