Una settimana che vede importanti sfide per l'Eurozona. La Brexit è ormai giunti al nodo cruciale, Theresa May incontrerà i leader europei a Bruxelles e cercherà di strappare una proroga dei termini e permettere al Parlamento britannico di votare l'accordo (già respinto due volte). I leader europei potrebbero acconsentire ad un breve rinvio ma vi è molta frustrazione per come il governo UK sta gestendo questa fase cruciale.
Negli Stati Uniti, la FED sembra essere diventata attendista e ha confermato i tassi al 2.50% annunciado anche una stretta per quanto riguarda il 2019.
Gli ultimi dati macroeconomici, meno incoraggianti rispetto ai mesi scorsi, hanno visto un cambio di rotta per l'economia americana. Nonostante un tasso di disoccupazione recordo (al 3,7%) e una fase di forte ripresa sembra adesso contrarsi per via dello stallo nelle trattative tra Cina e USA per porre fine alla guerra commerciale.
Per quanto riguarda il petrolio, l'OPEC ha rimandato a giugno ulteriori decisioni sulla politica dei tagli e le conseguenti decisioni. Infatti, il vertice previsto per il 17 e 18 aprile 2019 è stato a rinviato a sorpresa, con Russia e Arabia Saudita che convergono sulle posizioni caute e restano in attesa di capire il mercato.
Il rapporto tra domanda e offerta sembra essersi riequilibrato, lasciando al mercato l'ultima parola sul percorso da intraprendere. Scelte che sfuggono alle provocazioni di Donald Trump, da tempo critico verso l'Opec e la sua linea garantista.