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Cosa ha fatto la Fed per far schizzare il dollaro?

Pubblicato 28.01.2021, 10:13
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 27 gennaio 2021

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Con la Federal Reserve che sta tenendo il suo primo vertice di politica monetaria dell’anno sarebbe facile attribuire il rally di oggi del dollaro alle dichiarazioni della banca centrale.

Tuttavia, niente di ciò che il Presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato oggi è stato causa dell’impennata del dollaro e del calo delle azioni. Un rally come quello che abbiamo visto oggi per il biglietto verde sarebbe normalmente alimentato da dichiarazioni rialziste.

Invece, le variazioni alla dichiarazione del FOMC sono state leggermente più caute: la banca centrale ha riconosciuto la moderazione dell’attività e dell’occupazione nelle aree maggiormente colpite dalla pandemia ed ha previsto un’inflazione più modesta quest’anno. Queste previsioni caute spiegano il perché Powell pensi che sia “troppo presto per pensare alla riduzione degli acquisti”. Ha affermato che c’è ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi di inflazione ed occupazione, dunque, quando sarà il momento di ridurre “gradualmente”, saremo avvisati con largo anticipo. Il fatto che non siano state date informazioni su una eventuale tempistica di questa riduzione avrebbe dovuto far scendere il dollaro, non farlo salire.

E allora perché il biglietto verde è salito? La risposta sta nell’azionario.

Il Dow Jones Industrial Average è sceso di oltre il 2% ad un minimo di tre mesi nei timori che gli speculatori possano essere raggiunti dai regolatori. È stato il giorno del FOMC, ma tutti pensano a GameStop (NYSE:GME) e alle short squeeze di Reddit e WallStreetBets. Alcuni investitori temono che le forti perdite degli hedge fund potrebbero causare la liquidazione di altri investimenti.

Infatti, il calo del rischio è stata una delle principali ragioni che spiegano l’impennata del dollaro di oggi. Se i dati di domani sul PIL USA del 4° trimestre dovessero deludere le aspettative, il calo potrebbe accelerare velocemente. In momenti del genere è importante ricordare che le correzioni sono sempre più rapide ed aggressive dei rally. Con le vendite al dettaglio in calo in ognuno dei mesi del quarto trimestre, il rischio è al ribasso per il report di domani. Il cambio USD/JPY è vulnerabile ad una correzione, ma un rally del dollaro USA sarebbe più sentito tra le valute ad alto beta. I cambi EUR/USD, AUD/USD e USD/NZD hanno il rischio di ribasso maggiore.

I dati più forti del previsto sull’inflazione australiana e sui profitti industriali non sono riusciti a sostenere AUD e NZD, le valute peggiori della giornata. Sebbene i fondamentali in entrambi i paesi siano forti e i casi di coronavirus siano bassi, queste valute sono più vulnerabili ad una correzione per via dei forti guadagni nel 2020. Il calo del NZD potrebbe accelerare se i dati di stasera dovessero essere una sorpresa al ribasso.

Per domani sono attesi anche i dati tedeschi. Sebbene la pressione dei prezzi dovrebbe aumentare, l’inflazione è così bassa che qualsiasi aumento sarebbe praticamente ignorato. Il cambio EUR/USD è sceso a 1,21 prima del FOMC ma, tra la richiesta di dollari USA dai mercati e i timori sull’apprezzamento della valuta espresso dalla BCE, il prossimo passo per il cambio potrebbe essere 1,20.

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