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DailyFX Morning Adviser, Dollaro: la big story

Pubblicato 13.03.2014, 09:02
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Matteo Paganini, 13 marzo 2014

INTRO

La big story di questa mattina è la debolezza del dollaro americano. Debolezza pura o combinata a forza di altre valute? Per capirlo, dobbiamo fare un salto indietro a ieri mattina.

Ore 11.00 di ieri: partono i movimenti

L’atteso dato sulla produzione industriale dell’area euro, rilasciato ieri in mattinata alle ore 11.00, ha mostrato un miglioramento su base annuale sia rispetto alle rilevazioni precedenti (+1.2%), sia rispetto alle attese (+1.9%) facendo segnare un +2.1% che, con i tempi che corrono, risulta essere un buon dato, con una rilevazione su base mensile che ha però disatteso le previsioni pari a +0.5%, pur essendo risultata di 0.2 punti percentuali migliore della precedente, pari a -0.4%. Un dato contrastante dunque che ha portato a reazioni completamente decorrelate sul mercato, con l’euro lievemente in salita (il che significa dollaro in discesa), la sterlina pesantemente venduta per ragioni tecniche legate a flussi di ordini che intercettavano i prezzi su ogni pull back rialzista (così come sul dollaro australiano, seppur in misura minore, il che significa dollaro in salita) e con un dollaro yen invariato, lievemente in discesa, ma qui ci stiamo muovendo ancora in una congestione che possiamo definire laterale. Subito dopo però l’euro, quando il dato è stato digerito, ha mostrato una buona forza partendo a rialzo e trascinando con sé sterlina e dollaro australiano, senza che nessuna ragione macro spingesse queste ultime due divise, mostrando così una correlazione sulla base del movimento a ribasso del dollaro americano. Dollaro che, durante la sessione asiatica, trainato questa volta dal movimento a rialzo del dollaro australiano dovuto ai dati sul mercato del lavoro che hanno visto un tasso di disoccupazione stabile al 6% ed una creazione di posti di lavoro pari a 47.3k unità contro attese pari a 15k posti ed un precedente che ha toccato quota 18k, ha continuato a scendere anche contro euro e sterlina, che a differenza di quanto accade la maggior parte delle volte, questa notte sono riusciti a muoversi direzionalmente. Si tratta dunque di una combinazione di fattori che ha portato ad avere delle correlazioni dollarocentriche (ad eccezione del UsdJpy che vive di vita propria se non di fronte a pubblicazione di dati Usa) che potrebbe persistere anche per la giornata di oggi ma che operativamente utilizzeremo soltanto in congiunzione con l’analisi dei livelli tecnici (banalmente se vedremo per esempio ripartire il dollaro americano contro euro e dollaro australiano, ma non contro la sterlina, venderemo il cable soltanto se mostrerà una situazione tecnica di vendita e non soltanto perché in ritardo rispetto alla discesa di euro e australiano). Ultima nota sulla produzione industriale cinese, che ha portato ad una lieve correzione sull’AudUsd, in quanto è stato pubblicato un dato pari a +8.9% contro attese di +9.5% ed un precedente +9.7%.

 

QUADRO TECNICO                                         

EUR/USD: sfiorata quota 1.3950 dopo l’ottima tenuta della media a 21 oraria e la formazione di una figura a bandiera che, purtroppo, ha portato alla continuazione del movimento rialzista a partire dalle prime ore del mattino senza aspettare la nostra sveglia (cosa buona per chi era già lungo, meno buona per chi non era a mercato). Occorre curare con attenzione la potenziale formazione di una divergenza ribassista oraria ed un eventuale giro a ribasso dello stocastico a 4 ore (che per ora sta negando divergenze) prima di pensare ad eventuali vendite (piuttosto perdiamo un eventuale movimento di correzione, giustificato soltanto dal buon risk reward che si proporrebbe dati gli stop da posizionare sotto la figura tonda). L’idea è quella di curare eventuali pull back delle aree di supporto, date dalla media a 21 oraria e dai punti statici precedenti passanti par area 1.3910 per valutare eventuali acquisti di euro. Da notare come il forte sbilancio corto dell’SSI dei giorni scorsi abbia aiutato nel cogliere questo movimento a rialzo.

USD/JPY: mercato che sta cominciando a trovare delle impostazioni di vendita avendo resistito sotto le medie orarie incrociate a ribasso e sotto i punti statici precedenti. In caso di tenuta dell’area passante tra 102 ¾ e 102.85 i prezzi potrebbero tentare delle escursioni verso la parte basse dell’ipotetico canale ribassista all’interno del quale ci stiamo muovendo, con i primi target posti intorno a 102.30 ed eventualmente la possibilità di estendere verso 102.10, che potrebbe intervenire come supporto. Una ripartenza oltre le resistenze viste potrebbe portare ad accelerazioni verso 103.10, area da superare prima di pensare ad una buona rivalutazione del dollaro.

EUR/JPY: continua la sorta di lateralità per il cross tra EurUsd e UsdJpy, con il mercato che ha incontrato resistenze passanti per 143.50 e vede i propri supporti passanti per 142. ¼. Questi i livelli che si potrebbero seguire, rispettivamente per valutare acquisti in stop o acquisti in limit, tenendo conto che un ritorno sotto i punti di rottura a rialzo dovrebbe far considerare l’idea di uscire dal mercato, mentre un passaggio dei supporti potrebbe far considerare la possibilità di valutare discese verso l’area che comincia  141 ¾ e che si estende fino a 141 ¼.

GBP/USD: buon recupero della sterlina che, come accennato, grazie alle vendite di dollaro americano avvenute tra ieri e stanotte (qui non ci sono stati acquisti puri di sterlina, come visto su euro e dollaro australiano), è riuscita a tornare sopra la media a 100 oraria e sopra gli ultimi livelli di massimi statici precedenti. Siamo a curare eventuali correzioni per valutare degli appoggi sui supporti sui quali poter pensare ad acquisti di pound. Essi partono da 1.6650 e si estendono per un quarto di figura. Un ritorno sotto di essi potrebbe essere propedeutico ad estensioni verso 1.6590, che se superato potrebbe lasciare spazio verso i minimi.

AUD/USD: primi supporti già trovati sull’aussie, con la possibilità di seguire la potenziale formazione di una divergenza ribassista oraria che si andrebbe a formare in caso di formazione di nuovi massimi. Operativamente, se non si sono sfruttati i primi supporti statici passanti per area 0.9030/0.9040 per cominciare a costruire posizioni lunghe potrebbe essere il caso di attendere l’eventuale rottura rialzista di area 0.9085, per proiezioni verso 0.9110 (stando sempre attenti alla divergenza) ovvero di attendere un ritorno sui primi supporti visti, estendibili fino alla media a 21. Sotto 0.9010 è possibile valutare eventuali discese che potrebbero non approfondire verso i punti precedenti fino a che non dovesse essere superato l’area passante per 0.8990.

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