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DailyFX Morning Meeting

Pubblicato 06.03.2014, 09:07
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Davide Marone, 6 marzo 2014

INTRO

Nei titoli del Morning Adivser dei giorni precedenti ci siamo concentrati molto sui meccanismi correlativi che, se confermati nel medio periodo, potrebbero fornire una chiave di lettura preziosa del mercato al fine di impostare scelte operative che comunque devono passare dall’analisi tecnica dei grafici. Abbiamo dunque parlato, e con alternanza estremamente precisa, di risk on e risk off e in effetti tanti erano gli elementi che se messi organicamente insieme ci permettevano di dipingere simili scenari. Ma oggi si torna per così dire ai “grandi classici”, e cioè le Banche Centrali. Bank of England e Banca Centrale Europea, prima dei dati su NFP e Disoccupazione degli Stati Uniti di domani.

Capitolo 1: Bank of England

Per quanto concerne il versante britannico abbiamo ragione di ritenere che potremmo essere di fronte a un non evento. Oggi infatti vi sarà l’annuncio del tasso di interesse di riferimento e quello sul Quantitative Easing totale: viste le ultime release sul fronte occupazionale e su quello inflazionistico e data come chiara e credibile la forward guidance comunicata da Carney, è ragionevole attendersi la riconferma tasso a 0,50% e del QE a 375 miliardi di sterlina. Potrebbe perciò trattarsi di un non evento, visto che peraltro le decisioni non saranno accompagnate da uno statement che invece verrà rilasciato tra due settimane da parte dell’istituto centrale d’oltremanica. La sterlina continua a trovarsi in una posizione di forza relativa contro le major, con il cambio originale GbpUsd che ha mostrato una certa “indecisione” in queste settimane; la comunicazione dello status quo potrebbe dunque essere, quanto meno nel breve, depressiva per il cambio che potrebbe direzionarsi verso le importanti aree di supporto a 1,66 prima di eventuali ripartenze. Meno probabile, ma senza forti elementi contrari, lo scenario rialzista in ripresa dei massimi relativi a 1,6825. Ci siamo comunque spinti verso livelli soglia che devono essere presi come riferimento, salvo la possibilità di assistere a movimenti dalla volatilità contenuta e quindi di fatto mantenersi distanti dalle aree sopracitate

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Capitolo 2: Banca Centrale Europea

Decisamente più incerto il quadro previsivo sul fronte di Francoforte. Partiamo dall’elemento più importante che caratterizza la policy della BCE: il tasso di inflazione. L’ultima release ha evidenziato un +0,8%, per noi dato allarmante tanto più se si considera che è la media dei Paesi dell’Eurozona alcuni dei quali già in deflazione; per Mario Draghi lo spettro della deflazione è piuttosto remoto, ma la candida ammissione è quella di un periodo prolungato di bassa inflazione che però potrà essere seguita da un movimento graduale al rialzo e spalmato negli anni verso il 2%. Pur ammettendo i famosi “downside risks” Draghi, peraltro non più tardi di tre giorni fa, ha sostenuto che la bassa crescita dei prezzi è stata legata anche agli sviluppi nel mercato dell’energia (guardando il prezzo del greggio pure qualche obiezione sarebbe lecita) e ha decisamente centrato molto di più il punto parlando del vero problema, la mancanza di domanda aggregata che naturalmente è legata ad un tasso di disoccupazione tragico ed aspettative dei consumatori fondate su una sostanziale mancanza di fiducia verso il futuro più prossimo, oltre che verso le politiche economiche intraprese finora, che dunque si riflettono in piani di consumo mitigati se non rinviati. Quali dunque le prospettive di oggi? Taglio dei tassi, LTRO? Francamente non siamo ottimisti su nessuno dei due fronti: le due questioni sono molto vicine, più di quanto si pensi, nel momento in cui il nodo del problema è il meccanismo di trasmissione della politica monetaria laddove la liquidità immessa,(vedi appunto i 2 LTRO ad esempio), non è mai arrivata al sistema produttivo ma è rimasta confinata all’interno del settore bancario che ha messo in piedi operazioni più o meno discutibili, quanto meno dal punto di vista dell’utilità sociale. Quindi ancora una volta bassa erogazione di credito, aziende che non posso investire ma che anzi devono ridurre i costi e licenziare, disoccupazione e consumi bye bye. Banale ma efficace spiegazione di questo folle circolo vizioso. Tassi negativi? Il tasso di rifinanziamento principale è allo 0,25% ed anche un taglio non potrebbe essere sostanziale (allo 0,10%) e appare comunque tardivo. Tasso di deposito sotto lo zero? Forse più efficace , anche se tecnicamente libera la liquidità overnight delle banche, non quella dunque da iniettare nell’economia ma se non altro olierebbe i meccanismi di flussi di liquidità tra istituti di credito, anch’essi temuti. Beh, le vie di uscita sono poche. Ci sarebbe un Quantitative Easing, ma non iniziamo neanche a parlarne. Sappiamo come andrebbe a finire il discorso. L’euro si trova ancora in posizione di grande forza e per un banale discorso di massa monetaria non potrebbe essere diverso. Una non comunicazione oggi potrebbe in primo luogo portare a lievi discese di euro, su aspettative di breve potenzialmente disattese, ma che poi verosimilmente diverrebbero salite verso i punti di massimi contro il dollaro americano. Lui si che è svalutato, semplicemente perché è dappertutto.

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QUADRO TECNICO

EUR/USD: price action molto stretta e congestionata quella del cambio principe, peraltro come tipicamente avviene nei giorni che precedono la BCE. L’area di supporto che deve essere monitorata è ancora quella di 1,3700/20, che pure ieri ha favorito lievi acquisti. Dunque ancora buono il rapporto rischio/rendimento da quest’area verso i primi obiettivi a 1,3775 prima e 1,3790 poi. Difficile dire altro in vista della volatilità conseguente alle comunicazioni BCE, se non di evidenziare ancora 1,3685 come ultimo livello di supporto prima del raggiungimento di area 1,3640.

USD/JPY: buona la salita del cambio questa notte con il preciso raggiungimento dell’area di 102,75 ed il forte segnale fornito sul daily di violazione della media mobile esponenziale a 21 periodi. E’ dunque verosimile attendersi delle lievi correzioni, potenzialmente suffragate nel breve da una divergenza regolare ribassista tra prezzo e stocastico sul grafico orario per possibili ritorni a 102,40 e per nuove ripartenze con tentativi di allungo verso 102,90, ultimo baluardo prima di ulteriori forti apprezzamenti verso 103,45. Nonostante il RR limitato, altre vendite sono contemplabili sotto 102,40 o in maniera conservativa sotto 102,25, verso l’area di 102,10, 101,95 e 101,65.

EUR/JPY: bella spinta al rialzo anche per questo cross, anch’esso precisamente approdato in area di resistenza a 141. Meno evidenti i segnali di correzioni nel breve, per quelli che potrebbero essere dei tentativi di raggiungere 141,30 prima di ritracciamenti con attenzione a 140,75 come primo supporto degno di nota. L’impostazione oraria con l’ottimo comportamento della media mobile esponenziale a 21 periodi è molto indicativa in questo senso. Rotture rialziste sopra i massimi ci potrebbero condurre di un fiato in area 142.

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GBP/USD: il cable continua a mostrarsi piuttosto ”indeciso”, e lo scrivevamo anche ieri. Il riferimento resta il canale rialzista, a sua volta contrapposto alla correzione ribassista degli ampi movimenti visti per gran parte del mese di febbraio. Il supporto dinamico ha confermato la sua validità ed ha permesso un ottimo rapporto rischio/rendimento in acquisto e una buona precisione dei livelli a 1,6695 e 1,6725. Questi ancora punti da valutare per nuovi acquisti guardando sempre ad area 1,6775. Short giustificati sotto 1,6640 verso area 1,66.

AUD/USD: buono il rialzo dell’australiano sui dati positivi relativi a Bilancia Commerciale e Vendite al Dettaglio di questa notte. Rotti molto bene i massimo a 0,8990 per quelle che ora sono correzioni di breve che potrebbero far ripartire il prezzo verso 0,9050 e 0,9085.

Ger30 (Dax): lateralità del Dax dopo gli scossoni di lunedì e martedì. Creatasi dunque una congestione tra 9.520 e 9.585 da poter sfruttare con ordini OCO in direzione dei gap da ricoprire fino a 9.660 al rialzo e 9.430 al ribasso.

XAU/USD (Oro): anche oro in congestione, come tipicamente accade in attesa dei dati sul lavoro americano del primo venerdì del mese. L’area 1.325/30 ha confermato tutta la sua validità come supporto, ancora una volta con l’ottimo transito della media mobile a 21 periodi sul grafico a 8 ore. Buono dunque il RR in acquisto sempre guardando all’area di 1.340/44 in primis, ed eventualmente a 1.354. Ben peggiorato invece il RR in vendita se non dopo il raggiungimento delle sopracitate resistenze.

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