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Dicembre complicato per lo yen

Pubblicato 02.12.2014, 12:49
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Forex News and Events

Moody’s ha tagliato il rating del Giappone, portandolo ad A1 con outlook stabile. Il Giappone non ha raggiunto gli obiettivi in materia fiscale e il ritardo nelle riforme strutturali pesa sulla ripresa economica, quindi la prima freccia scoccata con successo (massiccio stimolo monetario) non fa che spingere il paese verso lo stallo. Il governo del primo ministro Abe non ha mantenuto la promessa che aveva fatto alla BoJ, ovvero procedere con le riforme fiscale mentre la BoJ avrebbe iniettato liquidità massiccia per comprare il suo debito. Il rinvio del secondo aumento dell’IVA, inizialmente previsto per il 2015, potrebbe costare caro all’Abeconomia, perché il ritardo nel consolidamento fiscale crea tensioni fra Kuroda e Abe. Il governatore della BoJ Kuroda ha detto che l’impatto del rinvio dell’aumento dell’IVA su inflazione e crescita è “responsabilità del governo”, non della BoJ. Il disagio fra i leader sta diventando un problema.

Dal primo trimestre la BoJ è diventata il principale creditore del debito pubblico e la banca sta continuando ad acquistare pesanti quantità di bond giapponesi (8-10 mila miliardi di yen al mese), facendo aumentare il debito pubblico del paese, già fra i maggiori al mondo. Se adesso le agenzie di rating iniziano a sollevare dubbi sulla solvibilità del paese, il premio di rischio più elevato sul debito nipponico e il calo dello yen potrebbero intaccare gravemente la fiducia nell’Abeconomia. D’altro canto, l’aumento dell’inflazione e, per contro, una crescita moderata delle retribuzioni non costituiscono un mix salutare per far rialzare il Giappone nel lungo termine. Come emerge dal dato pubblicato oggi, a ottobre le retribuzioni medie lorde sono cresciute inaspettatamente a un ritmo più lento, pari allo 0,5% su base annua (rispetto allo 0,8% previsto e precedente). Una cosa è certa: il Giappone ha bisogno di una ventata di aria fresca.

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Diminuisce la propensione per uno yen più debole, mentre per questa settimana gli indicatori di trend e momentum puntano a una correzione più marcata. Ciò nonostante, gli ordini d’acquisto per le opzioni si susseguono tranquillamente sopra 117,85/118,00 e dovrebbero conferire un po’ di supporto all’USD/JPY nei prossimi giorni. Le incertezze politiche e i dati economici cupi garantiscono il mantenimento della resistenza a 120 per l’USD/JPY in vista delle elezioni anticipate di dicembre. Anche se, a nostro avviso, la situazione è incerta sul lato dello JPY, le cifre NFP di venerdì dagli USA potrebbero dare una nuova spinta all’USD/JPY. Una violazione sopra 120 dovrebbe imbattersi negli stop, mentre, sui mercati delle opzioni, troviamo discreti ordini d’acquisto che sosterrebbero un ulteriore rialzo. Le inversioni di rischio delta-25 a un mese per l’USD/JPY si attestano a 37 punti, a conferma della preferenza per opzioni di tipo call sull’USD/JPY. Detto questo, prevediamo che i tentativi al rialzo sopra 120 genereranno ottime opportunità di vendita prima delle elezioni del 14 dicembre. Nel medio termine, prevediamo che il primo ministro Abe verrà confermato, uno scenario che potrebbe generare una sostenibile violazione superiore a 120, non appena si risolveranno le incertezze.

L’EUR/JPY si stabilizza sopra la sua linea di conversione giornaliera (147,89). La diffusa impostazione corta sull’EUR dovrebbe arginare il rialzo prima della riunione della BCE di giovedì. Un’incursione sotto la linea di conversione (147,36) dovrebbe segnalare un pattern d’inversione ribassista di breve termine.

L’AUD/JPY resiste sopra quota 100,00 dopo il diffuso rally dell’AUD in scia alla decisione della RBA. A nostro avviso, la ripresa dell’AUD dovrebbe essere passeggera perché aumentano le scommesse su un potenziale taglio del tasso dalla RBA nel prossimo futuro. Agli occhi della RBA, l’AUD è ancora sopravvalutato, “sarà verosimilmente necessario un tasso di cambio più basso per raggiungere una crescita equilibrata”. La BoJ statica e la RBA accomodante dovrebbero spingere l’AUD/JPY verso la fascia 98-100 prima di nuove notizie dal Giappone.

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The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD continua a muoversi all’interno della banda orizzontale tra il supporto a 1,2358 e la resistenza a 1,2577. Tuttavia, fintanto che i prezzi resteranno sotto la linea di tendenza discendente (attorno a 1,2500), viene favorita una polarizzazione discendente. Un supporto orario si trova attualmente a 1,2419 (minimo 01/12/2014). In una prospettiva di lungo termine, da maggio 2014, l’EUR/USD si trova in un trend discendente. La violazione della forte area di supporto fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012) ha spianato la strada a un declino verso il forte supporto a 1,2043 (minimo 24/07/2012). Una resistenza chiave giace a 1,2632.

GBP/USD La coppia GBP/USD ha testato con successo il supporto a 1,5593. Il successivo rimbalzo ha infranto la resistenza oraria a 1,5725 (massimo intragiornaliero). Un'altra resistenza si trova a 1,5826 (vedasi anche il canale discendente). A più lungo termine, la rottura del supporto a 1,5855 (minimo 12/11/2013) conferma una tendenza ribassista di fondo. Un rischio al ribasso conservatore è dato da un test del supporto a 1,5423 (minimo 14/08/2013). Un altro supporto è disponibile a 1,5102 (minimo 02/08/2013). Una resistenza chiave si trova a 1,5945 (massimo 11/11/2014).

USD/JPY L’USD/JPY si sta consolidando dopo aver segnato un massimo su 7 anni a 118,98. L’attuale declino dei prezzi deboli lascia intravedere una robusta base d’interesse all'acquisto. Monitorate il test della resistenza a 118,98. Supporti orari possono essere individuati a 117,87 (minimo 01/12/2014) e a 117,24. Favoriamo un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). La violazione della resistenza principale a 110,66 (massimo 15/08/2008) spiana la strada a un ulteriore rialzo verso 120,00 (soglia psicologica, vedasi altresì il 61,8% del ritracciamento sul calo dal 1998 al 2011). Una resistenza importante si trova a 124,14 (massimo 22/06/2007).

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USD/CHF L’USD/CHF segue la fase di consolidamento. La linea di tendenza ascendente favorisce un’impostazione rialzista. Un supporto chiave si trova a 0,9595. Una resistenza oraria si trova a 0,9688, mentre una resistenza chiave si trova a 0,9742. Da una prospettiva di più lungo termine, la struttura tecnica favorisce un ritracciamento completo della grande fase correttiva iniziata a luglio 2012. I recenti nuovi massimi al di sopra della resistenza chiave a 0,9691 confermano tale prospettiva. Un supporto robusto si attesta a 0,9368 (minimo 15/10/2014). Una resistenza chiave si trova a 0,9839 (massimo 22/05/2013).

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