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Difficile una ripresa di Uber tra crescita in calo e perdite in aumento

Pubblicato 03.06.2019, 13:40
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
UBER
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Il principale servizio di ride-hailing al mondo, Uber Technologies Inc. (NYSE:UBER), cammina sul filo del rasoio dalla sua deludente offerta pubblica iniziale del mese scorso. Deve rapidamente dimostrare di valere più del livello a cui è scambiato il suo titolo. Ma non è un compito facile con la crescita che rallenta, le vendite in calo e le perdite in aumento.

Questo è il messaggio che gli investitori hanno avuto dal primo report sugli utili della compagnia dall’IPO, pubblicato il 30 maggio, che ha reso evidente come il cammino verso la redditività per Uber sarà lungo e difficile. Sebbene i risultati siano stati perlopiù in linea con le aspettative degli analisti, hanno mostrato che la compagnia non ha molto spazio di manovra nell’ambiente competitivo e spietato in cui opera.

Il titolo sta rispecchiando questa valutazione negativa: è crollato di quasi il 3% dalla tanto pubblicizzata IPO del 10 maggio ed ha visto un tonfo di oltre il 10% nella prima seduta di scambi. Sebbene sia balzato dell’1,5% venerdì, chiudendo a 40,41 dollari, è sceso poi dello 0,5% negli scambi after-hour nel weekend.

Uber price chart

Rallentamento della crescita

I risultati del primo trimestre di Uber hanno mostrato che i ricavi dai servizi core di ride-hailing e consegne alimentari sono aumentati del 10% su base annua a 2,62 miliardi di dollari, molto più lentamente rispetto allo stesso periodo di un anno fa, dimostrando un consistente trend ribassista. La crescita netta dei ricavi sulla piattaforma core è scesa dal 125% del 2017 al 39% del 2018. Il margine di contribuzione sulla piattaforma core, rappresentante i ricavi delle vendite meno i costi variabili, era del 18% un anno fa ma è sceso a -4,5% nel primo trimestre.

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Anche la crescita delle prenotazioni lorde, un indicatore chiave di quanto speso dai clienti su Uber, sta rallentando. Hanno totalizzato 14,7 miliardi di dollari nel trimestre, con un incremento del 34%, rispetto al 37% del quarto trimestre. I consumatori attivi mensilmente sulla piattaforma sono saliti a 93 milioni, con solo +2%. Si tratta di un calo dalla crescita del 3% del primo trimestre dello scorso anno e dalla media del 14% sui precedenti 11 trimestri.

Questi dati deboli ed i costi in aumento della compagnia sono responsabili dell’enorme perdita trimestrale di 1,01 miliardi di dollari, una delle più alte tra le compagnie quotate in borsa. Una perdita in una fase di crescita esplosiva non è inusuale ma è difficile concedere il beneficio del dubbio ad Uber quando la crescita sta già decelerando e la gestione sembra non avere una risposta concreta che soddisfi i suoi preoccupati investitori.

Nei commenti post utili della scorsa settimana, Uber ha cercato di dare nuova linfa al malconcio prezzo del suo titolo, affermando che intende tagliare i costi riducendo la quantità di denaro che spende per le promozioni dei clienti ed il marketing, secondo il suo Direttore Finanziario Nelson Chai. Ma questa intenzione di taglio dei costi cozza con la dichiarazione del comunicato stampa sugli utili:

“I nostri investimenti restano focalizzati sull’espansione della piattaforma globale e sulla differenziazione a lungo termine di prodotti e tecnologia, ma non esiteremo ad investire per difendere la nostra posizione di mercato a livello globale”.

Di certo, la leadership di Uber nel settore del ride-hailing è indiscutibile. Offre più servizi rispetto a qualunque dei suoi concorrenti, comprese consegne alimentari e logistica, e con una portata globale molto più grande. Opera in 700 aree metropolitane in sei continenti. Ma ad ogni modo non è il momento giusto per investire sul titolo, quando l’espansione sta rallentando ed il titolo può chiaramente ancora scendere.

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Morale della favola

Il titolo di Uber è ancora un nome da evitare. La decelerazione della crescita indica che gli investitori hanno ancora molta strada davanti prima di poter vedere un miglioramento sostenibile dell’attività della compagnia. Con un macro-contesto in rapido peggioramento per i titoli a crescita e la concorrenza che comincia a farsi sentire, non pensiamo che sia un buon momento per essere long su Uber.

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