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Eni, Exxon Mobil, Chevron, BP; spazio agli investimenti

Pubblicato 11.07.2016, 16:41
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

ENI SpA (MI:ENI), Exxon Mobil Corporation (NYSE:XOM), Chevron Corporation (NYSE:CVX), BP PLC (NYSE:BP): spazio agli investimenti

Le compagnie petrolifere Eni, Exxon Mobil, Chevron, BP danno spazio agli investimenti.

La contrazione del prezzo del Petrolio Greggio di questi ultimi anni ha causato una forte riduzione degli investimenti ed il congelamento di quelli già esistenti.

Il Crude Oil ha chiuso l’ultima sessione settimanale su posizioni decisamente “short” dopo che il report dell’Energy Information Administration (EIA) sulle scorte di greggio ha evidenziato una riduzione di giacenze inferiori al previsto.

Di seguito il grafico del Greggio su time frame settimanale:

Petrolio greggio, grafico su tf settimanale

Soprattutto a partire dal mese di gennaio ed in particolare dall’eliminazione dell’embargo all’Iran, fino a Brexit il prezzo del petrolio è stato sotto sottoposto a forti stress, come abbiamo già più volte evidenziato in precedenti articoli.

Questo si è tradotto in una contrazione degli investimenti delle oil companies che si sono concentrate sempre più in quelle aree ancora profittevoli, come il Golfo del Messico, Ghana, Egitto e Norvegia.

Tuttavia, le compagnie petrolifere sembrano aver capito ed interpretato gli attuali cambiamenti nel mercato internazionale, adeguandosi con una diversa politica industriale e credendo ancora in una futura ripresa del prezzo del petrolio.

ENI: Mozambico ed Egitto

Nel 2012 Eni aveva scoperto giacimenti di gas nel bacino del fiume Rovuma in Mozambico. La scoperta ha certamente catturato l’interesse di molte compagnie petrolifere. Il 26 febbraio 2016 Eni ha ottenuto l’approvazione del progetto relativo al Piano di Sviluppo della scoperta di Coral, il primo ad avere anche una licenza ambientale.

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Questo progetto si riferisce alla prima fase di sviluppo di 140 miliardi di metri cubi di metri cubi di gas della scoperta di Coral, ubicati nell’Area 4 offshore del Mozambico.

Nel 2015 Eni aveva già ceduto una quota del 20% alla China National Petroleum Corporation per un valore di 4,2 miliardi di dollari.

I rumors di venerdì della settimana passata della notizia di una cessione di asset di gas a Exxon Mobil e Quatar Petroleum, uniti da una joint venture di 15 anni, ha fatto schizzare il titolo alle stelle, come possiamo vedere dal grafico seguente:

Eni SpA, grafico su tf giornaliero

Questi rumors sembrano poggiare su solide fondamenta, in quanto Exxon Mobil:

  1. ha già manifestato la volontà di operare nel giacimento di gas scoperto dalla società norvegese Statoil in Tanzania a nord del bacino del fiume Rovuma.
  2. ha ottenuto 3 licenze di esplorazione nella zona sud delle aree di Eni e Anadarko Petroleum

Infine il Qatar è interessato a questo tipo di progetto, perché è il più importante esportatore di Gas naturale liquefatto (Gnl) al mondo.

Pertanto, vi sono le premesse per la conclusione di un accordo entro fine anno che permette alla compagnia italiana di raggiungere il “target price” di 15,50€ per azione.

Questi rumors, invece, non sono confermati in Egitto, dove Eni si avvia a relizzare il quarto pozzo.

Chevron e Exxon Mobil: Progetto Tengiz

Il Ministro dell’Energia del Kazakhstan, Kanat Bozumbayev, ha annunciato che Chevron ed Exxon Mobil investiranno 37 miliardi di dollari per l’ampliamento del progetto Tengiz a partire dal 2017, permettendo la creazione di 24.000 nuovi posti di lavoro.

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La compagnia petrolifera Tengizchevroil ha la concessione per lo sfruttamento del giacimento ed è composta per il 50% da Chevron, per il 25% da Exxon Mobil, per il 20% dalla compagnia di Stato Kazmunaigas e per il 5% dalla Lukarco, già controllata dalla compagnia russa Lukoil.

Attualmente la produzione è di 500.000 barili al giorno, ma l’obbietivo di Chevron è di raggiungere 850.000 barili nel 2022.

British Petroleum: Mad Dog II

La compagnia petrolifera British Petrolium ha intenzione di finanziare il progetto Mad Dog II, praticamente vuole dare impulso e sviluppo alla parte meridionale del giacimento offshore di Mad Dog a largo del Gofo del Messico.

Alla gestione di Mad Dog Phase II parteciperà la BP PLC (NYSE:BP) con una quota del 60,5%, BHP Billiton Ltd (NYSE:BHP) con il 23,9% e Chevron Corporation (NYSE:CVX) con il 15,6%.

Il progetto di sviluppo del giacimento era stato presentato all’US Bureau of Ocean Energy Management ed approvato nel 2015. Si stima che entri in funzione a partire dal 2018.

L’area di competenza avrà una capacità produttiva di circa 120.000 – 140.000 barili al giorno.

Infine, Chevron, Exxon Mobil e Brithish Petroleum sono interessate allo shale oil per il suo basso costo nell’avviamento della produzione.

Pertanto, nonostante il difficile momento del settore energetico, le compagnie petrolifere continuano ad investire ed a scommettere nel futuro del gas e dell’oro nero.

Buon Trading.

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