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Fed: banche centrali globali divergono sull’inflazione, Powell consiglia pazienza

Pubblicato 08.11.2021, 14:23

Il Governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey ha fatto ricorso ad un’espressione cockney per difendere la decisione della scorsa settimana del Consiglio di Politica Monetaria di evitare di alzare i tassi, dicendo che i membri non hanno fatto “fiasco”, un modo per dire che non hanno perso il sangue freddo.

Gli investitori sono rimasti sconcertati. Pensavano che Bailey avesse detto chiaramente che la banca avrebbe di fatto cominciato ad inasprire la politica monetaria. Invece, pur portando le previsioni sull’inflazione al 5% entro la prossima primavera, la banca centrale britannica ha dichiarato che un aumento dei tassi probabilmente sarà necessario “nei prossimi mesi”. La banca ha lasciato il tasso di riferimento invariato allo 0,1%, anziché alzarlo come previsto allo 0,25%.

E gli Stati Uniti che pensavano di avere dei problemi.

La Federal Reserve ha rilasciato le sue stime ed ha annunciato, come previsto, che comincerà a ridurre gli acquisti di bond di 15 miliardi di dollari al mese dagli attuali 120 miliardi di dollari, terminando il tapering entro la metà del prossimo anno.

Il Presidente della Fed Jerome Powell ha addolcito ulteriormente il colpo spiegando che è “appropriato essere pazienti”.

Powell ne sa qualcosa della pazienza, visto che aspetta da settimane un segnale sull’eventualità che il Presidente Joe Biden lo nomini o meno ad un altro mandato a capo della banca centrale USA. Biden la scorsa settimana ha dichiarato che la decisione sta per arrivare ed ha incontrato separatamente Powell e Lael Brainard, membro del consiglio dei governatori della Fed che potrebbe sostituire Powell o almeno ottenere una delle vicepresidenze della banca centrale.

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Politica monetaria: “un fiasco” o “obnubilata”?

Mentre Wall Street attende col fiato sospeso la decisione di Biden, il resto del mondo continua a girare. La banca centrale norvegese ha ribadito la sua intenzione di alzare nuovamente il tasso a dicembre dopo l’aumento di settembre, il primo in due anni. L’economia del paese sta vedendo una forte ripresa e la banca centrale intende alzare il tasso di 25 punti base a trimestre per portarlo al livello pre-pandemia dell’1,5% entro fine anno.

Anche la banca centrale della Nuova Zelanda ha alzato i tassi e la Banca del Canada ha fermato il quantitative easing: le banche centrali stanno rallentando le politiche di allentamento a differenti velocità.

Questa differenza è dovuta all’intenzione di alcuni capi delle banche centrali di disfarsi del tradizionale ruolo della politica monetaria, cioè garantire la stabilità dei prezzi, e dare priorità alla massima occupazione, sebbene non sia ancora chiaro se sia un obiettivo raggiungibile tramite la politica monetaria.

Powell è il principale promotore di questa politica, anche se la Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde sembra felice di imitarlo. Powell e i suoi seguaci affermano che la pandemia di COVID-19 ha creato una situazione eccezionale e che l’inflazione, persino persistente come si sta dimostrando essere, sia il risultato di problemi temporanei delle filiere e del mercato del lavoro.

Al momento delle domande durante la conferenza stampa della scorsa settimana, il presidente della Fed ha ammesso che “rientra tra le possibilità” il fatto che l’obiettivo della banca centrale della massima occupazione venga raggiunto entro la seconda metà del prossimo anno, aprendo la strada a possibili aumenti dei tassi.

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Il consulente finanziario Charlie Farrell in un suo articolo sul Denver Post ha accusato la Fed di obnubilare le menti degli investitori, intendendo con questa espressione una manipolazione delle percezioni per cambiare la realtà che si ha davanti agli occhi, anche se in questo caso per la lodevole ragione di mantenere ancorate le aspettative sull’inflazione, cioè non lasciare che la previsione di prezzi più alti diventi una profezia auto-avverante.

“La Fed non ha dei buoni precedenti per quanto riguarda il prevedere l’inflazione, e ne è consapevole. La realtà è che la Fed ha poche informazioni sulle cause dei problemi delle filiere e della conseguente carenza di lavoro”.

Quindi: scegliete di che morte morire. La Banca d’Inghilterra ha fatto “fiasco” o la Fed vi sta “obnubilando”? Oppure dovreste semplicemente fidarvi che questi policymaker stiano facendo i vostri interessi. La storia ci spinge ad essere scettici.

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