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Fed: si parla di tapering tra inflazione più alta e crescenti preoccupazioni

Pubblicato 31.05.2021, 13:12
AABA
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I policymaker della Fed sembrano un po’ confusi (o stanno deliberatamente mandando messaggi misti) mentre aumentano le pressioni perché facciano qualcosa alla luce delle crescenti prove che l’inflazione sta salendo e nessuno può essere sicuro che si tratti di un fenomeno passeggero.

L’indice PCE core, la misura sull’inflazione preferita dalla Fed, è salito del 3,1% ad aprile da un anno fa e dello 0,7% da marzo, più del previsto in entrambi i casi. L’indice generale, che comprende i prezzi volatili di alimentari ed energetici che non vengono presi in considerazione nell’indice core, è balzato del 3,6% sull’anno.

I funzionari della Fed stanno ripetendo, fino alla nausea, che l’inflazione sarà più alta questa primavera per via del cosiddetto effetto base dei prezzi più bassi all’inizio della pandemia, rassicurando gli investitori che si tratta di un fenomeno temporaneo.

Il fatto che gli economisti, che sono disposti a concedergli il beneficio del dubbio, stiano abbassando le previsioni sull’inflazione dovrebbe farli riflettere, però.

 Entrambi i vicepresidenti del consiglio dei governatori della Fed hanno ammesso che dati del genere potrebbero spingere il Federal Open Market Committee a considerare un tapering degli acquisti di asset mensili da 120 miliardi di dollari.

Richard Clarida, il vicepresidente tradizionale, ha fatto riferimento ai verbali del vertice FOMC di fine aprile circa quando potrebbe succedere. “Arriverà un momento nei prossimi vertici in cui ci troveremo al punto di poter cominciare a parlare di una riduzione del ritmo degli acquisti di asset”, ha riferito l’economista della Columbia University in un’intervista a Yahoo (NASDAQ:AABA) Finance.

Randal Quarles, che occupa la relativamente nuova posizione di vicepresidente per le regolamentazioni, è stato persino più specifico, affermando durante un evento della Brookings Institution che:

“La mia opinione personale è che l’aumento dell’inflazione, pur mettendo in conto i fattori temporanei, e le aspettative sull’inflazione da dicembre si dimostreranno sufficienti per soddisfare lo standard per l’inflazione circa le stime sugli acquisti di asset nel corso dell’anno”.

Ha aggiunto, tuttavia, che il miglioramento sul mercato del lavoro è stato più lento del previsto. Il report sull’occupazione di maggio, atteso questo venerdì, sarà seguito attentamente per avere indicazioni che le assunzioni siano in ripresa, dopo i dati di aprile deludentemente bassi. Le stime indicano un aumento dell’occupazione a maggio di circa 675.000 unità, dopo le 266.000 di aprile.

Il Presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan ha proseguito la sua crociata perché il FOMC prenda in considerazione un tapering. La scorsa settimana si è concentrato sui 40 miliardi di dollari al mese che la Fed spende per acquistare titoli garantiti da mutui ipotecari dicendo che hanno conseguenze indesiderate nel contribuire agli eccessi sul mercato immobiliare. Ha anche avvertito che alcune pressioni inflazionarie, come le spese in conto capitale e la transizione energetica, potrebbero non essere tanto transitorie come pensano alcuni suoi colleghi della Fed.

I membri del FOMC si sono attaccati alla battuta del Presidente della Fed Jerome Powell secondo cui stanno “parlando di cominciare a parlare di tapering”, come ha detto il capo della Fed di San Francisco Mary Daly in un’intervista alla CNBC la scorsa settimana. Questo slogan è diventato monotono a furia di essere ripetuto e i policymaker dovranno essere più chiari nelle loro comunicazioni se vogliono evitare di confondere gli investitori.

La Fed ha tolto gli occhi dal bersaglio?

Pat Toomey della Pennsylvania, il Repubblicano senior alla Commissione Bancaria del Senato, ad esempio, vorrebbe vedere i funzionari della Fed concentrarsi di più sulla politica monetaria. La scorsa settimana ha inviato una lettera ai capi delle banche regionali di Boston, Atlanta e Minneapolis, lamentandosi di quella che ha definito “l’ossessione per la razza” da parte della banca.

“Non è esattamente il ruolo della Federal Reserve impegnarsi nel sostegno politico”, scrive Toomey. Ha criticato studi, documenti e post su blog da parte della banca, definendoli “pericolosamente parziali”.

Il razzismo è “ripugnante”, ammette, ma il tema della razza e dell’economia è “denso di assunzioni ed interpretazioni ideologiche”. Qualunque merito qualcuno abbia attribuito agli eventi dedicati all’argomento, Toomey aggiunge che “causa perplessità il perché debbano essere condotti da una Federal Reserve Bank regionale”.

Toomey non è un Repubblicano di estrema destra. È stato uno dei sette senatori Repubblicani ad aver votato a febbraio a favore della condanna dell’ex Presidente Donald Trump nell’ambito dell’impeachment proposto dalla Camera. Si è perso il voto della scorsa settimana sulla nomina di una commissione bipartisan per investigare sull’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio per un impegno familiare, ma ha reso noto che avrebbe votato a favore della proposta (la mozione, che necessitava di 60 voti per superare l’ostruzionismo, è stata bocciata per 54-35).

La sua lettera, tuttavia, è uno dei modi in cui i principali membri della commissione esercitano il potere. Ha chiesto a tre capi della banca (Eric Rosengren, Raphael Bostic e Neel Kashkari) di inviargli documenti e resoconti entro la seconda settimana di giugno. Quasi sicuramente adempiranno alla richiesta.

Ci sono certamente argomenti a favore del fatto che le banche Fed abbiano una visione più espansiva del loro ruolo, ma la lettera di Toomey dimostra quali siano i rischi di occuparsi di questioni sociali nel contesto altamente fazioso del paese.

Numerosi economisti avvertono che l’inflazione colpisce in modo sproporzionato chi guadagna meno, contribuendo alla disuguaglianza. Mantenere un limite sull’inflazione rientra sicuramente nel campo della Fed e potrebbe essere il modo migliore per la banca centrale di contribuire alla giustizia sociale.

 

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