Giovedì 19 Aprile 2012 12:08
Valute come l'euro dollaro e i mercati azionari europei continuano a muoversi in modo erratico alla ricerca, evidentemente, di un market mover capace di fornire nuovi spunti operativi agli operatori evidentemente disorientati dal susseguirsi di notizie e avvenimenti macro-economici fortemente discordanti fra di loro.
In un contesto del genere, ovviamente, si va alla ricerca di quelle evidenze grafiche da cui potrebbe scaturire lo spunto operativo giusto; peraltro, stante la nota correlazione fra le diverse variabili che solitamente analizziamo l'effetto a cascata dovrebbe essere scontato, permettendoci di mettere in atto startegie operative anche su diversi strumenti finanziari.
La nostra attenzione si è concentrata oggi sul BUND che, come visibile sul grafico allegato, sta accompagnando tutte le fasi di accumulo/distribuzione in essere sui listini azionari confermando l'assoluta validità della correlazione inversa più volte citata ed analizzata.
In particolare, sul BUND i rialzisti (o coloro che vi hanno sapientemente "parcheggiato" la liquidità per salvarla dai recenti ribassi dei listini azionari...), invertiranno la loro posizione solo in caso di decisa violazione del supporto dinamico evidenziato, che al momento transita in area 139.80.
Viceversa, in caso di rottura al rialzo del recente "triplo massimo" in area 140,50 scatterebbero nuovi afflussi di capitali sul BUND e, conseguentemente una nuova pesante ondata di vendite su Piazza Affari & company.
Esemplare in tal senso il grafico del FTSE MIB che contestualmente tenta di superare la prima resistenza dinamica in area 14.800, livello che se superato potrebbe generare un rapido apprezzamento dei corsi almeno fino ad area 15.650 (con tappe intermedie a 15.000 e 15.250 punti).
In conclusione, FTSE MIB e BUND vanno a bracceto e invece di abbandonarsi alla facile euforia, come avvenuto due giorni fa, sarà meglio attendere che la situazione tecnico-grafica sopra evidenziata si evolva completamente.
Peraltro con la crisi più o meno controllata del debito pubblico europeo, appare evidente che siano sempre i bancari - pieni di titoli di stato da "scontare" in BCE... - a cadere sotto la mannaia della speculazione.
Prudenza quindi visto che il nostro indice FTSE MIB è fin troppo bancari-dipendente, e non c'è quindi da soeprendersi se si passa da +8% a -2% in poche ore. E' una follia ma così stanno le cose...