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GBP tornata sui massimi dell’anno, TRY fragile

Pubblicato 13.02.2014, 13:55
GBP/USD
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EUR/GBP
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USD/TRY
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Nelle ultime 24 ore, la valuta del G10 con le prestazioni migliori è stata sicuramente la GBP, questo perché i mercati si sono rifiutati di obbedire all’annuncio di Carney su una “nuova era della forward guidance”. Il cable stamattina testa i massimi dell’anno, mentre la coppia EUR/GBP è tornata nel più ampio trend ribassista. Per quanto concerne i mercati emergenti, il sollievo post-Fed potrebbe essere finito per la Turchia, nonostante i rendimenti attraenti. Il deterioramento del deficit delle partite correnti turche funge da timido promemoria sulla fragilità della Turchia nella piattaforma macro. La Turchia continua a essere sotto pressione.


Carney non riesce a ristabilire credibilità

Ieri la BoE ha pubblicato Il suo rapporto trimestrale sull’inflazione, in cui si legge che “l’esistenza di una capacità in eccesso nell’economia è inefficiente e aumenta il rischio che l’inflazione scenda”. Il tasso di disoccupazione di medio termine è stato rivisto al ribasso, nella fascia compresa fra il 6,0% e il 6,5%, rispetto al 6,5% precedente. La crescita del PIL per il 2014 è stata rivista al rialzo, al 3,4%, rispetto al 2,8% previsto a novembre.

Nonostante la ripresa dei dati economici nel Regno Unito, la BoE ha introdotto nella sua politica una modifica, sulla falsa riga della Fed, per cui la soglia del 7,0% per la disoccupazione è divenuta una “soglia” e non più un “trigger” (fattore scatenante) per il restringimento della politica monetaria. Questa settimana abbiamo sentito una frase simile da Yellen (Fed). Martedì, durante la sua audizione semestrale di fronte al Congresso, il presidente del FOMC Yellen aveva detto: “Le soglie fissate per disoccupazione e inflazione non innescheranno automaticamente un aumento del tasso”. Tornando al Regno Unito, il governatore Carney ha dichiarato che, con tutta probabilità, a gennaio verrà raggiunto l’obiettivo del 7%, ma ha aggiunto che i tassi d’interesse rimarranno comunque al minimo storico pari allo 0,5%. L’aggressiva reazione rialzista del mercato era stata prevista. Il complesso GBP ha compiuto un rally dopo le parole di Carney, a conferma del suo tentativo fallito di ristabilire credibilità.

Mentre scriviamo, la coppia GBP/USD estende i guadagni fino a 1,6654. Il prossimo livello tecnico chiave corrisponde al massimo dell’anno pari a 1,6668; sopra questo livello s’intravedono gli stop. Per i prossimi giorni, gli ordini d’acquisto per le opzioni a 1,6600/50 e 1,6750/80 mostrano scommesse inclinate al rialzo. L’indicatore MACD si sta rafforzando nell’area rialzista, ciò lascia presagire un rialzo della coppia GBP/USD, finché terrà il supporto a 1,6380/1,6400.

L’EUR/GBP è sceso a 0,81802 dopo l’intervento di Carney. L’indicatore MACD a 12-26 giorni è rientrato in zona ribassista. Una chiusura sotto 0,82350 segnalerebbe la fine della nostra impostazione tattica rialzista. Ricordiamo che il nostro obiettivo al ribasso rimane 0,80850 (minimo di gennaio 2013).


Preoccupa il deficit delle partite correnti turco

Con tutta probabilità, per la Turchia è finito il rally della propensione al rischio generato dalla Fed. A dicembre, il deficit delle partite correnti turco si è allargato a 8,32 miliardi di USD dai precedenti 3,94 miliardi di USD, molto più velocemente del previsto (-7,40 mld USD). I mercati si sono presi un po’ di tempo per reagire, ma poi la reazione è stata in linea con le previsioni. L’USD/TRY è rimbalzato sopra 2,2000. La forward guidance di Yellen ha generato opportunità interessanti per i mercati emergenti, che, in vista di un restringimento della politica della Fed, già dall’anno scorso avevano iniziato ad aumentare i tassi. Anche se la Turchia si era unita in ritardo alle misure di politica protettiva prese dagli altri paesi emergenti, il forte aumento dei rendimenti turchi aveva attirato l’attenzione nella ripresa globale dei mercati emergenti. Stamattina, però, in Turchia è arrivato il dato negativo sul deficit delle partite correnti. Ricordiamo che questo deficit è la ragione per cui la Turchia figura fra le economie dei “Fragili Cinque”. Un ulteriore deterioramento delle partite correnti fa uscire la Turchia dal ventaglio di possibilità di investimento a breve termine, nonostante i rendimenti attraenti sugli asset in TRY. Inoltre, a marzo si terranno le elezioni locali in Turchia e il rischio politico rimane elevato. Non più tardi dello scorso fine-settimana, decine di migliaia di cittadini turchi sono tornati in strada per protestare contro la nuova legge bavaglio su Internet. La Turchia è in ebollizione, è questione di tempo prima che la goccia fatidica faccia traboccare il vaso.

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