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Giappone, quadro macro in miglioramento

Pubblicato 15.04.2013, 13:52
DELL
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BMA
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In Giappone la produzione industriale del mese di febbraio e' stata rivista ad un incremento mensile dello 0,6%, superiore al -0,1% della lettura preliminare. In rialzo dello 0,7% su gennaio la percentuale di utilizzo degli impianti.

Dal report di aprile della Banca del Giappone emerge del resto che l’economia giapponese ha smesso d’indebolirsi e ha mostrato alcuni segnali di ripresa.

La banca centrale ha alzato la sua valutazione sull’economia dell’Impero del Sol Levante per il quarto mese consecutivo, grazie ai segnali che giungono dalle altre economie e all’indebolimento dello yen che favorisce le prospettive dell'export.

La Bank of Japan ha inoltre migliorato le proprie valutazioni sui consumi, sulle economie straniere, sulle esportazioni e sulla produzione.

A conferma del miglioramento congiunturale la crescita evidenziata dal leading index giapponese (indice anticipatore), salito nel mese di febbraio a 97,5 punti dai 95 punti del mese precedente.

A comunicare il dato è stato l'Ufficio di Gabinetto del governo giapponese che ha pubblicato i risultati preliminari. In miglioramento anche l'indice coincidente, che riflette le condizioni economiche attuali, in crescita 92,1 punti da 91,6 punti.

Confortante poi il fatto che nell'ultimo trimestre del 2012 il Giappone sia uscito dalla recessione, grazie al Pil che è rimasto stabile rispetto ai tre mesi precedenti, facendo quindi meglio delle previsioni di un -0,1%. Su base annua il Pil ha addirittura registrato una crescita pari allo 0,2%, migliore rispetto alla prima stima di -0,4%.

Grazie al miglioramento dell'ultimo quarto l'economia è cresciuta nell'intero 2012 del 2%, un risultato al quale ha contribuito, e questo è veramente un elemento degno di nota, l'aumento dei consumi delle famiglie oltre che i lavori di ricostruzione dopo lo tsunami.

Di norma quando una economia inizia a dare segnali tangibili di ripresa l'atteggiamento della banca centrale si fa più cauto, iniziando a preparare il terreno per quegli interventi di irrigidimento della politica monetaria che potrebbero dimostrarsi necessari ad evitare un surriscaldamento dell'economia con conseguenti fiammate inflazionistiche.

Ciò dovrebbe essere ancora più vero per il Giappone, un paese che vanta il non invidiabile un rapporto tra debito e Pil del 236% ed un rapporto tra deficit e Pil del 10%. Invece il governo di Tokyo e la BoJ hanno deciso di stravolgere le regole care agli europei, per i quali negli ultimi anni la parola d'ordine è stata "austerità", e di superare sul suo stesso terreno la Fed statunitense, che ha tirato gli Usa fuori dalla crisi inondando l'economia di liquidità.

La banca centrale nipponica ha infatti deciso di raddoppiare il portafoglio di titoli ed obbligazioni nei prossimi due anni, promuovendo un programma illimitato di acquisto di asset, oltre a quello di 7.000 miliardi di yen di bond sovrani a lunga scadenza ogni mese, così da incrementare il portafoglio di 50 mila miliardi di yen l’anno.

Gli acquisti di bond governativi avverranno su tutte le scadenze e comprenderanno anche i titoli quarantennali. La base monetaria verrà incrementata al ritmo annuo di 60-70 mila miliardi di yen.

Tale orientamento ultra espansivo, varato al termine del consiglio di politica monetaria di inizio aprile, verrà mantenuto fino al raggiungimento dell'obiettivo di un'inflazione al 2%.

Il nuovo programma di allentamento quantitativo è a dir poco audace ma non certo sconsiderato: il governo non dovrà indebitarsi ulteriormente per immettere liquidità nel sistema ma lascerà alla banca centrale il compito di immettere denaro nell’economia attraverso l'acquisto del debito pubblico al ritmo mensile dell’1 per cento del Pil per l'anno in corso 2013 e dell’1,1 per cento per il prossimo.

In questo modo entro il 2015 la base monetaria passerà da 135 mila miliardi a 270 miliardi di yen. La BoJ utilizzerà nuova moneta per acquistare il debito, in barba al pericolo di mettere in moto una spirale inflazionistica.

Il Giappone del resto sperimenta una fase di deflazione fin dalla fine degli anni '90 del secolo scorso e può quindi permettersi il rischio di svegliare il drago.

Le reazioni dei mercati sono state subito evidenti, ed incoraggianti agli occhi di Tokyo, sia sul cambio, lo yen debole viene visto con favore dagli esportatori, sia sulla borsa.

Gli investitori che volessero scommettere sulla borsa giapponese, direttamente o tramite Etf che ne replicano l'andamento, dovranno tenere in considerazione proprio il fatto che mentre il prezzo delle azioni espresso in yen con buona probabilita' si rivalutera' nel medio periodo, quello espresso in euro potrebbe alla fine, a causa della debolezza dello yen, non rivalutarsi in modo rilevante.


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