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Il dividendo di Exxon Mobil è sicuro dopo i consumi di liquidità?

Pubblicato 07.02.2020, 15:10
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Mentre si avvicina il terremoto che promette di trasformare radicalmente i mercati energetici, diventa cruciale valutare con attenzione la fattibilità a lungo termine di un investimento sui grandi titoli petroliferi, come Exxon Mobil (NYSE:XOM).

Scommettere sui principali titoli petroliferi non è mai stato esente da rischi. La maggiore sfida che affrontano gli investitori quando valutano i titoli energetici è prevedere correttamente la direzione dei mercati petroliferi. Si tratta, ovviamente di un compito quasi impossibile data la natura estremamente volatile della materia prima.

Anche se siete dei tori degli energetici a lungo termine, scegliere il titolo giusto tra i “supercolossi” dell’energia è diventato più complicato date le prospettive incerte, a lungo termine, dell’offerta-domanda sullo sfondo dell’aumento sempre maggiore dell’uso di fonti rinnovabili, di auto elettriche e della spinta globale per ridurre i cambiamenti climatici.

La performance del titolo di Exxon Mobil rispecchia questo ambiente operativo difficile per i colossi del greggio. Il titolo è crollato dell’11% quest’anno, quando l’indice S&P 500 ha invece mostrato ritorni del 3%. Negli ultimi cinque anni, la performance di quella che un tempo era l’azienda con più valore al mondo è stata sempre più deludente. Il titolo è crollato del 34% sul periodo, mentre l’indice S&P 500 è schizzato di circa il 60%. Ha chiuso la seduta di ieri in calo dell’1,4% a 61,88 dollari.

Prezzi mensili di Exxon Mobile

Considerata questa performance deludente, è importante farsi una domanda: Exxon Mobil riuscirà a mostrare una crescita del dividendo, che resta l’unico motivo plausibile per cui gli investitori dovrebbero comprare il titolo in questo contesto?

Exxon è sempre stata generosa con i dividendi, alzando il payout ogni anno negli ultimi 37 anni. Con il suo rendimento del dividendo annuo del 5,5%, il massimo dalla metà degli anni Novanta, il titolo di Exxon è diventano uno dei titoli blue-chip con il rendimento più alto sull’indice S&P 500.

Difficoltà

Ma la recente performance finanziaria della compagnia sta destando preoccupazione circa la sua capacità di finanziare i pagamenti dei dividendi. Nel quarto trimestre, i flussi di cassa operativi non sono riusciti a coprire le spese in conto capitale e per il quinto trimestre di fila la compagnia ha fatto affidamento sulla vendita di asset o sui prestiti per coprire i pagamenti dei dividendi.

Con il futuro delle grandi compagnie petrolifere sempre più incerto, alcune delle maggiori agenzie di ricerche al mondo stanno consigliando sempre più esplicitamente agli investitori di stare lontani da questi titoli.

In una nota di questa settimana Morgan Stanley ha scritto che Exxon è “il più esposto” del settore alle difficoltà, compreso l’eccesso di scorte di greggio, gas naturale e gas naturale liquefatto. Goldman Sachs, allo stesso tempo, ha abbassato il rating su Exxon a “sell” ed ha ridotto il prezzo obiettivo da 72 a 59 dollari.

“Non vediamo un motivo convincente per possedere il titolo di XOM rispetto ad altri titoli energetici con profili di ritorno più allettanti”, scrive l’analista di Goldman Neil Mehta.

Un motivo per cui gli investitori hanno cominciato a tenersi alla larga dal titolo di Exxon è l’approccio piuttosto radicale della compagnia per creare valore. In un momento in cui le altre compagnie petrolifere si focalizzano sul rafforzamento della liquidità evitando grossi investimenti, Exxon spende tantissimo per nuove iniziative.

Malgrado le previsioni cupe sulla domanda di greggio, l’amministratore delegato di Exxon, Darren Woods, ritiene che il settore del greggio e del gas necessiti di migliaia di miliardi di dollari di nuovi investimenti per soddisfare la domanda globale di prodotti energetici entro il 2040. Basandosi su questa idea, Exxon sta investendo su mega progetti a basso costo che aiuteranno la compagnia a mantenere un predominio sui mercati del greggio e del gas naturale per decenni.

Questo approccio, sebbene non a favore degli investitori, mostra segni di successo. La produzione di Exxon nel bacino Permiano è aumentata del 79% dal 2018. E la compagnia ha scoperto una fonte di più di 8 miliardi di barili di greggio in Guyana, scoperta che ha spinto Rystad Energy a nominare la compagnia cercatore dell’anno sia nel 2018 che nel 2019.

“Crediamo fortemente che investire nella parte inferiore di questo ciclo presenti dei veri vantaggi”, ha riferito Woods agli analisti durante una conference call la settimana scorsa. “Abbiamo un bilancio in salute, costruito per momenti come questo”.

A breve termine, tuttavia, questo straordinario piano di crescita sta comportando un peso importante sulle azioni della compagnia e sulla stabilità dei suoi dividendi. A novembre, Moody’s Investors Service ha abbassato le previsioni su Exxon da eccellente a negative per via del “sostanziale” consumo di liquidità per finanziare la crescita.

“L’alto livello di crescita degli investimenti della compagnia non può essere finanziato con flussi di cassa operativi e vendite di asset ai livelli previsti, considerato il sostanziale payout del dividendo di Exxon Mobil”, scrive Moody’s.

Morale della favola

In un periodo in cui altri produttori integrati come Chevron (NYSE:CVX) e ConocoPhillips (NYSE:COP) restituiscono più denaro agli investitori e le prospettive a lungo termine dei mercati energetici restano deboli, il titolo di Exxon non sembra una scommessa vincente, malgrado il suo allettante rendimento del dividendo. Inoltre, il pesante piano di investimento della compagnia lo rende una scommessa più rischiosa rispetto agli altri titoli petroliferi.

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