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La Fed non giustificherà un taglio del tasso d’emergenza in Turchia

Pubblicato 28.01.2015, 15:29
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Oggi, dopo la riunione di due giorni del FOMC, la Fed annuncerà la sua decisione. Non prevediamo svolte significative nell’impostazione della Fed, il Comitato molto probabilmente manterrà toni prudenti sulla tempistica del primo rialzo del tasso sui fondi federali. Considerando la debolezza dei prezzi del petrolio, le preoccupazioni per la crescita economica globale e le politiche monetarie ultra accomodanti all’estero, la Fed non ha motivo di correre verso la porta d’uscita. Pazienza è un termine che leggiamo spesso nelle previsioni/scommesse della Fed. Il FOMC farà sicuramente riferimento ai benefici dei bassi prezzi del petrolio sulla crescita economica negli USA e nel mondo, oltre alla riduzione della fiacchezza nel mercato occupazionale americano. Il clima di bassa inflazione continuerà a essere la barriera contro tassi più alti, anche se il Comitato probabilmente si mostrerà prudente, non concentrandosi sull’IPC in calo, per evitare una potenziale ricaduta sulle previsioni d’inflazione che sarebbe il primo passo verso un’indesiderata spirala deflazionistica. Anche se i mercati continuano a sperare che la Fed proceda al primo rialzo del tasso entro giugno 2015, aumentano le probabilità che esso venga rinviato a settembre 2015.

La curva dei titoli di Stato USA si sta appiattendo, perché il calo dei rendimenti nell’Eurozona e in Giappone esercita pressioni al ribasso, soprattutto nella parte finale della curva. I rendimenti dei decennali USA rimangono sotto il 2%, mentre l’indice DXY è in calo dai massimi da 11 anni.

La Turchia non dovrebbe precipitarsi verso un taglio d’emergenza

La delusione stampata sulla faccia dei politici dopo il taglio di 50 punti base del tasso di riferimento per i pronti contro termine decisa alla riunione del Comitato di Politica Monetaria del 20 gennaio pesa sicuramente sulle spalle della banca centrale turca (BCT). Sembra che la banca stia preparando il campo a un altro taglio del tasso, poiché le previsioni ufficiali d’inflazione sono state abbassate del 6,1% al 5,5%, mentre si prevede che l’IPC del 2015 si allineerà con l’obiettivo del 5% fissato dalla BCT.

Il governatore della BCT Basci ha così avuto la brillante idea di proporre la potenziale convocazione di una riunione di politica monetaria dopo la pubblicazione dell’IPC in programma la prossima settimana (3 febbraio); Basci ha aggiunto che la riunione straordinaria è subordinata in egual misura alla riunione della Fed e alle elevate volatilità dell’EUR. “Se il calo del tasso d’inflazione sarà maggiore di un punto percentuale, forse ci sarà bisogno di fare una valutazione” prima della riunione del CPM del 24 febbraio. “C’è molto tempo prima del 24 febbraio”.

Da metà 2014, l’IPC primario turco, che dipende fortemente dall’energia, è in calo. A dicembre è sceso dal 9,66% all’8,17% su base annua, parallelamente al crollo superiore al 50% del mercato petrolifero, sviluppo che ha fatto scendere l’IPC di fondo (al netto di generi alimentari ed energia) dal 9,75% all’8,73% a/a. Sicuramente una fortuna per il governo e il comitato di politica monetaria, perché ovviamente nessuno si aspettava che un tale deprezzamento del mercato petrolifero potesse frenare miracolosamente l’inflazione crescente, prima che superasse il 10% nella prima metà del 2014. A margine, ricordiamo che i regolatori erano alla ricerca di modi alternativi per misurare l’inflazione per ridurre artificialmente (!) le tensioni al rialzo. Una cosa è chiara, non appena svanirà l’effetto legato al petrolio, la Turchia dovrà affrontare i suoi fondamentali idiosincratici, che, secondo noi, non favoriscono un allentamento, e ancora meno un intervento d’emergenza.

Poiché i rendimenti dei bond turchi al momento equivalgono a rendimenti reali negativi, ci troviamo sotto la soglia di redditività anche se il dato IPC confermerà la disinflazione (il 3 febbraio). I rendimenti dei titoli di stato a 2, 5, e 10 anni si attestano rispettivamente al 6,59%, 6,75% e 6,84%. Anche se l’inflazione calasse di un punto percentuale, il taglio del tasso non sarebbe giustificato in termini reali e dovrebbe essere interpretato come un’errata definizione del prezzo, se consideriamo la reazione di riflesso negativa per la lira dopo il discorso di Basci di ieri. Inoltre, gli investimenti turchi sono soggetti a rischi politici prima delle elezioni di metà 2015, il che dovrebbe spingere il mercato a rifiutare, prima o poi, una cornice di rendimenti reali e premi di rischio nulli! Ne consegue che un eventuale intervento a sorpresa può potenzialmente spingere l’USD/TRY verso i massimi storici pari a 2,40/2,4146.

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The Risk Today

Luc Luyet

EURUSD L’EUR/USD rimbalza. Monitorate la resistenza oraria a 1,1460 (vedasi anche la linea di tendenza discendente). Un'altra resistenza oraria si attesta a 1,1541 (minimo 20/01/2015). Un supporto orario può essere trovato a 1,1224 (minimo 27/01/2015) e a 1,1098. In un’ottica a più lungo termine il triangolo simmetrico favorisce un'ulteriore debolezza significativa verso la parità. Supporti importanti si trovano a 1,1000 (supporto psicologico) e a 1,0765 (minimo 03/09/2003). Una resistenza si trova a 1,1679 (massimo 21/01/2015), mentre una resistenza chiave si attesta a 1,1871 (massimo 12/01/2015).

GBPUSD La coppia GBP/USD ha rimbalzato bruscamente e i prezzi sono ora vicino alla resistenza chiave a 1,5274. Un'altra resistenza è data dalla linea di tendenza inferiore (attorno a 1,5417). Supporti orari possono essere trovati a 1,5060 (minimo 27/01/2015) e a 1,4952. A più lungo termine, la struttura tecnica è negativa finché i prezzi permarranno al di sotto della resistenza chiave a 1,5274 (massimo 06/01/2015, vedasi anche la linea di tendenza discendente). Si prevede un ritracciamento completo sull’ascesa 2013-2014.

USDJPY L’USD/JPY permane al di sotto della resistenza oraria a 118,87. Tuttavia, il triangolo simmetrico (modello di continuazione) favorisce una tendenza rialzista di breve termine. Un supporto è pari a 117,18. Una resistenza chiave si attesta a 119,96 (vedasi anche il canale discendente). Propendiamo per un giudizio rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Sebbene un consolidamento a medio termine sia auspicabilmente in corso, non vi è alcun segnale che indichi la fine del trend rialzista di lungo termine. Un’importante resistenza si trova a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 115,46 (minimo 17/11/2014).

USDCHF L’USD/CHF rimbalza dopo la vendita massiccia. Monitorate il test della resistenza chiave a 0,9132 (vedasi anche il ritracciamento a 61,8%). Un'altra resistenza può essere trovata a 0,9368 (minimo 15/10/2014). Supporti orari possono essere trovati a 0,8936 (minimo 27/01/2015) e a 0,8765 (minimo 26/01/2015). In seguito alla rimozione del floor EUR/CHF, si è formato un importante top a 1,0240. Prevediamo un’ampia fase di consolidamento. Una resistenza chiave si trova a 0,9132, mentre un supporto chiave si trova a 0,8353 (minimo intragiornaliero).

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