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L'euro forte (per ora) non frena la crescita economica

Pubblicato 27.11.2017, 16:51
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Gentili Lettori di Investing.com,

i principali listini azionari mondiali hanno chiuso la scorsa settimana con moderati guadagni, seppur sinora, il mese di Novembre veda gli indici europei in, seppur lieve, ritracciamento (Ftse Mib -1,70%; Dax -1,30%; Cac -2%).

Sul fronte macroeconomico, i dati preliminari circa l'andamento dell'attività economica a Novembre (industria + servizi), hanno denotato un'ulteriore accelerazione, che, unita alla probabile risoluzione dell'impasse politico in Germania, ha nuovamente sospinto l'euro verso il valore massimo degli ultimi due anni nei confronti del dollaro americano (€/$ 1,198).

Il livello degli ordinativi esteri di beni prodotti in Eurozona in particolare, continua a denotare un trend di crescita, per il momento non risentendo della forza della moneta unica che, dal mese di Aprile, si è apprezzata di più del 12% sul dollaro americano, e di poco meno del 10% sulle altre principali controparti valutarie tra cui Yen e sterlina britannica.

Da non sottovalutare, tuttavia, l'impatto negativo che in un lasso temporale più esteso (ad esempio sino a fine primo trimestre 2017) l'euro "forte" presumibilmente avrà sul tasso d'inflazione (calmierandolo ulteriormente) e di riflesso sulla crescita dei salari e sui consumi interni...e se poi la "domanda" estera dovesse rallentare...

In ambito internazionale, il meeting dell'OPEC del 30 novembre al quale parteciperanno anche i principali produttori al di fuori del cartello (Russia in primis), assumerà una rilevanza cruciale per stabilire il trend del prezzo del Future Petrolio Greggio WTI nei prossimi mesi.

Le aspettative degli operatori di mercato sono orientate ad un estensione dei tagli alla produzione coordinata trai Paesi OPEC (-1,2 milioni di barili al giorno) e non Opec (-600.000 barili al giorno) da Marzo 2018 sino alla fine del prossimo anno.

Il recente marcato rialzo delle quotazioni sia del Brent, che ha sfiorato i 65$ che del Future Petrolio Greggio WTI ( 59$), induce a pensare (soprattutto la Russia ha manifestato preoccupazione al riguardo) che le imprese americane del settore shale-oil (trivellazione orizzontale ed estrazione di greggio dalle conformazioni rocciose) possano cogliere l'occasione per incrementare ulteriormente la produzione....ciò, se avvenisse, limiterebbe, di fatto, l'efficacia dei tagli.

Da attendersi pertanto un forte incremento della volatilità dei prezzi nelle prossime settimane e, soprattutto giovedì, in occasione dell'annuncio congiunto nella giornata di giovedì dei ministri del petrolio saudita e russo.

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