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L’Europa verso un Whatever It Takes 2.0?

Pubblicato 23.04.2020, 11:38


L’Europa verso un Whatever It Takes 2.0?

L’impennata dello spread cui abbiamo assistito negli ultimi tre giorni sembrerebbe riecheggiare per drammaticità proprio i momenti che portarono alla fine del governo Berlusconi nel novembre 2011 quanto la quotazione del BTP andò alle stelle.

Le prossime 48 ore si preannunciano fondamentali (o fatali) in base a come verranno giocate le carte su tre tavoli:

  • Il tavolo (virtuale) delle 15:00 a cui siederanno i Capi di Stato dell’UE;
  • La conference call d’urgenza chiamata dalla BCE per la serata di oggi;
  • La decisione di S&P sul rating dell’Italia.
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L’Europa verso un Whatever It Takes 2.0?


Le notizie relative alla conference call indetta con la massima urgenza dai policy maker della BCE sono state divulgate ieri da Bloomberg, che avrebbe una fonte verificata a Francoforte.

Il tema da discutere?

La BCE dovrà decidere se accettare debito con rating spazzatura come garanzia (collateral).


La videoconferenza potrebbe essere, dunque, intesa proprio a scongiurare i timori relativi ad un possibile downgrade del rating del credito italiano da parte di S&P.

Sia chiaro, per la Bce, la bocciatura da parte di una o più agenzie non è criterio sufficiente per l’esclusione dei titoli di Stato del Paese degradato dalla platea del collaterale accettato nelle operazioni di finanziamento. Occorre infatti ottenere un “downgrade” da parte di tutte e quattro le società di rating.

Tuttavia, la riunione chiamata per oggi dimostra che la BCE è pronta and un Whatever It Takes 2.0.

L’indiscrezione è stata accolta con stupore dai Paesi del Nord Europa. Una call d’emergenza della BCE in cui si discute la possibilità di accettare titoli junk come collaterale dovrebbe far capire quanto è serio e imminente il pericolo.

Non sono sicuramente un caso le dichiarazioni della cancelliera Merkel oggi al Bundestag tedesco:


“Viviamo tempi straordinari”, siamo di fronte alla “più grande prova” dalla seconda guerra mondiale e “in gioco c’è la tenuta dell’Europa“. E ancora: “Una cosa è chiara: dovremo essere pronti a dare contributi chiaramente più alti per il bilancio europeo. Per la Germania riconoscersi nell’Unione europea è parte della nostra ragione di Stato. L’Europa non è l’Europa se non si è pronti a sostenersi gli uni con gli altri, nei tempi di un’emergenza non si ha colpa”.

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L’Europa verso un Whatever It Takes 2.0?

Le dichiarazioni precedono di poco la proposta della Commissione UE (come riportata da TGCOM24) sulla costruzione di un Recovery Fund da 300 miliardi.
Come sarebbe possibile? Aggiungendo al prossimo bilancio Ue pluriennnale (2021-2027) un fondo temporaneo e mirato per la ripresa (Recovery Fund) dotato di 300 miliardi di euro.

Questa una delle proposte contenuta in un documento interno della Commissione europea elaborato in vista del vertice Ue di oggi.

Nel documento viene indicato un pacchetto di iniziative destinato a mobilitare almeno 2000 miliardi di euro per ridare slancio alle economie colpite dalla crisi.

Nel testo anche i Recovery Bond

Il testo menziona anche la possibilità di raccogliere sui mercati finanziari risorse per 320 miliardi di euro attraverso emissioni di obbligazioni europee da destinare per metà a prestiti e per metà a programmi ‘ad hoc’, nel quadro del bilancio pluriennale Ue, per i Paesi più colpiti dall’emergenza. Secondo quanto si legge nel testo, questo strumento, basato sull’articolo 122.1, sarà temporaneo e mirato a esigenze specifiche.

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