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L’AUD sale ancora, occhi puntati sui dati NFP

Pubblicato 07.03.2014, 13:50
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Oggi alle 13:30 GMT gli USA pubblicheranno i dati sul lavoro. Si prevede il persistere della debolezza del mercato occupazionale USA, a causa delle difficili condizioni climatiche che hanno interessato gli USA negli ultimi mesi. In caso di rilevamento debole, ma superiore alle 110K unità, la reazione del mercato dovrebbe essere limitata; solo una forte delusione dovrebbe rinvigorire le speculazioni su un passo indietro da parte della Fed riguardo al suo programma di tapering. D’altro canto, un rilevamento superiore alle attese dovrebbe confermare la fiducia della Fed nella ripresa americana e spingere i rendimenti dei decennali americani sopra il 61,8% di Fibonacci (pari al 2,75%) sul calo di gennaio e febbraio. In Australia, l’AUD si rafforza dopo che la RBA ha deciso di mantenere invariata la politica per il mese di marzo. Nella newsletter di oggi, ci chiediamo se l’AUD sia sopravvalutato.

L’AUD è sopravvalutato?

Alla riunione di politica monetaria di marzo, la Reserve Bank of Australia (RBA) ha mantenuto invariato l’obiettivo per il tasso di cassa al minimo storico pari al 2,50%. La RBA ha ripetuto che la via prudente da seguire è mantenere tassi stabili e che, rispetto all’andamento storico, l’AUD rimane sopravvalutato. Abbiamo deciso di analizzare il valore dell’AUD da un punto di vista diverso per rispondere alla seguente domanda: l’AUD è sopravvalutato?

Sulla base dell’indice ponderato in funzione degli scambi commerciali...

Quando si analizza il valore di una valuta, in questo caso l’AUD, la cosa più importante da fare è sicuramente passare in rassegna i partner commerciali, poi esaminare il valore relativo fra il paese analizzato e i suoi partner commerciali. Abbiamo dunque costruito l’indice ponderato in funzione degli scambi per l’AUD, che chiameremo TW-AUD, per capire quanto l’AUD si sia rafforzato negli ultimi anni. L’indice TW-AUD viene elaborato per valutare metodicamente il volume degli scambi commerciali e dei servizi australiani con i rispettivi partner, le modifiche nelle relazioni commerciali nel corso degli anni e, ovviamente, il valore dell’AUD rispetto alle valute dei partner. Il periodo di base per l’indice TW-AUD è gennaio 2000, cui assegniamo il valore 100; i valori commerciali vengono aggiornati su base annua.

L’esito di questo test conferma le preoccupazioni della RBA su un “AUD ancora forte”. L’indice TW-AUD ha raggiunto il livello massimo, pari a 140,60, nell’aprile 2013, parallelamente all’impennata dell’AUD/JPY a 105,112. Il massiccio calo dello JPY ovviamente accentua e solleva preoccupazioni sulla forza relativa dell’AUD. Dopotutto, il Giappone rappresenta circa il 20% dei volumi commerciali totali australiani.

In questa fase, il governatore della RBA Stevens punta a un AUD pari a 85 centesimi contro l’USD; tuttavia, sulla base dell’indice ponderato in funzione degli scambi, tale differenza sarebbe insignificante e, in un’ottica di medio-lungo periodo, la debolezza dello JPY persisterà. Sulla base dei calcoli di oggi, l’indice TW-AUD si attesterebbe a 121,32 se l’AUD/USD fosse pari a 0,8500, invece di 122,07; si tratta di una differenza pari circa allo 0,6%. D’altro canto, l’AUD/JPY a 105,00 farebbe salire l’indice TW-AUD a 124,08, circa un 3% in più. Da questa angolazione, le prospettive future non sono favorevoli a un AUD più competitivo, considerando le attese ribassiste per lo yen. Inoltre, gli sforzi della PBoC, volti a iniettare volatilità bidirezionale negli scambi con lo CNY per allargare la fascia di oscillazione dello yuan, dovrebbero favorire l’AUD a scapito della Cina, principale partner commerciale australiano, che rappresenta, ad oggi, circa il 30% dei volumi commerciali totali. JPY e CNY costituiscono il 50% del valore dell’indice TW-AUD, e quindi le prospettive ribassiste per yen e yuan dovrebbero continuare a esercitare pressioni al rialzo per l’AUD, su base ponderata. Il ritorno dell’indice TW-AUD sopra il 61,8% di Fibonacci sul rialzo in atto dal 2009 al 2013 (122,25) è solo questione di tempo.

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EURUSD Ieri l’EUR/USD è salito a livelli superiori e attualmente sfida la forte area di resistenza tra 1,3832 (massimo 25/10/2013, vedasi anche la linea di tendenza a lungo termine discendente), e 1,3893. Un supporto iniziale si trova a 1,3825 (massimo 28/02/2014), mentre un supporto orario può essere trovato a 1,3708 (minimo 05/03/2014). Nel medio termine la formazione potenziale del triangolo ascendente allude a un ulteriore potenziale di rialzo verso 1,4368. Una resistenza psicologica si trova a 1,4000, mentre una resistenza chiave si trova a 1,4247 (massimo 27/10/2011). È necessaria una rottura del supporto a 1,3643 per invalidare il bias rialzista attuale a medio termine.

GBPUSD La GBP/USD è ancora vista in una fase di consolidamento dopo il forte rialzo dal minimo a 1,6252. I supporti orari si attestano a 1,6641, mentre un supporto chiave si ubica a 1,6584. La resistenza oraria a 1,6769 ha continuato a tenere. Un'altra resistenza si trova a 1,6823. A più lungo termine la struttura tecnica favorisce una propensione rialzista fintanto che regge il supporto a 1,6220 (minimo 17/12/2013). Una rottura decisa della resistenza a 1,6668 apre la strada a un movimento verso la resistenza maggiore a 1,7043 (massimo 05/08/2009). Tuttavia, un movimento sostenibile oltre tale livello è improbabile nelle prossime settimane.

USDJPY L’USD/JPY ha rotto la resistenza chiave a 102,70-102,83. È favorito un ulteriore aumento a medio termine verso la resistenza a 104,92 (massimo 16/01/2014 alto). Monitorate il test della resistenza chiave a 103,44 (massimo 29/01/2014). Supporti orari possono essere trovati a 102,61 (minimo infragiornaliero) e 102,24 (minimo infragiornaliero). Una propensione rialzista di lungo periodo è favorita finché regge l'area del supporto chiave data dalla media mobile a 200 giorni (attorno a 100,21) e a 99,57 (vedasi anche la linea di tendenza in aumento dal minimo a 93,79 (13/06/2013). Un’importante resistenza si trova a 110,66 (massimo 15/08/2008). Abbiamo rimosso la nostra strategia lunga visti i nuovi massimi recenti a 102,83.

USDCHF Ieri l’USD/CHF è sceso bruscamente. I prezzi sono tornati ai loro precedenti minimi a 0,8778. Una resistenza iniziale si trova a 0,8807 (massimo infragiornaliero). Un'altra resistenza si trova a 0,8896 (vedasi anche la linea di tendenza in calo). In una prospettiva a più lungo termine, la struttura presente da 0,9972 (24/07/2012) è vista come una grande fase correttiva. Monitorate il supporto chiave a 0,8800 (minimo 27/12/2013), con una rottura decisa di questo livello che aprirebbe la strada a un ulteriore calo verso il successivo supporto chiave a 0,8568 (minimo 27/10/2011).

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