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Morning adviser, ancora euro e sterlina sotto pressione

Pubblicato 10.07.2013, 08:48
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Il protagonista assoluto del mercato continua ad essere il cambio valutario principe e cioè l’Eurodollaro.

Dopo una precisa correzione che lo ha visto approdare perfettamente alla soglia di 1,29, la pressione in vendita ha dapprima consentito il raggiungimento dei primi supporti in area 1,2870 e 1,2840, per poi condurre al cedimento dei minimi relativi a 1,28 per un breakout ribassista che non si è rivelato estremamente potente a causa, da un lato, della volatilità ancora contenuta del mercato e, dall’altro, della presenza del fondamentale supporto proprio in area 1,2755, livello su cui avevamo assistito ad un efficace swing di doppio minimo nello scorso mese di Marzo.

Tale dinamica è stata solo in parte, anche se per la verità in maniera anticipata, ricalcata dal cable che è stato interessato da forti vendite successivamente alle release su Produzione Industriale, Produzione Manifatturiera e Bilancia Commerciale del Regno Unito ben inferiori al consensus; cable il quale però è andato a testare i minimi precedenti a 1,4850 senza però andarli a violare con decisione.

Dunque le due valute, euro e sterlina entrambe contro il dollaro americano, mostrano comportamenti che non sono altro che la naturale conseguenza di quanto indicato dai rispettivi istituti centrali di riferimento i quali hanno ribadito la necessità di una politica monetaria accomodante ancora per un periodo di tempo prolungato, introducendo perfino la forward guidance che in pratica svela quanto faranno in futuro le banche centrali in materia di tassi.

A tal proposito, Asmussen, membro del Board della BCE, ha proprio ieri dichiarato che l’orizzonte temporale della forward guidance potrà estendersi per un periodo di tempo maggiore di 12 mesi e che non sono da escludere ipotesi di un nuovo LTRO, un’operazione cioè di rifinanziamento delle banche da parte proprio della Banca Centrale Europea.

Se a chiosa di tutto ciò, inseriamo le stime fornite dal Fondo Monetario Internazionale riviste al ribasso circa la crescita globale, delle diverse aree macroeconomiche e dei diversi paesi, è presto giustificato il movimento tecnico al quale abbiamo assistito ieri sull’eurodollaro e del quale avevamo già fornito linee guida attraverso semplici logiche macroeconomiche e comparative in termini di aspettative, e attraverso motivazioni grafiche precise che ci hanno ben condotto a operazioni corte su precisi punti tecnici.

Un elemento ulteriore che potrà acuire il movimento, salvo fisiologiche correzioni, è rappresentato dalle minute del FOMC, ovvero sia i verbali degli incontri del Federal Open Market Committee in materia di politica monetaria che vi saranno questa sera alle ore 20 italiane.

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Il chairman Bernanke si pronuncerà circa i recenti dati relativi al mercato del lavoro americano in riferimento all’ipotesi di una riduzione del Quantitative Easing 3 paventata nell’ultimo meeting Fed, con la possibilità che il dollaro americano torni a “guidare” il mercato.

Ieri abbiamo infatti assistito a vendite di euro e sterlina contro dollaro americano per i motivi sopra descritti, con i flussi di liquidità che non hanno riguardato appunto il greenback in maniera generalizzata; movimenti dollaro centrici potrebbero invece innescarsi e riguardare non solo i rapporti valutari, ma ripercuotersi su un azionario che si è portato vicino a massimi relativi importanti (vedi S&P500), e sull’oro che dopo la correzione dai minimi è tornato in fase congestiva.

I livelli tecnici di prezzo restano comunque estremamente interessanti su diversi strumenti, con possibilità di operare con rapporti Rischio/Rendimento ottimali e l’opportunità di poter modificare in corsa e con efficacia la direzione intrapresa con Stop&reverse ideali su punti così interessanti.

EUR/USD
Abbiamo già nella parte introduttiva spiegato quanto successo sul cambio Eurodollaro, riaffermando l’importanza dell’area di supporto di 1,2750, l’ultima prima di quella a 1,2660 che possiamo definire strategica in ottica di medio periodo. Analizzando un grafico a 4 ore, le tenuta e la risalita dei minimi potrebbe favorire la formazione di una divergenza regolare rialzista tra prezzo e oscillatore stocastico che troverebbe in 1,2840 il suo primo target ed ideali estensioni a 1,2930. Un primo e possibile test prima di nuove vendite può invece essere rappresentato dall’1,2810 per l’implementazione di nuovi short per rivisitazione dei minimi e la possibilità di trovarsi già in posizione sui tentativi di rottura al ribasso per il target ambizioso sopra evidenziato.

USD/JPY
Significativa la rottura ribassista della trendline crescente di congiunzione dei minimi che insisteva da metà giugno alla quotazione di 93. Possibili perciò ora i pullback in area 100,85 per ripartenze short che vedono in 100 e 99,30 i naturali punti di approdo. Un rientro sopra 101,25 rivelerebbe il falso segnale short, per acquisti in direzione 101,80.

EUR/JPY
Ribasso importante per il cross euro yen, evidentemente trainato dal calo di eurodollaro nel momento in cui USD/JPY si è mantenuto piuttosto piatto per gran parte delle contrattazioni di ieri. Efficace è ora il supporto rappresentato dalla confluenza grafica di livello statico a 128,20 e trendline crescente dai minimi di metà giugno, sul quale il grafico orario potrebbe mostrare una divergenza rialzista con lo stocastico per ritorni sopra 128,65 verso 129 prima e 129,40 poi. Sfruttabile invece l’operatività in Stop Entry sotto 128,20 per obiettivi a 127,65.

GBP/USD
Abbiamo anche per il cable già spiegato quanto avvenuto nella giornata di ieri. Per i prossimi sviluppi vale la pena seguire un grafico a 4 ore che mostra una divergenza rialzista con lo stocastico tradabile con la possibilità di lavorare con stop in pari all’incrocio con la media mobile esponenziale a 21 periodi che transita in area 1,4940 e finora eccezionale nel respingere il prezzo una volta testata. Approfondimenti del pattern vedrebbero in 1,5010 il primo obiettivo. La tenuta del livello di breve a 1,4915 farebbe invece ripensare a nuove vendite verso i minimi di ieri.

AUD/USD
La figura di riferimento rappresentata dal canale ribassista ben in evidenza a partire dalla fine della correzione in senso rialzista di fine giugno, è stato ieri violato al rialzo scatenato in prima battuta gli acquisti fino a 0,92 per poi affievolirsi e riportare il cambio verso i test della ex resistenza dinamica, ora supporto. La figura di riferimento diventa ora il canale rialzista sui minimi crescenti a partire dallo scorso 8 luglio per tentativi di rottura dei massimi relativi a 0,92 che potrebbero condurre il prezzo 0,9250, oppure test dalle trendline di supporto in area 0,9150 ed eventuale cedimento fino a 0,9110.

SP500
Su livelli molto delicati l’indice di riferimento americano. 1,654 rappresenta infatti una forte resistenza come confermato dal violento swing di metà giungo post-Fed. Ancora da riferimento è il canale rialzista che insiste dai minimi del 25 giungo, insieme alla media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico orario che è stata finora perfetta nell’accompagnare il rialzo del prezzo. Ideale l’operatività OCO per acquisti sopra 1m654 e obiettivi a 1,666 e vendite sotto 1,647 per target a 1,635.

Davide Marone Analyst DailyFX



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