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Morning adviser, Cipro dice NO

Pubblicato 20.03.2013, 08:57
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Ebbeni sì. Il tanto atteso voto del Parlamento di Cipro circa il piano di salvataggio proposto da Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale è stato bocciato.

Con 36 voti contrari e 19 astensioni è stata perciò negata l’introduzione di un prelievo forzoso sui depositi bancari necessario per il salvataggio da 10 miliardi di euro.

Il Presidente dell’Assemblea già prima delle votazioni aveva fatto appello ai deputati affinchè questi votassero contro il piano e anche il partito dello stesso Presidente Anastasiades aveva preannunciato l’astensione, segnale di contrarietà a quello che è stato definito un “ricatto” ma allo stesso tempo di non di rottura con i creditori internazionali.

Non è bastata quindi la modifica apportata dall’esecutivo dell’isola circa un’esclusione dal prelievo forzoso per i depositi bancari fino a 20mila euro che dunque avrebbe fatto sì che questo colpisse con aliquota del 6,75% i depositi compresi tra i 20mila e i 100mila e al 9,9% quelli superiori appunto ai 100mila.

E’ stata perciò una vittoria del buon senso e che ha scongiurato il pericolo di un effetto a catena che si sarebbe andato ad innescare a livello generalizzato in Europa e che avrebbe potuto avere pesanti implicazioni in materia di fuga dei capitali da paesi considerati a maggior rischio, con pesanti ripercussioni sulla solvibilità del sistema bancario degli stessi.

Gli aiuti peraltro sarebbero serviti per salvare un paese che vede proprio le banche in grande crisi, banche in grandi sofferenze per via della Grecia e il prelievo forzoso doveva proprio costituire un contributo dei cittadini alla tenuta del sistema a danno ovviamente non degli azionisti degli istituti bancari ma dei clienti.

La dinamica appare straordinariamente simile a quella vissuta in Grecia dove i detentori dei titoli di stato del paese furono chiamati in modo forzoso, attraverso la pesante ristrutturazione del debito, a condividere le perdite con importanti svalutazioni in conto capitale degli strumenti detenuti in portafoglio.

Ma questo paradosso dell’attuale sistema capitalistico non è materia per la nostra analisi. Per inciso proprio ieri la European Banking Authority (EBA) ha allarmato sul fatto che le grandi banche europee dovrebbero rafforzare i mezzi propri di altri 112,4 miliardi di euro per rispettare le regole di Basilea 3 sulla base del loro attuale stato di salute patrimoniale, nonostante comunque i riconosciuti e netti progressi rispetto alla fine del 2011.

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Ma ora cosa succede? Si dovrà evidentemente tornare ad un negoziato interno a Cipro ma anche con gli altri partner dell’Eurozona e gli occhi di tutti sono puntati sulla Banca Centrale Europea.

Proprio quest’ultima ha diffuso in una nota nella quale prende atto della decisione del Parlamento cipriota e conferma l’impegno a garantire la liquidità necessario entro il quadro delle regole previste, non dimenticando che l’Istituto guidato da Mario Draghi può fornire liquidità a banche che non siano insolventi.

I timori di una spirale di vera e propria fuga dal rischio a questo punto appaiono molto fondati, come peraltro ricordato dall’agenzia di rating Moody’s, e nonostante le rassicurazioni arrivate da più parti – Eurogruppo in testa - ieri se ne sono avvertiti i primi sintomi con l’euro venduto in maniera importante e in grado di rompere i minimi relativi raggiungendo i livelli di novembre, l’azionario europeo in area di storno e l’oro comprato.

Questo basilare riassunto non ci può permettere di delineare un quadro generale di avversione al rischio nel momento in cui i dollari americani non sono stati comprati a livello generalizzato, lo yen e il franco sono rimasti sostanzialmente invariati e l’azionario Usa ha fondamentalmente mantenuto i livelli sostenuti recenti.

Certo è che un clima di incertezza, che potrebbe acuirsi alla riapertura delle banche di domani a Cipro, unito alle ulteriori questioni irrisolte dell’Europa - la situazione politica italiana per citare un esempio – potrebbe alimentare ulteriori fughe dalla moneta unica, rialzo dei rendimenti dei titoli governativi dei paesi a rating più basso e vendite sui listini di questi ultimi con inevitabili ripercussioni diffuse a livello sistemico.

L’eurodollaro è sicuramente un termometro di tutto questo nel momento in cui cala progressivamente ma riesce a svilire tutti i recenti ribassi senza fornire l’impressione di scendere in maniera violenta, fermo restando il fatto che rappresenta il cambio più liquido al mondo e come tale più difficile da muovere.

Il suo andamento ci fornirà le chiavi di lettura corrette a livello globale.

EUR/USD
Dunque nuovi minimi per il cambio principe in grado di uscire nel pomeriggio di ieri dalla sua lateralità per rompere i minimi a 1,2885. Il ribasso, come detto nella prima parte, è stato contenuto e si è incagliato contro la media mobile semplice a 200 periodi sul grafico giornaliero che rappresenta un indicatore molto osservato nell’ottica di spartiacque per importanti rotture. Il quadro tecnico resta evidentemente ribassista e le prime indicazioni in ottica intraday possono arrivare dalla media mobile esponenziale a 21 periodi che ha già funzionato nel primo test di ritracciamento e che ora potrebbe assolvere alla stessa funzione per ripartenze verso i minimi relativi e breakout discesisti per target importanti in area 1,28. Il suo superamento al rialzo ci condurrebbe invece al conformarsi di un pattern di doppio minimo crescente per ritorni in area 1,2925 e 1,2950.

USD/JPY
Nuova fase di incertezza per la valuta nipponica che da inizio settimana ci ha fatto comunque assistere a nuovi e lievi indebolimenti a beneficio del cambio che mette a segno minimi crescenti. La volatilità resta tuttavia piuttosto compressa e ad ora il 95,10 resta il primo supporto di riferimento per risalite del cambio con la media a 21 oraria che ora accompagna la risalita del prezzo e le medie più di lungo che restano appiattite appena sopra la quotazione e , superate le quali, potrebbero permettere al prezzo di riportarsi a 95,50 prima e 95,75 poi. 94,75 il supporto più importante.

EUR/JPY
A descrivere il quadro tecnico più generale del cross ci pensa il cuneo di continuazione rialzista visibile su di un grafico giornaliero, i cui livelli dinamici passano per 125 in alto e 121 in basso. L’attuale fase di prezzo è perciò piuttosto centrale ed obbliga ad una view incentrata sul breve. Il ribasso di ieri sull’euro si è arrestato sull’ottimo supporto a 121,90 dal quale il cross si è ripreso per poter potenzialmente mettere a segno, e si vede sul grafico orario, un setup con doppio minimo crescente per obiettivi a 123,40 e 124,20 in estensione. Il pivot point giornaliero potrebbe rappresentare il primo scoglio alla risalita per ritorni proprio a 121,90.

GBP/USD
I giorni a venire risulteranno verosimilmente cruciali per il cable, oggi interessato dalle Minute della Bank of England alle 10,30 e dal discorso del Cancelliere dello Scacchiere Osborne alle 13,30. La sterlina mostra potenziali segni di inversione rialzista, anche contro altre valute, che potrebbero però essere avvalorate da notizie migliorative sul fronte macro. Da un punto di vista tecnico è banale evidenziare una grande fase laterale di attesa delimitata da 1,5075 al ribasso e 1,5150 al rialzo, oltre i quali si puà lavorare rispettivamente al ribasso per target a 1,4970 e al rialzo per 1,5220.

AUD/USD
Incerta la price action del cambio come ben testimonia il grafico giornaliero nel quale le medie a 100 e a 200 periodi confluiscono nel prezzo medio individuato dal pivot point a 1,0370. Il quadro tecnico resta bullish con la trendline rialzista dai congiunzione dei minimi crescenti a partire dai primi di marzo, indicativa per ingressi long a target ridotti verso 1,0415. Sotto 1,0335 invece potrebbero partire vendite strutturali.

ORO
In buona ripresa il prezzo del metallo giallo. Sul grafico giornaliero vi è stata la formazione di un pattern di doppio minimo crescente in grado potenzialmente di spingere la quotazione verso livelli di medio periodo a 1650, previo il superamento di 1620 e 1635. Nel breve può essere di buon aiuto la media a 21 periodi del grafico orario per possibilità long sul pullback con target a 1620. Supporto a 1602 sotto il quale invece si può rivendere.

Davide Marone
DailyFX Analyst



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