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Morning adviser, dollaro americano protagonista assoluto

Pubblicato 13.05.2013, 09:00
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La settimana scorsa, soprattutto dal punto di vista del mercato valutario è stata caratterizzata da due fasi: la prima, degli iniziali tre giorni, caratterizzata da bassa volatilità e range di consolidamento dei prezzi successivi agli scossoni generati dal taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea e dai dati sul lavoro USA, e la seconda invece, quella di giovedì e venerdì, che ha visto il crollo dello yen e più in generale di tutte le major nei confronti del dollaro americano con movimenti impressionanti in grado di violare con grande facilità i maggiori livelli tecnici di supporto e resistenza.

Come peraltro scrivevamo proprio nel nostro Morning Adviser dello scorso venerdì, al di là dell’analisi tecnica dei livelli grafici, si era palesata la dinamica per la quale i progressivi miglioramenti sul fronte dei fondamentali a stelle e strisce - contro invece il deteriorarsi del contesto macro europeo, il rallentamento della Cina e le aspettative circa ulteriori tagli dei tassi da parte degli Istituti Centrali Oceanici – potesse portare a graduali apprezzamenti del dollaro americano in grado sempre più di riattrarre flussi di liquidità in quanto la percezione degli investitori circa la detenzione del green back avrebbe potuto mutuare dalla classica accezione di valuta rifugio alla più ampia definizione di valuta asset in grado, se non di generare un rendimento in quanto comunque i tassi di riferimento restano pressocchè nulli, quantomeno di rappresentare una divisa non di solo finanziamento ma capace di apprezzarsi per via dei crescenti investimenti denominati in essa a fronte della scarsa affidabilità delle altre valute presunte “sostitutive” del dollaro stesso.

Quanto avvenuto venerdì ha ancora una volta ricalcato questa logica, con l’eurodollaro che ha rotto la soglia psicologica di 1,30 e l’area di supporto posta tra 1,2965 e 1,2950, il cable che ha violato al ribasso l’1,54 e l’AUD/USD finito nel giro di due giorni dall’1,02 a finire sotto la parità dopo quasi un anno.

Vale ora la pena domandarsi quale sarà lo scenario che ci aspetta nei prossimi giorni, laddove invece sul fronte obbligazionario e azionario i movimenti sono risultati pressoché più univoci e scontati che sul valutario.

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In primo luogo va detto che all’interno di un contesto di rafforzamento del dollaro, dal punto di vista del cambio EUR/USD, diventa meno probabile l’ipotesi di un taglio da parte della BCE del tasso di deposito sotto il territorio dello zero nelle prossime settimane anche se il tono resterà verosimilmente abbastanza hawkish circa le possibilità di mantenere aperte tutte le opzioni di ulteriori azioni di politica monetaria.

In secondo luogo saranno cruciali, nei giorni a venire, i differenziali circa le pubblicazione dei dati di Eurozona e Stati Uniti di questa settimana che potrebbero acuirsi e appesantire il bearish sentiment nei confronti del cambio.

Su questi due fronti, principalmente, a nostro avviso, varrà la pena puntare l’attenzione per intuire possibili andamenti del prezzo, fermo restando la discriminante tecnica cruciale per andare poi a posizionarsi sul mercato.

EUR/USD
Sul grafico giornaliero è abbastanza evidente l’escursione ribassista del prezzo alla quale abbiamo assistito negli ultimi due giorni, con la quotazione che ha violato le aree di supporto più importanti andando poi a ritracciare proprio in quella compresa tra 1,2965 e 1,2950 nella quale transita la media mobile semplice a 200 periodi sempre sul grafico daily. Sul grafico orario è possibile apprezzare una piccola apertura in gap ribassista, già chiuso, con contestuale test delle media mobile esponenziale a 21 periodi che potrebbe contenere il prezzo per ripartenze bearish verso i minimi relativi in area 1,2930. 1,29 e 1,2885 sono i livelli a cui guardare in questo scenario. La violazione al rialzo del pivot point e livello statico a 1,2990 darebbe invece un segnale long in ottica di raggiungimento di 1,3040.

USD/JPY
Prove di rottura del 102 per il cambio questa notte che invece ha iniziato un importante discorso di ritracciamento a chiusura del gap d’apertura verso i primissimi livelli in area 101,60. Sul grafico orario è possibile apprezzare una divergenza ribassista con l’oscillatore stocastico che trova però il suo usuale scoglio proprio nelle media esponenziale a 21 periodi. Una sua tenuta fornirebbe la possibilità di entrare long, vista ancora la sottostante spinta rialzista per la ripresa dei massimi in area 102 ed estensioni a 102,40. Il mancato contenimento della media indurrebbe invece un definitivo sviluppo del pattern verso 101,20.

EUR/JPY
Fase di consolidamento del cross che in queste prime ore di contrattazione sta risentendo del duplice e contrario effetto di risalita di EUR/USD e discesa di USD/JPY. Ponendosi su un grafico orario si può notare una situazione tecnica simile proprio a quest’ultimo, con una divergenza ribassista con lo stocastico finora perfettamente contenuta dalla media mobile a 21 periodi. In area 132 i prezzi sono interessanti per comprare per target a 132,40 e 132,75 in estensione mentre un ulteriore manifestazione del setup discesista ci riporterebbe a 131,60.

GBP/USD
Ancora situazione tecnica molto simile a quella dell’eurodollaro sul cable, in grado di rimbalzare perfettamente sulla resistenza a 1,56 per poi precipitare sotto 1,54, livello di supporto molto importante. Il fallimento di massimi decrescenti e l’appiattimento dei minimi in area 1,5340 farebbe pensare a potenziali ritorni sulle resistenze con test del livello dinamico (parte bassa del canale rialzista) in area 1,5385, che potrebbe rappresentare proprio il perfetto pullback per rimettersi corti e puntare a 1,5340, la cui violazione vede in 1,5270 il livello successivo di attenzione.

AUD/USD
I dati cinesi su Produzione Industriale e Spesa per costruzioni edili delle 7,30 hanno frenato le velleità rialziste del cambio che vede la valuta australiana come la più debole in assoluto tra le major. Prima battuta d’arresto dunque per il doppio minimo in area 0,9960, ben visibile sul 4 ore, e per le potenzialità di sviluppo di una divergenza rialzista proprio su questo time frame. Se quest’area di supporto dovesse tenere sarebbero, soprattutto per l’ottimo RR, buoni gli ingressi long con primo target a 1,0030 e 1,0050 mentre un cedimento vedrebbero in 0,9930 il primo obiettivo.

Davide Marone
DailyFX Analyst



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