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Morning adviser, Dollaro come da attese

Pubblicato 08.07.2013, 08:31
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
EUR/USD
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Dunque come da attese, il dollaro americano si è confermato il grande protagonista in chiusura della settimana più importante dei mercati finanziari dal punto di vista dei market movers.

Mentre infatti nella giornata di giovedì i meeting di Bank of England e di Banca Centrale Europea, le quali entrambe entrambe in tono dovish hanno riaffermato la bontà delle politiche monetarie accomodanti, avevano causato movimenti volatili ma circoscritti ai cambi valutari eurodollaro e cable con buoni spunti anche sull’azionario europeo, venerdì i dati sui nuovi posti di lavoro creati negli Stati Uniti e il Tasso di

Disoccupazione a stelle e strisce hanno innescato una tendenza generalizzata che ha premiato gli acquisti di dollari americani. La release che ha mostrato un incremento delle nuove busta paga (+195mila unità) migliore del consenus (+165mila), ha permesso la rottura di punti tecnici significativi sui diversi maggiori rapporti valutari già sotto pressione prodollaro, sulle materie prime con oro in testa, sull’obbligazionario, mentre è stata più controversa la reazione delle Borse che dapprima hanno stornato per poi recuperare (nel caso americano) tutto il terreno perso.

Dunque dal punto di vista delle correlazioni di mercato il venerdì ci ha restituito un quadro atteso e sensato che può valere la pena di continuare a seguire per le settimane a venire, in quanto si è palesato ulteriormente il macrotema che guiderà verosimilmente l’andamento futuro dei prezzi delle maggiori attività finanziarie e che vede al centro i tassi di interesse, la grandezza economica fondamentale che definisce il pricing dei titoli in senso lato.

La divergenza tra i tassi di interesse di Stati Uniti ed Eurozona ( e Regno Unito) ha dato un chiaro segnale durante la settimana appena trascorsa: mentre i dati sul lavoro hanno spinto in su quelli a stelle e strisce già peraltro all’interno di un contesto bearish per i titoli a rendimento certo denominati in dollari americani, gli speech e la forward guidance di Carney e Draghi hanno ulteriormente depresso quelli del Vecchio Continente.

Ci riferiamo evidentemente ai tassi attesi, che hanno mostrato una significativo ed inusuale divergenza che si configura di portata storica dai tempi dell’introduzione della moneta unica europea.


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Il segnale a favore del greenback appare piuttosto chiaro: dopo il downtrend di una decade, a livello strutturale e ciclico l’economia americana sta sensibilmente migliorando (fatte le opportune precisazioni se si pensa a debito e deficit federale ad esempio) e il warning in questo senso è stato fornito dalla Fed pronta a staccare la spina della liquidità proprio non appena le condizioni dei fondamentali (già in trend crescente) lo consentiranno.

Siamo più propensi a credere che il famoso tapering della Federal Reserve avverrà comunque, anche a fronte di dati non in linea con le aspettative dal punto di vista degli orizzonti temporali, e che anzi l’istituto centrale americano non stia cercando nei fondamentali la ragione per agire in senso restrittivo ma che semmai stia cercando nei fondamentali la ragione per non farlo.

Da un punto di vista di trading ci troviamo in una situazione molto particolare nella quale i livelli grafici impongono grande attenzione in quanto lo scenario mostra, in virtù anche del breve ragionamento finora effettuato, potenziali segnali di breakout di punti tecnici propedeutici per posizionamenti addirittura di natura strategica, punti che potrebbero farci assistere nel caso di EUR/USD, GBP/USD e AUD/USD, tanto per citare i casi più lampanti, dapprima delle correzioni di breve in senso rialzista e poi dei movimenti di continuazione ribassista per la rivisitazione di prezzi ormai da alcuni mesi inesplorati.

EUR/USD
Il prezzo, dopo le vendite massicce sotto l’1,29, si è perfettamente appoggiato sul supporto a 1,28, dove si è formata l’ennesima fase di distribuzione da poter sfruttare sui primi incrementi di volatilità da poter sfruttare visto il potenziale ottimo Risk/Reward offerto. Al rialzo vale la pena di attendere il superamento della media mobile esponenziale a 21 periodi che transita per 1,2835 per primi obiettivi a 1,2885 e 1,2930 in estensione, mentre in ottica short è sensato operare alla rottura dei minimi attorno a 1,28 attendendo comunque i primi pullback di quelle che, in assenza di grande volatilità, potrebbero rivelarsi delle false rotture. Il supporto strategico è in questo caso posizionato a 1,2750 che precede il cruciale 1,2660.

USD/JPY
Si rivedono livelli piuttosto elevati per il cambio in grado di riportarsi con forza sopra quota 100per movimenti che nel breve appaiono molto speculari a quelli dell’eurodollaro. Anche qui si sta dimostrando significativa la media mobile a 21 del grafico orario che transita sul livello di supporto di breve a 101,10 che demarca, con il filtro di 100,85, una zona ottimale per mettersi lunghi con primo target a 101,55 e 101,90 in estensione, e per girarsi short appunto sotto 100,85 per obiettivi a 99,90.

EUR/JPY
Rotta la sequenza di massimi decrescenti, la price action mostra ancora segnali discordanti con le medie mobili a 21,100 e 200 che su time frame a 4 ore e 1 ora, confluiscono tutte in area nei pressi di 129 e che non forniscono idee di direzionalità. Primi spunti operativi potrebbero aversi in senso long sul break rialzista di 130,20 per target a 131,20. Cedimenti di 129,60 potrebbero indurre nel breve a operazioni di vendita per il 129 e il 128,55 in estensione.

GBP/USD
Quadro tecnico molto simile a quello dell’Eurodollaro. Il prezzo è andato infatti ad appoggiarsi poco sopra il supporto fondamentale posto a 1,4840 in precedenza strategico nel far correggere il prezzo dopo il pesante downtrend che lo aveva visto scendere addirittura da 1,63. Le indicazioni appaiono molto simili a quelle fornite per l’eurodollaro, laddove la media mobile esponenziale a 21 periodi del grafico orario rappresenta nel breve il maggiore livello di resistenza dinamica presente. Long perciò implementabili in area 1,4915 per 1,4960 dapprima e 1,5030 in estensione. Break al ribasso naturalmente sotto i minimi relativi a 1,4860 per stop in pari immediato nelle vicinanze di 1,2840/35.

AUD/USD
Punti tecnici delicatissimi anche per l’AUD/USD molto vicino alla soglia cruciale di 0,90. Ottimo il Risk/Reward per acquisti sopra 0,9070, sui primi incrementi di volatilità, e target a 0,9125 in prima istanza e 0,9175 in continuazione. Break dei minimi a 0,9035, dei quali sarebbe opportuno attendere pullback, farebbero scendere il cambio sotto 0,90 verso 0,8950 in primo luogo.

XAU/USD
“La compressione di volatilità ci lascia presagire pesanti strappi quest’oggi, al ribasso se il dato dovesse favorire il dollaro americano fino a rivedere area 1.220 e 1.200”. Questa l’analisi di venerdì sul metallo giallo, che resta ancora di attualità nei due punti tecnici descritti. Più precisamente ci troviamo di fronte ad una correzione ribassista che, su conferma della tenuta dell’area 1.225/20 potrebbe riportarci in area 1.208 e 1.200. Long invece implementabili su decisi superamenti sopra 1.235 con 1.260 e 1.270 come obiettivi.

Davide Marone Analyst DailyFX

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