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Morning adviser, Fed: tassi fermi e QE confermato

Pubblicato 21.03.2013, 08:57
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Basterebbe leggere il titolo del pezzo di oggi e poi passare direttamente all’analisi dei livelli per la giornata di oggi.

Dal fronte macro infatti non arriva nessuna novità rispetto a quanto accaduto durante questo inizio di settimana sul lato Cipro e rispetto a quanto atteso dagli investitori sul fronte Federal Reserve.

Dalla piccola isola, dopo il no del parlamento circa i prelievi forzati dai conti correnti ciprioti, si apprende che le banche rimarranno chiuse fino all’inizio di settimana prossima e pare che per il momento i rischi di contagio verso altri Paesi europei siano rientrati (e questo è dimostrato dalle borse che sono riuscite a tornare in territorio positivo).

Da Bernanke invece, arrivano commenti su questo nuovo focolaio di crisi, che è visto come non molto pericoloso fino a quando gli altri Paesi in difficoltà (Italia in primis) manterranno la fiducia nel sistema, mentre dal punto di vista della politica monetaria americana, tutto come da attese.

L’economia sta crescendo ad un tasso moderato rispetto alla pausa dell’anno scorso, con le stime su Pil ed inflazione riviste in maniera leggermente negativa, ma con un tasso di disoccupazione previsto in miglioramento per il 2013.

Procedendo con ordine ci sono state fornite le nuove forchette: 2.3%-2.8% vs 2.3%-3.0% (precedente) per il Pil, 1.3%-1.7% vs 1.3%-2.0% per l’inflazione e 7.3%-7.5% vs 7.4%-7.7% per la disoccupazione. Il costo del denaro rimarrà ancorato al livello che passa tra 0 e 0.25% e continueranno gli stimoli per l’economia al tasso di 85 miliardi al mese, tra acquisti di titoli di stato e di MBS.

Undici voti a favore e uno contrario (Elizabeth Duke della Fed di Kansas City), che confermano quanto atteso dalla maggior parte degli analisti, ovvero nessun cambio di rotta ed una retorica più controllata per quanto riguarda eventuali piani di uscita dalle politiche straordinarie messe in atto, che fino a quando non vedranno miglioramenti sostanziali sul piano economico reale, potranno continuare ad essere utilizzate.


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I tassi invece, rimarranno su questi livelli fino a quando la disoccupazione non scenderà sotto il 6.5% e l’inflazione non tornerà superiore al 2.5%. Uno spunto di riflessione importante è stato dato dal numero uno della Fed quando si è parlato dei recenti rialzi sul fronte equities.

Non c’è da sorprendersi infatti se le borse americane stiano performando bene: i profitti sono aumentati e non ci stiamo discostando dalla media delle serie storiche, il che potrebbe essere il preludio a nuovi tentativi di rialzi, che potrebbero avvenire in rottura dei punti più importanti, nel momento in cui il sentiment degli operatori dovesse rivolgersi verso il risk on, ovvero dopo lievi correzioni che permetterebbero delle entrate più convenienti sui supporti (entrambi gli scenari, valutati su grafici giornalieri, offrono un buon rapporto rischio rendimento).

Ultimo flash prima di passare all’analisi dei livelli tecnici più importanti sulla sterlina inglese. Ieri mattina abbiamo rimandato di mezzora il nostro morning meeting (che è iniziato alle ore 10 anziché alle ore 9.30) proprio per seguire insieme ai trader che seguono il nostro appuntamento la pubblicazione delle minute della BoE.

Dopo la decisione di non intervenire né sul costo del denaro né sulle misure di quantitative easing (che è rimasto a 375 miliardi di pound) il mercato attendeva con ansia il numero di votanti a favore di una politica monetaria più espansiva. Il fatto di non aver visto cambiamenti in questo senso rispetto alla riunione passata (anche questa volta i voti sono stati 3 vs 6) è stato supportivo per la sterlina, che ha visto guadagnare una figura contro il dollaro (dopo il tentativo del mattino di rottura ribassista), prima di girarsi nuovamente a ribasso per poi riguadagnare una figura nuovamente e tentare addirittura delle rotture rialziste.

Rimangono dunque molto sensibili ai dati la sterlina e tutti i suoi cross, per cui attenzione al calendario macro se si lavora sulla sponda inglese.

EUR/USD
L’euro ha recuperato dai minimi del post Cipro, mostrando così la conferma di non aver rotto per il momento i supporti di medio periodo. Essi passano infatti tra 1.2875 e 1.2820 e fino a quando non dovessimo assistere al loro superamento, potremo considerare i prezzi come in posizione di sostanziale forza rispetto al dollaro americano. Ci troviamo oggi in consolidamento tra 1.2930 e 1.2980, e possiamo attenderci delle rotture una volta raggiunti questi livelli. E’ possibile pensare di anticipare delle rotture una volta raggiunto 1.2965 a rialzo, tenendo conto che il movimento potrebbe prendere forza una volta superato 1.2980, con l’area tra 1.3000 e 1.3025 che potrebbe fungere da resistenza. Un superamento di essa potrebbe portare a forti rialzi , capaci anche di raggiungere l’area di 1.3040. In caso di rottura ribassista, da valutare oltre 1.2920, il mercato potrebbe riproporre i minimi.

USD/JPY
Salita anche su UsdJpy, che dopo aver compiuto nuovi massimi in area 96.15 ha corretto durante la notte. Ci troviamo ora a ridosso della media a 21 oraria, che insieme a 95.50, dove passa la media a 100 potrebbe rappresentare una buona area di supporto. Una sua tenuta, potrebbe fornire buone opportunità di acquisto di dollaro americano, tenendo conto che una discesa sotto 95.30 potrebbe cambiare lo scenario, con primi target intorno a 95.00 e 94 ¾ in estensione. Se si raggiungesse l’area di 96.00, considereremmo rotture importanti soltanto al superamento di 96.25.

EUR/JPY
Correzione meno inclinata per EurJpy, che ha formato anziché una bandiera una sorta di rettangolo, posizionatosi sopra le medie orarie incrociate a rialzo. Buon risk reward dunque per acquisti di moneta unica, con 123.25 come punto per valutare inversioni di breve. In caso di avvicinamento a 124.50, sarà importante valutare lo stocastico che se lontano dall’ipercomprato, potrebbe suggerire tentativi di rottura verso 125.00.

GBP/USD
Dopo le giostre di ieri (si veda il grafico a 15 minuti in pagina, testimone della volatilità impazzita sul cambio), il mercato sta consolidando sopra 1.5100, all’interno dei più importanti confini di 1.5075 e 1.5175. Una figura di congestione che nel momento in cui si dovessero vedere i livelli più importanti rotti, potrebbe essere propedeutica ad aumenti di volatilità direzionali importanti. Le rotture potrebbero essere valutate a partire da 1.5065 a ribasso, con i minimi di ieri che devono essere oltrepassati per far sì che la rottura possa prendere forza (una price action del genere fornirebbe possibilità di posizionamento di stop in pari sul primo aumento di volatilità), mentre sul fronte rialzista, un superamento di 1.5040 potrebbe riproporre i massimi, che lascerebbero strada alla sterlina soltanto in caso di superamento di 1.5190 (attenzione alla fortissima area di resistenza passante tra 1.5200 e 1.5225.

AUD/USD
Ancora incerta la price action del cambio, che consolida tra 1.0340 e 1.0415. Le medie sono impostate a rialzo e si presentano parallele e vicine su un grafico orario. Questo potrebbe portare a risalite dai prezzi verso 1.0400, ma per assistere ad accelerazioni occorre vedere superato il punto di 1.0430. In caso di approfondimento oltre 1.0365, possono comunque intervenire i supporti in area 1.0340 e per valutare appesantimenti importanti, aspettiamo di vedere superato 1.0330.

Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst

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