🚀 I rialzi di maggio: l'AI li ha anticipati: PRFT+55% in soli 16 giorni! I valori di giugno sono in arrivo.Vedi lista

Morning adviser, finalmente il taglio è arrivato

Pubblicato 08.11.2013, 09:40
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 8 novembre 2013

INTRO

Ci siamo sbagliati a livello di aspettative di azione ma non siamo mai stati tanto felici di vedere un interventismo che a questo punto, conoscendo i ritmi decisionali della BCE, potremmo definire tempestivo, ma soprattutto, operativamente, di aver compreso come l’euro di fronte ad un taglio di tassi avrebbe potuto approfondire la sua corsa, effetto non così scontato dopo la discesa di quasi 400 punti che aveva caratterizzato la moneta unica europea contro il dollaro americano.

BCE: taglio a 0.25% ma tasso sui depositi ancora a 0%

Il che significa nessun cambiamento per l’economia reale e soprattutto per il mercato del credito. O meglio, nessun miglioramento nel credito al consumo e alle imprese erogato, quindi nessun cambiamento per l’economia reale, anche se i tassi euribor andranno, dal prossimo 13 novembre, a scendere lievemente (con l’effetto di non vedere aumentare le rate dei mutui variabili), così come l’eurirs potrebbe lievemente ridimensionarsi, senza che tuttavia la situazione per le tasche delle famiglie vada a migliorare sensibilmente. Il motivo che ha portato il board a decidere (non all’unanimità ma a maggioranza, e questo fattore fa capire da che gente sia governata la BCE) è stata l’inflazione scesa n maniera importante rispetto alle aspettative: la base della discussione non è stata se tagliare o meno il costo del denaro, ma se tagliarlo adesso o aspettare ancora un mese. Fortunatamente non si è rimandata una decisione che avrebbe dovuta essere stata presa, sapete come la pensiamo a riguardo, mesi e mesi fa. I rischi di deflazione al momento non ci sono ma ci troviamo di fronte a mesi di potenziale bassi inflazione che dovrebbe, secondo retorica, ripartire senza arrivare al target del 2% ma avvicinarsi ad esso nel corso del 2014. Le operazioni di rifinanziamento (con il meccanismo del full allotment) verranno portate avanti fino a metà del 2015 in quanto la richiesta di credito è congelata ed i rischi per l’economia e la crescita economica sono ancora a ribasso.

La reazione dell’euro

La reazione della moneta unica europea non si è fatta attendere ed abbiamo vissuto un paio d’ore di discesa, da 1.3500 a 1.3300, prima di assistere a correzioni rialziste che non hanno allontanato i prezzi dai territori di supporto che tra poco vedremo. Draghi è stato chiaro nel comunicare che la forza dell’euro nei confronti del dollaro non ha inciso sulla decisione di procedere con una riduzione del costo del denaro, che i mercati vadano dove vogliono andare, questo il concetto. Fino a quando non si andranno a modificare i tassi sui depositi, che potrebbero essere spostati in territorio negativo, la moneta unica potrebbe rimanere sotto pressione a causa del fatto che i tassi interbancari rimarranno probabilmente prossimi allo zero (su base reale), ma già da oggi potremmo assistere ad aumenti di volatilità, però “dollar driven”.

NFP: occhi puntati sul dollaro

Attese per 125k posti di lavoro creati ed un trend che negli ultimi mesi non è esistito. Le ultime rilevazioni hanno mostrato comunque una creazione di posti di lavoro pari a 142k, 199k, 176k, 172k, 89k, 193k fino all’ultimo 148k. Questo sarà il merket mover per oggi, con il tasso di disoccupazione sempre più in sordina a causa del fatto che la base partecipativa alla forza lavoro (ossia coloro che stanno cercando attivamente lavoro) sta diminuendo costantemente. Questo dovrebbe farci ragionare in maniera fine sulla pubblicazione di oggi e su quelle future: se la base di chi sta ricercando lavoro diminuisce, ma i NFP (dato reale relativo a nuove buste paga effettivamente staccate) aumentano, significa che l’economia sta comunque creando posti di lavoro, non sufficienti a far raggiungere la situazione di piena occupazione, ma comunque segnalando dei miglioramenti che dovrebbero essere tenuti in considerazione. Questo il motivo per cui, di fronte a NFP superiori alle aspettative ci attendiamo una buona reazione del dollaro americano a livello globale (ma siamo sicuri che gli americani, ora come ora, lo vogliano?), di contro, di fronte ad una rilevazione in linea con il consensus o inferiore ad esso, potremmo assistere a correzione del dollaro americano, con la borse che però potrebbero andare a recuperare terreno in virtù dell’allontanamento ulteriore del tapering.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: il fatto di aver atteso ad acquistare l’eruo su un grafico daily grazie al posizionamento dello stocastico, non ancora in zona di ipervenduto, ha pagato e l’idea di vendere euro sotto le resistenze di 1.3540 (pur mantenendo uno stop e reverse sopra 1.3555) per cogliere approfondimenti in ultima istanza sotto 1.34 figura è stata altrettanto buona. Siamo ora sotto la media a 21 oraria in una situazione di pull back delle aree di resistenza individuabili tra la media ed i punti statici precedenti passanti per 1.3450 (minimo rotto che poi ha fatto da resistenza), area sulla quale si possono ipotizzare acquisti di dollaro per assistere a tentativi di raggiungimento dei minimi che se superati di almeno una ventina di punti potrebbero condurre verso 1.3240, mentre in caso di superamento rialzista di area 1.3465 (è possibile attendersi tentativi di ripartenza che se dovessero abbattere area 1.3485 potrebbero far ripartire verso 1.3540, con il 55 da tenere sempre sotto osservazione.

USD/JPY: UsdJpy davvero imprevedibile ieri se si è lavorato su time frame dall’orario in su, sui 15 minuti e sulla mezzora si sono formate divergenze ribassiste in grado di mostrare situazioni di eccesso di acquisti importanti, che hanno portato non a correzioni ma a giri importanti di direzionalità. Per comprendere tale tipo di reazione occorre affidarsi a time frame giornalieri, sui quali stiamo seguendo una restrizione di volatilità che dura ormai da maggio e che vede la possibilità di rotture a rialzo o a ribasso equiprobabili. Ieri abbiamo valutato possibilità di vendita di UsdJpy tra 89.80 ed 89.90, con stop e reverse sopra i massimi, con l’area passante per 99.35 come quella da valutare per pensare a posizionamenti long su un time frame daily, on caso di chiusura sopra di essa. Oggi il mercato fornisce potenziali spunti ribassisti, da poter impostare sotto la media a 21 oraria ed i punti precedenti passanti per 98.20/25. Nel caso in cui il mercato provi a tornare sopra 98.45 è possibile valutare tentativi di ripartenza verso 75, area che comunque potrebbe fornire buoni spunti ribassisti e da poter sfruttare, questa volta, con uno stop e reverse sopra 90. In caso di superamento di area 97.45 possibilità di assistere a nuovi minimi verso 97. ¼/30.

EUR/JPY: le vendite potenziali nell’area che passava tra 133.40 e 65 viste ieri hanno rappresentato una buona strategia in quanto i prezzi hanno effettivamente raggiunto area 132.85, con gli effetti moltiplicativi di volatilità tra EurUsd e UsdJpy che hanno portato a raggiungere territori ben più lontani (131.90, prima di correggere sotto la EMA21 e poi sfondare quota 132.00 definitivamente). Questa rappresenta la resistenza principale da seguire per oggi ed in caso di sua tenuta è possibile pensare ad approfondimenti oltre 131.00, valutabili in caso di superamento di 131.10. Per assistere a ripartenze, crediamo che l’area passante per 132.15 sia quella più importante da seguire, con potenziali target sulla ripresa che passano tra 132.40 e 65.

GBP/USD: dopo le buone operazioni effettuate sulla sterlina ieri il mercato ha esteso sotto le aree di supporto considerate per valutare eventuali acquisti (tra 1.6040 e 1.6060, fornendo spunti ribassisti sotto l’1.6020 considerato che però non hanno portato ad estensioni fino ai livelli ipotizzati di 1.5985. Nel pomeriggio la ripartenza è stata importante e questo ha riportato i prezzi sui livelli di resistenza principali, confermando la relativa forza del pound (sceso soltanto sulla BoE) e fornendo un quadro tecnico sporco per oggi. Le uniche possibilità operative vedono la possibilità di seguire una divergenza ribassista potenziale individuabile su un grafico a 4 ore e la possibilità di sfruttare l’appoggio ai supporti di breve (sopra 1.6070) o la rottura a rialzo di 1.6120 (con area 1.6135 come resistenza) per attendere l’eventuale divergenza. R/R non buono.

AUD/USD: buona tenuta dei supporti visti ieri mattina con il mercato che è ripartito verso i target rappresentati dalle resistenze statiche, con il successivo superamento a ribasso di area 0.9455 che ha riportato verso 0.9440 ed in estensione sui minimi. Siamo ora in rimbalzo verso le resistenze principali individuabili in area 0.9485/0.9500, dove è possibile valutare acquisti di dollaro americano con stop e reverse sopra il livello di 0.9515, considerando la possibilità di estensione fino a 0.9445, che se superato potrebbe portare a 60.

Ger30 (Dax): la strategia difensiva su eventuali vendite ipotizzate ieri ha portato non solo alla ricerca di soglie psicologiche sotto il 100, ma allo sfioramento del nuovo massimo storico intorno a 9,200, prima di correggere pesantemente insieme agli acquisti di yen e franco svizzero. Possibilità di valutare acquisti sui minimi che passano tra 9,000 e 8,970, con possibilità di approfondimenti a rialzo in caso di superamento di area 9,080. In caso di superamento di area 8,940 è lecito attendersi potenziali discese verso 8,900.

XAU/USD (oro): buono il quadro tecnico visto sull’oro, pur di fronte all’alta volatilità creatasi. Curiamo nuovamente le resistenze poste però tra 1,310.00 e 1,317.00, con 1322.00 come potenziale livello di reverse verso 1.325/28, che rappresenterebbe un area oltre la quale il movimento potrebbe girarsi a rialzo. Sotto 1,304.00, come ieri, possibilità di estendere verso 1,295.00.

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