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Morning adviser, finita la corsa del dollaro?

Pubblicato 21.05.2013, 08:24
EUR/USD
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La mancanza di dati macroeconomici ha fatto sì che la giornata di ieri risultasse abbastanza tranquilla a livello di volatilità e di direzionalità dei movimenti di breve periodo.

I movimenti cui abbiamo assistito possono essere ancora considerati come di correzione e dovremo curare attentamente i livelli tecnici prima di ipotizzare inversioni del trend di breve periodo in atto.

Ci riferiamo senza dubbio al dollaro americano, che ha mostrato una situazione di forza contro le major durante gli ultimi giorni e che ora è andato a correggere senza tuttavia risultare in grado di rompere i supporti di medio periodo.

Non siamo nemmeno stati in grado di raggiungere i livelli di massimo precedente, il che ci fa capire come ci sia stata effettivamente una perdita di momentum del movimento, sufficiente per pensare che quanto visto fin’ora possa concludere?

Domanda davvero difficile cui dare una risposta oggi, soprattutto di fronte ad un calendario macroeconomico così povero di pubblicazioni.

Le condizioni affinchè si rientri da questa forza generalizzata delle borse e del dollaro americano potrebbero crearsi in due casi.

Il primo va ragionato dal punto di vista tecnico e prevede l’ipotesi di andare a vendere rischio, e con esso il dollaro americano, in seguito agli approfondimenti delle prese di profitto cominciate ieri nel caso in cui alcuni livelli tecnici importanti, sotto i quali possono essere presenti ordini di vendita in stop (sia per proteggere posizioni lunghe, sia traling stop che sono ormai in profitto, sia stop entry) che se colpiti possono innescare diverse vendite in grado di far approfondire il movimento ribassista (pensiamo per esempio all’area tra 1,662.50 e 1,657.50 per lo S&P500).

A questo punto occorrerebbe valutare se il movimento possa essere considerato come una rottura definitiva o come una fiammata, ma dato che ci concentriamo sul breve periodo cercheremo di seguire quest’eventualità da vicino. Il secondo caso riguarda invece un cambiamento di sentiment all’interno degli investitori, che potrebbero passare a ricoprire le posizioni aperte a causa di fattori esogeni in grado di smorzare la propria propensione per il rischio e con essa la ricerca di alti rendimenti, a fronte di una maggior sicurezza.

Pensiamo alle borse in primis, in grado di offrire rendimenti stimolanti rispetto sia ai tassi risk free in giro per il mondo, sia alle materie prime che, a parte fiammate di recupero come quelle mostrate ieri, rimangono sotto pressione facendo preferire, nel momento in cui ci si trova su livelli tecnici di attenzione, aumenti di volatilità bidirezionali che per il momento hanno premiato i breakout ribassisti.

Investimenti quelli sulle commodity però, più da trader che da investitore.

Fino a quando i dati macro non ci passeranno notizie diverse da quelle che ci dipingono un’America in lenta ripresa, un’Europa ancora in recessione e le altre economie che si muovono sulle corde che conosciamo (nulla di nuovo anche da parte delle minute della RBA questa notte, il taglio di tassi è stato in linea con le condizioni congiunturali mondiali, interne e della Cina, situazione già scontata dai prezzi) o non si avranno cambiamenti di rotta della politica monetaria accomodante attualmente in atto, non vediamo grandi possibilità di cambiamenti, per cui seguiamo con attenzione i mercati, non escludendo la possibilità che possano esserci dei tentativi di continuazione dei movimenti pro rischio.

Mercoledì sera vi saranno le minute del FOMC e questo sarà un appuntamento da non perdere per cercare di inquadrare il sentiment degli investitori e valutare eventuali correlazioni (come quelle createsi da poco tra dollaro e rischio, ancora fragili per essere considerate da un punto di vista operativo di medio periodo).

US Dollar index

EUR/USD
Le aree di resistenza individuate ieri su EurUsd si sono fatte ben sentire durante la mattinata, respingendo i prezzi fino a 1.2850, senza riuscire però a spingersi verso i minimi di mercato di breve, rappresentati da quell’1.2800, che se rotto può condurre le quotazioni verso 1.2750, rappresentato dai minimi precedenti. I prezzi hanno trovato in 1.2900 una nuova area di resistenza statica, il che ci conferma come la volontà di reverse verso l’alto possa continuare ad essere valutata da 1.2935 in su, con obiettivi in area 1.2975. In caso di tenuta delle resistenze, e di rottura ribassista di 1.2860 è lecito attendersi dei tentativi di rottura dei supporti di ieri, che in caso di approfondimento sotto 1.2840 possono portare all’attacco di 1.2800.

USD/JPY
A volte l’attendismo paga e questo è il caso del UsdJpy, difficile da lavorare, come visto, su timeframe orari. Ci siamo spostati su un 4 ore per valutare la possibilità di lavorare su una divergenza ribassista individuata su uno stocastico a 10-6-3, quarto livello di attenzione della nostra scala valutativa, che sarebbe stato possibile lavorare in caso di rottura dei filtri applicati. Bene, la rottura della media a 21 periodi esponenziale (terzo livello, che avrebbe potuto dare il la a vendite se non ci fossero stati altri filtri) con la mancata rottura dei livelli di supporto statici toccati nella notte (livello uno di attenzione, dunque il più importante in grado di invalidare il segnale di rottura della media a 21 vista la loro vicinanza), ha evitato di entrare a mercato prematuramente, ed ora continuiamo a seguire il mercato su un 4 ore dove intravediamo la possibilità di seguire un testa e spalle ribassista, con gli stessi livelli di attenzione visti ieri sia per quanto riguarda i supporti sia per quanto concerne le resistenze, con maggiore attenzione a101.75, potenziale livello in grado di far aumentare la volatilità.

EUR/JPY
Ancora laterale in cross EurJpy, dove i livelli da curare sono ancora rappresentati da 131.15 e da 132.75, per valutare eventuali rotture nell’ordine del quarto di figura. Meglio seguire 130.40 e 133.30 per valutare la possibilità di movimenti direzionali.

GBP/USD
Buono il quadro tecnico individuato sul cable anche se non ha reso facile l’operatività sul cambio, ma con situazione di correzioni come quella viste ieri, dove non si è riusciti ad accelerare in direzione del movimento principale nel corso della mattinata, né si è riusciti a girare definitivamente il mercato nel pomeriggio e dove la volatilità si manifesta a fasi alterne, non è facile lavorare. L’area di resistenza individuata ha tenuto al mattino, senza far tornare il mercato sui minimi (come sull’euro). La mancata rottura rialzista di 1.5280 ha evitato degli ingressi long per 1.5320, dunque anche qui il filtro statico ha permesso di non sbagliare l’entrata. Ora ci troviamo in una fase laterale con riduzione di volatilità, 1.5220 e 1.5280 sembrano poter essere i migliori livelli da monitorare per valutare eventuali accelerazioni dei prezzi nell’ordine dei 40/50 punti.

AUD/USD
Le resistenze individuate hanno fornito migliori opportunità operative sul dollaro australiano, vista la sua minore liquidità rispetto alle major viste fino ad ora e la sua conseguente maggior volatilità. Siamo tornati infatti verso i minimi di mercato, senza tuttavia riuscire a rompere a ribasso l’area di 0.9750. Questa mattina il mercato sembra voler provare delle rotture rialziste, da valutare a nostro parere sopra 0.9850, con 0.9885 che può rappresentare l’ultima barriera prima di potenziali estensioni verso 0.9930. Se dovessimo scendere sotto 0.9790, potremmo attenderci tentativi di raggiungimento dapprima di 0.9750 che se superato di almeno una decina di punti potrebbe portare verso 0.9730.

Matteo Paganini
Senior Analyst DailyFX



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