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Morning adviser, G20 credibile o meno?

Pubblicato 18.02.2013, 08:46
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Un G20 al quale, oltre ai ministri finanziari ed ai banchieri centrali, sembra abbiano partecipato anche i pompieri, che con le proprie autopompe hanno gettato, o meglio, hanno cercato di farlo, acqua sul fuoco.

Si, perché tutti eravamo ad attendere eventuali valutazioni circa la battezzata guerra valutaria e queste sono state veramente blande.

Non si è fatto riferimento esplicito allo yen, grande protagonista atteso di questo summit, ci si è limitati a ribadire che i cambi debbano rispettare i fondamentali macroeconomici delle diverse aree, prendendo atto che i movimenti valutari in atto, derivanti dalle diverse politiche monetarie perseguite, sono il risultato di riassetti d’azione, cambiamenti di impostazione macroeconomica nazionale che fanno parte di nuovi percorsi di stabilizzazione delle diverse economie.

Nessuno ha dunque parlato di svalutazioni competitive, si è cercato di trasmettere ai mercati un messaggio di cooperazione da parte di tutti, ma siamo sicuri che esso sia passato nella maniera corretta?

Il mercato ci aiuterà a dare risposta a questo quesito, per il momento quello che possiamo notare sono dei gap in apertura a favore del Nikkei e del dollaro americano e contro lo yen.

Gap che suggerirebbero un fallimento delle intenzioni dei leader mondiali, ma che se valutati in base alla propria consistenza, rendono il risultato misto.

Se gli investitori infatti non avessero dato credito totalmente a quanto passato nel week end, queste differenze in apertura sarebbero state molto probabilmente più ingenti, ma il fatto che esse ci siano state rende il meeting qualcosa di leggero, dove si è cercato di bypassare un problema anziché di risolverlo, anche se vestendo quanto successo in maniera razionalmente accettabile.

Il Giappone ci dà un esempio di quanto queste ultime parole possano essere veritiere: Abe, il primo ministro, non ha infatti perso tempo nel dichiarare che la perdita di valore dello yen avvenuta negli ultimi mesi è da ricondurre a correzioni avvenute dopo le forti salite della divisa e che la politica monetaria accomodante che si vuole seguire risulta corretta ed accettate da parte degli altri Paesi in quanto tesa a raggiungere un obiettivo macroeconomico, ovvero l’inflazione al 2%, e non la svalutazione a sé stante della moneta, appunto per recuperare competitività internazionale.

Una motivazione, appunto, accettabile dal punto di vista razionale, ma che non cambia la realtà dei fatti, che vedono la valuta nipponica, potenzialmente, in direzione ulteriormente negativa contro dollaro ed euro.

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EUR/USD
Continua ad essere elevata la volatilità sulla moneta unica europea, che si mantiene ancora tra 1.3300 e 1.3400. Questi i confini da seguire per assistere ad accelerazioni di volatilità verso 1.3450 oppure 1.3250. Quest’ultimo rappresenta il livello principale da seguire in quanto potrebbe iniziare a mettere a repentaglio le sorti della moneta unica nel medio periodo, con possibilità di assistere ad inversioni del trend in atto, ancora stabile per il momento. In caso di rottura rialzista di 1.3400 troviamo una resistenza intermedia a 1.3430, che se non oltrepassata potrebbe rendere il tentativo di rottura non definitivo.

USD/JPY
Abbiamo inserito in pagina un grafico giornaliero del UsdJpy per testimoniare come il movimento di svalutazione sia forte e continui, la media mobile a 21 periodi rende tutto più chiaro. Concentrandoci però sul breve periodo, notiamo come il cambio si stia mantenendo all’interno di un’ampia fase laterale, tra 92.00 e 94.50, che rappresentano i livelli principale da seguire per assistere a cambiamenti di setup di mercato. Attualmente è in atto una divergenza ribassista oraria che potrebbe spingere a correzioni ribassiste che potrebbero però trovare dei supporti dinamici in area 93.75, dove passa la media a 21 oraria che ha incrociato a rialzo la 100. In caso di tenuta, possiamo attenderci tentativi di raggiungimento di 94.50, con potenziali nuovi massimi, mentre se il supporto dovesse non tenere, potremmo aspettarci degli approfondimenti verso 93.30 da seguire fino a che lo stocastico non dovesse raggiungere la zona di ipervenduto o girarsi a rialzo.

EUR/JPY
EurJpy sta consolidando sopra 125.00, con l’area intorno alla figura che rappresenta un buon livello di supporto statico e dinamico (entrambe le medie orarie passano infatti da qui). Siamo in situazione di divergenza anche qui, con il mercato che potrebbe tentare correzioni fino appunto ai supporti, che se non dovessero tenere darebbero la possibilità di seguire lo stocastico come sul papà UsdJpy con potenziali target in area 124.60 ed in estensione 124.00. Una rottura a rialzo di 125.70 potrebbe riproporre livelli superiori a 126.00.

GBP/USD
Continua la debolezza della sterlina inglese, che vede in 1.5460 i propri supporti ed in 1.5440 le resistenza, dove si potrebbero valutare vendite di pound dato il buon risk reward dell’operazione. Una risalita sopra 1.5585 potrebbe portare a tentativi di rivalutazione che vedono in 1.5640 i potenziali target, mentre in caso di raggiungimento dei supporti, attenzione a potenziali scivoloni, che diventerebbero definitivi una volta superato il livello di 1.5375 (1.5400 potenziale target, dato da punti precedenti precisi individuabili su un 4 ore o su un giornaliero).

AUD/USD
Le parole arrivate dalla RBA sembrano aver avuto effetto, anche se di breve periodo. La fase di congestione vissuta durante la notte di giovedì ha infatti sfogato contro il dollaro australiano (visto alto dalla Banca Centrale), con il raggiungimento ed il superamento di 1.0300, che ora rappresenta la prima area di resistenza da seguire, dato il passaggio della media a 21 oraria. Data la vicinanza della media a 100 e dei punti statici precedenti, passanti intorno a 1.0325, non possiamo escludere tentativi di ripresa fino a questo livello, prima di poter valutare nuove discese di australiano, che potrebbe rivedere i minimi in area 1.0275 e che, se superati, potrebbe puntare verso 1.0240. Un ritorno sopra 1.0335 riproporrebbe, con alta probabilità, i massimi dei giorni scorsi.

Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst







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