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Morning adviser, nessun segno di cedimento

Pubblicato 17.05.2013, 09:01
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Nel Morning Adviser di questa mattina potremmo molto tranquillamente ripetere, usando perfino le medesime parole, quanto descritto nei giorni passati in quanto la chiave di lettura del mercato è rimasta invariata e le variabili in gioco non hanno subito alcuna modifica.

Ma c’è un piccolo fattore che può avvalorare la nostra analisi che, in maniera estremamente sintetica, si fonda sull’individuazione di un mercato estremamente orientato a favore del dollaro americano contro tutte le altre valute senza alcune eccezione per essenzialmente fattori di aspettative delle politiche delle Banche Centrali in relazione agli spread che stanno andando ad ampliarsi circa i fondamentali economici delle diverse aree economiche di riferimento.

Proprio su questo, nel pomeriggio di ieri, abbiamo assistito alla pubblicazione del dato relativo alle Richieste di Disoccupazione degli Stati Uniti, dato che ha visto un aumento a 360mila unità rispetto ad attese di circa 300mila (per chiarezza ricordiamo che in questo caso un dato superiore alle attese costituisce un fattore negativo); ciò si è posto in controtendenza rispetto al trend crescente dei dati macro riguardanti l’America, soprattutto sul fronte del mercato del lavoro e che in prima istanza ha causato vendite di greenback, permettendo ai diversi rapporti valutari di testare le prime resistenze/supporti e così generando il temporaneo ribilanciamento tra compratori e venditori e al ricaricarsi degli indicatori tecnici (su time frame ridotti) che fino a quel momento perduravano nelle zone anomale di ipercomprato/ipervenduto.

La grande predominanza di un sentiment pro-dollaro si è tuttavia palesata nel momento in cui, una volta effettuati i movimenti tecnici di ritracciamento, tutti i cambi si sono riportati sui livelli precedenti e in taluni casi, come quello del dollaro australiano e di quello neozelandese, sui nuovi minimi nella notte.

Il tema del mercato non è evidentemente cambiato nel momento in cui, per estendere l’analisi da un punto di vista intermarket, le Borse non forniscono segni di cedevolezza e appaiono in vere e proprie fasi di accumulazione e l’obbligazionario a livello generale permane su rendimenti nominali estremamente contenuti.

In questo contesto generale che, viste le aspettative su politiche monetarie e fondamentali macroeconomici, non può che essere confermato, diventa perciò più che lecito aspettarsi ulteriori apprezzamenti di dollaro americano.

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A livello operativo questo quadro generale può rivelarsi utile nel momento in cui, in primo luogo, l’individuazione di trend che vanno a svilupparsi in maniera lineare ci offrono la possibilità di lavorare con buona probabilità soprattutto per posizionamenti su punti tecnici di ritracciamento e, in secondo luogo, di sfruttare movimenti concertati e correlati in ottica di anticipazione di movimenti che possono avvenire su cambi e strumenti più sottili per poi manifestarsi anche su quelli più liquidi e tecnicamente pesanti.

EUR/USD
La fase congestiva che ha caratterizzato la price action fino alle prime ore del pomeriggio è stata poi violata al rialzo sopra 1,2890 ; il momentum rialzista si è però presto infranto ancor prima del raggiungimento delle prime resistenze statiche, invalidando ad esempio il pattern di divergenza rialzista con l’oscillatore stocastico sulla solita e puntuale media mobile esponenziale a 21 periodi sulla quale è andata a formarsi una pin candle come chiaro segnale di vendita. L’ottica deve perciò restare sui minimi relativi in area 1,2840 che, se superati, potrebbero portare ad approdi verso 1,2790 e il cruciale 1,2750. Ancora una volta resta 1,2890 il riferimento al rialzo per posizionamenti long che, tuttavia, vedrebbero motivazioni effettive a partire dall’1,2940.

USD/JPY
La grande forza rialzista del cambio è ancora stata una volta confermata e anche in questo caso la divergenza ribassista sul grafico a 4 ore è andata ad invalidarsi sul transito della media a 21 periodi che ha ottimamente respinto il prezzo. E’ così ripresa la sequenza di minimi crescenti che una volta testato il livello di 102,40 potrebbe condurre il prezzo verso i massimi relativi in area 102,70 con possibili tentativi di rottura verso 103,20; se ciò non avvenisse avremmo un chiaro segnale di perdita di spinta palesata in massimi di swing decrescenti. Ancora una volta 102,15 e 102,80 i supporti più importanti.

EUR/JPY
Ancora in lateralità il cross euro yen che vede il suo range di escursione dei prezzi estremamente ridotto, soprattutto se rapportato alla media di questo cross. Nel grafico orario si può apprezzare la concomitanza di massimi decrescenti e minimi crescenti che concorrono nella formazione di un cuneo rialzista supportato dalla divergenza inversa bullish con lo stocastico. La rottura della soglia psicologica di 132, punto di confluenza di livelli statico e dinamico, potrebbe far aumentare la volatilità del cross per il raggiungimenti di 132,40 e 132,80. Sotto 131,50 partirebbero verosimilmente le vendite verso aree tecniche interessanti a 130,50.

GBP/USD
Situazione simile a quella dell’eurodollaro quella del cable il cui rialzo si è puntualmente infranto sull’1,5330. Sul grafico orario si può osservare un canale rialzista di correzione che, se rotto al ribaso in area 1,5230 potrebbe portare alla visita dei punti statici in area 1,52 e in estensione 1,5270.Una tenuta del livello ci portebbe a riguardare invece proprio l’1,5330 laddove, ad ora, semba questo lo scenario meno probabile.

AUD/USD
Ancora deprimente lo scenario per il dollaro australiano ancora su nuovi minimi relativi una volta rotto lo 0,98. Stupefacente per regolarità il ribasso che, ad ora, non trova spunti in direzione contraria se non la possibilità di lavorare in sinergia con lo stocastico per potenziali divergenze di breve come sul time frame orario per primi target non entusiasmanti dal punto di vista del R/R proprio verso lo 0,98. 0,97 il target in caso di approfondimento al ribasso.

Davide Marone
DailyFX Analyst



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