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Morning adviser, prese di profitto o risk off?

Pubblicato 05.02.2013, 08:42
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Dopo le forti corse del mercato commentate fino a ieri mattina il mercato ha corretto in maniera importante, sia sul fronte valutario che su quello azionario, con le materie prime che hanno reagito in maniera differente, oro su e petrolio in correzione.

Quello che è successo ieri può davvero farci ipotecare il 4 febbraio 2012 come un lunedì nero, con i mercati di borsa, soprattutto europei, in forte flessione e con l’indice italiano che è andato a perdere il 4.50%, tornando sotto quota 16,500.

Anche sul fronte americano e giapponese le diverse piazze finanziarie hanno chiuso con un segno meno, con lo S&P500 tornato sotto quota 1,500.00 ed il Dow Jones che molla quota 14,000 per tornare sotto 13,950.

Le incertezze politiche europee, con la Spagna sotto i riflettori a causa dello scandalo tangenti che hanno fatto richiedere le dimissioni del premier da parte dell’opposizione e con l’Italia in forte spolvero – negativo – in quanto le continue dichiarazioni che ci arrivano dai diversi leader politici fanno capire quanto poco sia inquadrabile, all’interno del disegno superiore di salvaguardia dell’euro, qualsiasi iniziativa comunicata all’ignaro popolo italiano che è chiamato ad eleggere i propri nuovi (scusate l’eufemismo) condottieri, fiduciosi che le promesse da campagna elettorale possano essere rispettate e che la situazione di austerity, tanto agognata in questi momenti, si vada a risolvere in fretta e brillantemente.

Speranze che, a guardare quello che è accaduto ieri, sembrano mal riposte.

Gli investitori in grado di muovere i grossi flussi di capitale hanno capito che il signor Mario Monti ha dovuto agire in questa direzione a causa degli accordi esistenti a livello europeo che vogliono rimettere in ordine i conti dei maggiori player economici europei per far sì che il progetto euro la smetta di scricchiolare (sui media si vuole archiviare, come da gentile richiesta tra le righe di Mario Draghi, il 2012 come l’anno di salvataggio dell’euro, ma siamo ancora lontani da poter avere questa certezza).

Le intenzioni però sono chiare: difendere strenuamente la struttura creata nell’ultimo decennio, e tutto quello che va contro a questo disegno, porta instabilità, in grado di far partire movimenti come quelli visti.

Movimenti che sono partiti appunto in Europa sul fronte Italiano e che hanno portato a decidere di prendere profitto su diversi lidi, che come accennato, avevano davvero corso tanto.


eurusd

Gli spread tra Bund e titoli dei paesi periferici sono tornati a salire (Bund – Btp 280 bp), le borse sono state vendute a livello globale e sul valutario non abbiamo assistito a movimenti unilaterali del dollaro americano, il che ci conferma il grado di decorrelazione esistente ed il fatto che, nella maggior parte dei casi, ci stiamo trovando di fronte a prese di beneficio.

L’euro è sceso sotto quota 1.3500 (il che significa dollaro comprato), la sterlina è salita sopra 1.5750 (dollaro venduto), lo yen si è riportato tra 92.00 e 92.50 (dollaro venduto) e l’australiano è rimasto il laterale, con una discesa durante la notte dopo il mantenimento dei tassi al 3.00% da parte della RBA (dollaro comprato).

Capite bene che reazioni del genere non possano essere inquadrate secondo uno schema comune che raccolga i diversi flussi di capitale e che quindi, operativamente, è difficile andare a ragionare in maniera trasversale tra i diversi mercati ed i diversi strumenti dello stesso mercato.

Anche dal fronte materie prime ci arrivano segnali contrastanti, con il petrolio che come abbiamo accennato ha ripiegato su quota 96.00 e che ora mostra possibilità di correzioni a rialzo data la divergenza rialzista oraria tra prezzi e stocastico, che però potrebbe incontrare presto delle resistenze in area 96.40 (punti precedenti e media a 21) e l’oro che è stato dipinto dalla maggior parte dei media come in salita a causa delle forti discese di borsa, ma che a nostro parere è risalito a causa di fattori tecnici che lo stanno mantenendo all’interno dell’ampio range 1,660.00/1,684.00 in attesa di poter decidere da che parte andare (se fosse stato utilizzato come rifugio, le salite sarebbero state molto più violente).

Il risk off è stato innescato qui in Europa ieri mattina, le reazioni sui rifugi non sono state chiare in quanto i flussi di investimento sono andati a distribuirsi in maniera diversa sui mercati (dando prova che le differenze macro a livello monetario pesano in maniera evidente sui mercati) e si è approfittato per prendere profitto su diverse operazioni.

EUR/USD
Il mercato, rotti i supporti in area 1.3585 si è diretto verso 1.3540, che infine ha lasciato spazio a 1.3500 raggiunto e superato nella notte. Chi avesse lavorato questa rottura, con l’accortezza di posizionare lo stop in pari una volta raggiunto il livello intermedio, dove potevano esserci forti reazioni rialziste, si è comportato nel migliore dei modi. La divergenza a 4 ore ribassista può considerarsi terminata e il fatto che il mercato stia provando a rompere i supporti in area 1.3475 ci fa pensare a potenziali tentativi di estensioni ribassiste, che vedono in 1.3415 i potenziali livelli di approdo. Sopra 1.3500 passano ora delle forti resistenze orarie, in grado, in caso di ripartenza rialzista, di contenere i movimenti fornendo buone opportunità dal punto di vista del risk reward per valutare vendite di euro (sopra 1.3540 lo scenario cambia).

USD/JPY
Il UsdJpy dopo la rottura di 92.50 prospettata è andato a portarsi all’interno dell’area di supporto indicata, che ha portato a fermarsi a 92.00, tra 92.30 e 91.80, livelli molto senjtiti dal mercato di breve. Ci troviamo ora in congestione tra 92.00 e 92.50, punti da poter sfruttare per rotture che potrebbero portare ad accelerazioni nell’ordine dei 40 punti, con i prezzi che in questo momento sembra vogliano puntare i supporti.

EUR/JPY
Anche qui la rottura di 125.75 ha portato a discese che hanno raggiunto i target a 125.00, superati nella notte e che ora stanno funzionando da resistenze. I prezzi stanno tentando, nel momento in cui scriviamo, delle rotture ribassiste dei minimi della notte, il che potrebbe portare a movimenti verso 123.85, livello che se non dovesse tenere lascerebbe spazio a 123.30 (punto di lungo periodo). Eventuali risalite potrebbero divenire definitive sopra 125.25.

GBP/USD
Buoni i livelli individuati per il cable, che si trova in correzione durante le prime ore del mattino. Un ritorno sotto 1.5725 potrebbe portare ad estensioni verso la figura, mentre sopra 1.5780 potremmo assistere a tentativi verso 1.5800.

AUD/USD
Forte discesa nella notte anche a fronte di dati macro positivi sia sul fronte australiano che cinese. La bilancia commerciale australiana è migliorata nettamente ma il fatto che la banca centrale abbia tenuto i tassi al 3.00% ha portato a vendite di australiano, che non hanno tuttavia superato area 1.0400. Siamo ora in ripresa ed un’accelerazione sopra 1.0425 potrebbe portare a 50, mentre una sua tenuta (livello dove passano entrambe le medie), potrebbe riportare a testare 1.0400 per provare delle rotture.


Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst





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