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Morning adviser, RBA: tassi al 2.75%

Pubblicato 07.05.2013, 08:28
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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E anche l’Australia si trova a tagliare i tassi di interesse di riferimento per il rifinanziamento del sistema interbancario, al fine di sostenere la domanda interna.

L’economia che presentava, tra le cosiddette major, i tassi di interesse più alti ha limato il costo del denaro grazie all’outlook inflazionistico che vede delle potenziali discese nei prezzi che hanno fatto registrare nell’ultima rilevazione un 2.5% (leggermente inferiore delle aspettative e dettato dalla salita dei prezzi del carbone).

Anche chi è più in salute dunque sta mostrando dei segnali di rallentamento e la politica monetaria scelta dal board della RBA ci dà conferma di come l’Australia sia dipendente dall’andamento della vicina Cina che ora come ora sta crescendo a tassi ancora molto buoni, ma che avendo intrapreso una strada verso una crescita sostenibile anziché andare a massimizzare come unico obiettivo i tassi di crescita, sta comunque pesando sull’andamento della correlata economia australiana.

La reazione che si è vista sul dollaro australiano non è stata eclatante, anche se si è mossa in linea con l’azione da parte della banca centrale.

Il rapporto AUD/USD è infatti sceso sotto 1.0220, livello che era tenuto dal mercato dalla fine di aprile, senza tuttavia riuscire a rompere in maniera decisa tutta l’area supportava che passava tra 1.0200 e 1.0180, il che ci fa capire come rimanga tra gli investitori la fiducia sul futuro dell'isola , ancora molto lontana da scenari recessivi che abbiamo visto altrove e che stanno continuando a manifestarsi sul versante europeo.

Vedremo con l’avvento della liquidità londinese ed americana nel pomeriggio come si veicoleranno i flussi di capitale, ma possiamo sbilanciarci su una potenziale tenuta del sentiment (chiaramente, se dovessimo assistere a rotture tecniche ribassiste, andremo a vendere l’australiano, continuiamo a fare trading su quello che vediamo e non su quello che pensiamo di sapere, anche perché le reazioni delle valute ai dati macro, risultano ancora contenute, a livello temporale).

I dati che verranno pubblicati a partire da questa notte aiuteranno a definire in maniera migliore la situazione attuale dell’economia australiana e cinese.

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Per la giornata di oggi non avremo pubblicazioni particolari per cui avremo la possibilità di analizzare le reazioni degli investitori al dato puro comunicatoci poco fa, concentrandoci sui singoli strumenti data la completa mancanza di correlazioni tra le diverse coppie di valuta (ad eccezione di euro e sterlina, che negli ultimi tre giorni sono andate a muoversi insieme contro il dollaro americano).

EUR/USD
Dopo una mattinata all’insegna della bassa volatilità, la moneta unica europea è andata a rompere il livello di supporto statico di breve periodo posto a 1.3085, senza superarei l più importante supporto in area 1.3040. Risulta necessario un suo superamento per assistere a tentativi di discesa che potrebbero spingersi in estensione fino a 1.2975 (livello dato da punti precedenti) ed una rottura di 1.3065 potrebbe risultare propedeutica al raggiungimento dell’area di supporto indicata. Se non dovessimo tornare sopra 1.3120, si paleserebbe la possibilità di acquistare dollari americani data la presenza di punti precedenti ed il passaggio delle medie mobili esponenziali (resistenze dinamiche), tenendo conto del buon risk reward che vede la possibilità di valutare la chiusura dell’operazione in caso di salita dei prezzi oltre tale livello. Soltanto sopra 1.3140 cominceremmo a valutare la possibilità di rotture definitive, con molta attenzione ai venti punti successivi.

USD/JPY
Tentativo di discesa anche per UsdJpy, anche se sviluppatosi durante la notte e non in concomitanza della discesa dell’euro. Qui ci troviamo saldamente sopra i supporti statici di breve periodo passanti nell’area che va da 98.50 a 98.75. Tecnicamente ci concentriamo su un grafico a 4 ore, data la difficoltà interpretativa dell’orario e notiamo come ci troviamo in una situazione laterale (tra 97.00 e 100.00) che può suggerire delle vendite di dollaro (anche lo stocastico che ha seguito bene i prezzi in questo range lo suggerisce), con particolare attenzione all’area rappresentata dalla media mobile a 21, che ha incrociato a rialzo la media a 100 e che potrebbe fungere da supporto dinamico. Per questo motivo,potremmo valutare vendite in caso di rottura dei minimi della notte.

EUR/JPY
Bassa volatilità sul cross EurJpy data la mancanza di correlazione tra EUR/USD e USD/JPY. Anche qui ci spostiamo su un 4 ore, dove valgono le stesse considerazioni viste per il papà USD/JPY.

GBP/USD
La sterlina ha seguito l’euro nella discesa, andando a toccare quota 1.5520 per poi risalire, senza compiere nuovi massimi. Le medie orarie, a differenza dell’euro, sono posizionate a rialzo e tutta l’area passante tra 1.5550 e 1.5520 risulterebbe un buon supporto sul quale ipotizzare acquisti di sterline. In caso di discesa sotto i minimi di ieri ci si possono attendere tentativi di raggiungimento della confusa area (a livello di punti precedenti) passante tra 1.5475 e 1.5500, area che se non superata potrebbe non determinare rotture definitive. 1.5570 e 1.5600 le resistenze che potrebbero essere raggiunte.

AUD/USD
Dopo la discesa contenuta, come visto in precedenza, dall’area di supporto più importante, stiamo seguendo la possibilità di vedere formarsi una divergenza rialzista, che potrebbe essere sfruttata per ingressi long tenendo conto che la media a 21 oraria potrebbe fare da tappo alla ripartenza. Un superamento a ribasso di 1.0175 diviene necessario per visitare l’area di 1.0115, data dal minimo di inizio marzo.
Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst



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