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Morning adviser, settimana delicata

Pubblicato 29.04.2013, 08:55
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La settimana dei mercati finanziari appena trascorsa ci ha lasciato in eredità un mercato valutario piuttosto incerto e privo di direzionalità su diversi cambi e che ha visto una media volatilità e un ripiegamento del dollaro americano, un mercato azionario di nuovo in forte ripresa e con gli indici europei che hanno terminato tutte le sedute in segno positivo, un obbligazionario con i prezzi ai massimi (vedi il Bund) e i rendimenti ai minimi (vedi il minimo storico sui Bot a 6 mesi di venerdì) e le principali commodities in grande ripresa (oro, petrolio, argento).

Questo brevissimo riepilogo serve una volta di più a riaffermare i temi dominanti a cui assistiamo sui mercati e perciò l’assenza delle correlazioni classiche, dell’alternanza di dinamiche risk on/ risk off e la grande sensibilità dei prezzi agli sviluppi sul fronte macro.

In questo senso la settimana che si sta aprendo sarà esemplare laddove vi saranno in assoluto i tre appuntamenti più importanti dell’agenda macroeconomica, a partire dal prossimo mercoledì con la riunione del Federal Open Market Committee (FED), il meeting della Banca Centrale Europea di giovedì e i Non Farm Payrolls e il Tasso di Disoccupazione di venerdì. Il primo di questi con ogni probabilità avrà il minore degli effetti, in particolare sul valutario, in quanto l’economia americana ha mostrato qualche segno di rallentamento nei mesi più recenti e appare inverosimile che il massiccio piano di acquisto di asset della Fed di 85 miliardi di dollari al mese (QE3) possa essere rivisto così come i tassi d’interesse resteranno invariati all’interno del corridoio che va dallo 0 allo 0,25%.

Su questo punto molto più incerto è invece l’outlook sulla BCE; la vacillante, o per meglio dire, inesistente ripresa dell’attività economica del Vecchio Continente unita alle tenui aspettative sull’inflazione lasciano presagire ad un possibile taglio del tasso di rifinanziamento di 25 punti base dall’attuale 0,75% allo 0,50% (il tasso di deposito, quello ciò che la BCE remunera alle banche per il parcheggio di liquidità overnight, dovrebbe invece rimanere a zero), taglio che potrebbe essere depressivo per la moneta unica e che potrebbe portare alla violazione dei supporti di medio periodo e potrebbe rappresentare il propellente per una direzionalità al ribasso del cambio principe Eurodollaro.


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Per quanto concerne invece la disoccupazione a stelle e strisce, al di là del dato in sé difficilmente prevedibile, varrà la pena focalizzarsi su un’eventuale ulteriore abbassamento dall’attuale 7,6%, su un dato superiore alle aspettative e una revisione al rialzo per un rafforzamento del green back mentre probabilmente l’allineamento alle aspettative sarà nel breve penalizzante per lo stesso.

Queste perciò le tematiche che ci attenderanno nei prossimi giorni laddove, per riportare l’attenzione sulla giornata di oggi, la chiusura dei mercati in Cina e Giappone ha determinato scarsa liquidità nella riapertura settimanale dei mercati con leggeri movimenti che hanno premiato il dollaro australiano e quello neozelandese, la sterlina e l’euro contro il dollaro americano, e un ulteriore ripiegamento dei cambi yen con il rapporto principale USD/JPY tornato sui livelli di dieci giorni fa.

Nella mattinata seguiremo invece la Fiducia dei Consumatori dell’Eurozona e l’Indice dei Prezzi al Consumo della Germania, ma soprattutto l’apertura dell’indice FTSE MIB (presumibilmente in gap rialzista) dopo la formazione del neo-Governo Letta alla quale seguirà l’asta dei BTP a 5 e 10 anni che potrebbe vedere un ulteriore decremento dei tassi di rendimento.

EUR/USD
La giornata di venerdì non ha certo chiarito la situazione tecnica dell’Eurodollaro ancora intrappolato all’interno di un ragne descrivibile tra l’1,3080 e l’1,2960 e che sembra fare dell’ 1,30 il prezzo di equilibrio e il centro al quale gravitano pressioni in acquisto e vendita. Il leggero gap riaIzista d’apertura è stato già compensato nella notte e i riferimenti restano senza dubbio l’1,3040 che nella mattinata sembra poter fare da supporto per possibili approdi proprio verso l’1,3080, previo superamento della trendline discesista che ben congiunge i massimi più significativi dall’1,31 del 17 Aprile scorso. Dopo ci sarebbe ben chiaro l’1,3120. A rafforzare la valenza del supporto sopracitato la confluenza tecnica delle medie mobili sul grafico orario tutte transitanti proprio in area 1,3030 e ben ancorate sopra il pivot point. Solo un superamento deciso di questa zona condurrebbe il prezzo in area 1,30, soglia psicologica e supporto statico nonché livello di passaggio della trendline rialzista (vedi grafico); eventuali anche se, vista al volatilità, improbabili rotture al ribasso ci riporterebbero proprio in area 1,2960.

USD/JPY
Ulteriore ripiegamento del cambio USD/JPY che si è portato vicino all’area di supporto di 97,20 ed è andato a testare la media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico giornaliero, grafico che ci sta facendo apprezzare una divergenza regolare ribassista con l’oscillatore stocastico sul doppio massimo del prezzo poco sotto la quotazione di 100. In questo senso 96,70 e 96 rappresenterebbero livelli di prezzo verosimili, previe rotture precise del livello citato all’inizio. Sul grafico a 4 ore è possibile osservare la potenziale divergenza inversa rialzista che, con la formazione di un pattern di ritracciamento, potrebbe permettere acquisti suffragati dalla divergenza regolare bullish sul grafico orario per prese di profitto sulla media a 21 in area 98 e ulteriori estensioni a 98,40.

EUR/JPY
Quadro tecnico molto simile al precedente quello sull’euroyen, sul cui grafico giornaliero è in atto la medesima divergenza ribassista che potrebbe trovare nella forte area di supporto (come già avvenuto in prima battuta) di 127 uno scoglio importante; al di sotto potrebbero aprirsi infatti possibilità di break veloci almeno verso il 126. Sul grafico orario è in sviluppo un’ottima divergenza regolare rialzista tra prezzo e oscillatore stocastico in grado di andare a target a 127,90 e 128. 128,80 il più importante livello di resistenza.

GBP/USD
Ottimo ancora rialzo del cable, rialzo auspicabile da qualche giorno sulla tenuta del supporto dinamico che compone il canale rialzista disegnato dai minimi a 1,48. Il target del ritracciamento al 38,2% di Fibonacci del trend discesista (1,63 – 1,48) passante per 1,54 è stato perfettamente raggiunto e superato. Il livello di 1,5550 è ora il prossimo d’interesse che precede l’1,56, 50% di Fibonacci nonché transito del livello dinamico che compone il canale rialzista. Nel breve vale la pena di seguire con grande attenzione la media mobile a 21 del grafico orario, ottima nei retest del prezzo di questo trend al rialzo come quello che potrebbe avvenire sul supporto a 1,55. Superamenti al ribasso vedrebbero in 1,5470 e 1,5440 i livelli di maggiore importanza.

AUD/USD
Price action, come dicevamo la settimana scorsa, ancora confusa sull’australiano sul cui grafico daily è possibile apprezzare una divergenza inversa rialzista che potrebbe guidare l’ascesa del prezzo verso l’1,04, come già dimostrato da questa partenza estremamente tonica a dispetto delle aspettative su possibili tagli dei tassi da parte della Reserve Bank of Australia . 1,0340 il prossimo punto di approdo che, se rotto, porterebbe al famoso livello di 1,0390 (area 1,04). 1,03 il supporto, seguito da 1,0370.

Davide Marone
DailyFX Analyst




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