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Pubblicato 14.01.2013, 08:49
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Super euro

L’euro sembra essere la moneta voluta da tutti in questi giorni. Dopo la rottura delle resistenze poste intorno a 1.3150 (come vedremo nella sezione tecnica) è cominciata una salita che ha portato la moneta unica a toccare quota 1.3400 nella notte e che si è rivelata molto ordinata da un punto di vista tecnico.

Il forte boost al movimento è arrivato venerdì pomeriggio, dopo l’esito dei risultati delle aste dei titoli italiani pluriennali: sono stati infatti collocati tutti i 3.5 miliardi di btp a 3 anni, a tassi che rispetto al 2.50% precedente sembrano far tirare un respiro di sollievo pre-elezioni.

Si tratta di un buon 1.85%, con un bid to cover ratio in miglioramento da 1.36 a 1.45. Collocati anche 1.5 miliardi di CCT, scadenza 2017, con le tranche relative a giugno che hanno registrato tassi al 2.17%, mentre per quanto riguarda le scadenze di ottobre gli investitori hanno spuntato un 2.34%.

Lo spread ha avuto senza dubbio un beneficio da tutto ciò ed è arrivato a scendere sotto i 250 punti, riuscendo a cogliere l’attenzione anche della popolazione comune, visti i discorsi uditi durante il week end.

L’entusiasmo di inizio anno mostrato nei confronti della moneta unica ha provato ad essere ridimensionato da parte di Olli Rhen, commissario degli affari economici, che ha contraddetto il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi circa le prospettive di ripresa economica.

Secondo lui infatti, bisognerà attendere il 2014 prima di vedere qualsiasi segno di ripresa a differenza di quanto proferito e sostenuto da parte di Draghi durante la conferenza stampa post decisione sui tassi, dove si è parlato di rischi al ribasso per la crescita, con prospettive una ripresa graduale dopo una fase di normalizzazione della situazione.

Queste parole, evidentemente, non sono state ascoltate dai mercati che hanno spinto l’euro sui livelli visti, non tanto a causa del livello di autorevolezza della fonte, quanto a causa del fatto che gli investitori sono alla ricerca di rendimenti positivi e remunerativi sul brave periodo, e fino a quando c’è la possibilità di cavalcare eventuali rally o mini rally, i risultati li abbiamo visti.

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Anche le borse si stanno muovendo bene, con segni positivi sulla maggior parte delle piazze, mentre l’unico neo arriva dall’inflazione cinese, al 2.5% contro un precedente di 2.0% e attese pari a 2.3% che secondo qualche analista potrebbe andare ad influenzare in maniera negativa eventuali misure di stimolo che potrebbero essere ridimensionate, ma a parte questo il momentum dei mercati sembra essere buono.

Dal punto di vista delle pubblicazioni macro oggi la giornata risulta essere molto tranquilla, il che dopo i forti movimenti visti sul finire di settimana non può che essere un bene in quanto ci verrà fornita la possibilità di capire dove saranno convogliati i flussi di capitali degli investitori che, come vediamo, sono sempre più attenti ai livelli tecnici di attenzione, che ora andremo ad esaminare.

EUR/USD
L’euro dal punto di vista tecnico ha mostrato una price action di una precisione spaventosa, se guardiamo un grafico orario. La formazione della congestione a rettangolo vista durante la notte di giovedì scorso è stata propedeutica al posizionamento di ordini (o comunque alla valutazione dei livelli tecnici) che permettevano un’operatività su due lati, come spesso cerchiamo di operare. La tenuta della media mobile a 21 periodi ed il mancato ritorno sotto 1.3210 hanno portato alla rottura sia di 1.3300 che di 1.3325, andando così a confermare la voglia di provare nuovi massimi, che infine sono arrivati. Ci troviamo ora in correzione, con il mercato che potrebbe tentare dei ritorni verso 1.3350, ma che vede già in 1.3365 i primi supporti statici/dinamici, dati da punti precedenti e dalla EMA21. Occorre vedere un ritorno sotto 1.3330 per pensare a delle correzioni significative che potrebbero mostrare i propri traget in 1.3280, altrimenti la strada potrebbe essere quella di nuovi tentativi rialzisti, che una volta oltrepassato 1.3415 potrebbero divenire definitivi e puntare a 1.3460.

USD/JPY
Perfetta la tenuta di 88.75, che ha scongiurato tentativi di discesa verso 88.40 e che ha fatto si che si provasse la formazione di nuovi massimi, che però non hanno ancora raggiunto i livelli intorno a 90 figura. La media a 21 oraria sta tenendo molto bene ed ora è possibile prestare attenzione a 89.35, data dai punti di massimo precedenti e dal passaggio dell’indicatore, dove è possibile valutare acquisti di dollaro che potrebbero essere propedeutici al raggiungimento di quel 90 che aspettiamo da venerdì mattina. Teniamo conto che in caso di ripiegamento sotto 89.25 il mercato potrebbe avere la forza di tentare correzioni più importanti, che comunque non vediamo sotto 88.75.

EUR/JPY
Molto buona anche l’operatività su EurJpy che suggeriva spunti rialzisti in caso di tenuta dei livelli di supporto a 117.65 (livelli cercati sulle correzioni di venerdì mattina). La rottura a rialzo di 118.25 ha portato al raggiungimento di 119.10. livello dove si è formato una breve congestione che, grazie ai movimenti visti su EurUsd e UsdJpy ha ben presto lasciato spazio al raggiungimento di 120.00. Qui, come sull’euro, ci sono possibilità di assistere a tentativi di correzione che potrebbero fermarsi ben sopra 119, a 119.35, livello di supporto statico e dinamico osservabile su un grafico orario. Qui è possibile valutare acquisti di moneta unica, con primi target sui massimi e possibili estensioni verso 120.80 in caso di rottura di 120.25. Dovessero saltare i supporti a 119.25, non ci aspettiamo approfondimenti oltre 118.80.

GBP/USD
La price action della sterlina risulta essere ancora molto confusa. L’individuazione dei livelli tecnici di attenzione risulta essere abbastanza difficile e questo ci porta a spostare la nostra attenzione su grafici a 4 ore anziché orari. Vale la pena di aspettare l’arrivo sui punti di confine dell’ultima congestione prima di valutare qualsiasi tipo di operatività. Ci riferiamo a 1.6090 e 1.6180, dove potremmo assistere a tentativi di rottura nell’ordine dei 30/40 punti.

AUD/USD
Molto buona anche l’operatività sull’australiano, che dopo la rottura di 1.0560 ha portato al raggiungimento di 1.0525 senza raggiungere il trigger per valutare eventuali short a 1.0520. Abbiamo visto un rimbalzo fino a 1.0560, livello che si è trasformato in resistenza e che fornisce buone opportunità dal punto di vista del risk reward per vendere australiani con target verso i minimi, sui quali possiamo valutare eventuali rotture su nuovi tentativi di rottura di 1.0520.

Matteo Paganini
Senior Analyst FXCM

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