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Morning adviser

Pubblicato 30.01.2013, 09:25
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Attesa per il FOMC

S&P500 e Dow Jones che formano nuovi massimi e Nasdaq che consolida. EurUsd vicino alla rottura di 1.3500 e yen ancora in lieve indebolimento.

Questo il quadro formatosi prima della riunione del braccio di politica monetaria della Federal Reserve, che questa sera ci comunicherà le proprie intenzioni su tassi e programma di allentamento monetario.

Seppur le aspettative di qualche analista cominciano a spostarsi verso potenziali mosse durante il corso dell’anno da parte di Bernanke e del suo team, quelle relative all’incontro di oggi risultano essere ben ancorate.

Tassi fermi tra 0% e 0.25% (con tassi reali overnight, utili per le valutazioni di posizionamenti multiday sul dollaro, che si muovono intorno allo 0.15-0.16%) e la prosecuzione del programma di acquisto di asset, arrivato a oltre 1 miliardo di dollari, al ritmo di 85 miliardi al mese.

Una decisione del genere potrebbe rivelarsi addirittura supportiva per i mercati e per il rischio in generale in quanto, secondo nessuno o quasi siamo pronti ad assistere a modifiche di rotta in un momento delicato come questo.

Nel caso in cui, all’interno delle minute, dovesse risultare la volontà di qualche membro di intervenire sui tassi prima delle scadenze prestabilite, questo potrebbe aiutare ad assistere ad una rottura rialzista per l’eurodollaro.

Fase storico-economica che si può definire, pur non essendo ancora riuscita a scalare la classifica di attenzione dei media, soprattutto economici, di guerra valutaria.

Se ben ci ragioniamo infatti, America, Gran Bretagna ed in ultimo il Giappone, stanno procedendo con approcci monetari espansivi al fine di andare ad accaparrarsi fette di domanda aggregata estera a fronte della mancanza, o meglio, della fragilità, della domanda interna, messa in ginocchio e congelata dall’intera spirale recessionistica innescatasi in questi anni, partita dalla rigidità del mercato del credito.

L’ultimo top player di queste strategie ha comunicato durante la notte di voler raggiungere un Pil pari al 2.5% nel 2013 e 2014, andando a rafforzare il basket di informazioni dirette date in pasto ai mercati, come a voler convincere ulteriormente che non si sta scherzando.



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Se aggiungiamo anche la Cina, che mantiene lo yuan svalutato e che fino a quando i livelli di pagamenti internazionali (i più ingenti riguardano il commercio di petrolio con la Russia) non andranno ad incrementarsi, sarà difficile vedere la volontà di lasciarlo rafforzare, il dipinto è abbastanza concreto e lascia, a nostro parere, poco spazio all’immaginazione. L’Europa in tutto questo continua a perseguire la strada dell’austerity, e questo, paradossalmente, potrebbe risultare supportivo per la valuta unica, rendendolo insieme alle commodity currencies (ora che le correlazioni di risk on e risk off non funzionano, esse potrebbero reagire bene a dati macro positivi, come successo in Nuova Zelanda ieri notte) in posizione di forza relativa contro le altre valute. Oggi assisteremo anche l’asta di BTP a 5 e 10 anni per un importo pari a 6.5 miliardi e con il Ftse Mib vicino ai 18,000 punti e lo spread intorno a 250 punti base sarà interessante seguirlo, le aspettative vedono un pieno collocamento ed un bid to cover superiore rispetto all’emissione precedente. Ultimo flash sui mercati asiatici, con un Nikkei in grande spolvero dopo la pubblicazione delle vendite al dettaglio superiori alle aspettative, in territorio positivo dello 0.4%.

EUR/USD
La volatilità sull’eurodollaro è arrivata, dopo un tentativo di rottura ribassista che ha superato 1.3340, arrivando a 1.3425 ma che quando ha oltrepassato questo livello, non è riuscita a raggiungere l’importante area di supporto individuata tra 1.3390 e 1.3400, fermandosi sui minimi di congestione dopo lo strappo rialzista dell’altro giorno e sulla media a 100 periodi. Dopo la ripartenza, sulla rottura di 1.3365 siamo arrivati a 1.3485 e qui, la rottura verso 1.3500 c’è stata. Operatività dunque difficile ma gestibile dal punto di vista del rischio, in attesa che si decida di effettuare una rottura dei livelli tecnici più importanti, che come abbiamo visto sulle major, funzionano in maniera migliore. Nel caso in cui dovessimo tornare sotto 1.3365 crediamo che il mercato possa tentare ritorno verso 1.3430, mentre ribadiamo l’importanza dell’area tra 1.3500 e 1.3530 che potrebbe attirare i prezzi e che se superata, potrebbe portare a decise accelerazioni.

USD/JPY
Il UsdJpy ha rotto, seppur in maniera lieve e mantenendosi ancora sotto i livelli di massimo precedenti fatti segnare dal mercato, la linea di resistenza dinamica che individuava il limite superiore della bandiera rialzista individuata. L’operatività non risulta facilmente interpretabile, fino a quando non dovessimo superare i livelli di 90.30 o di 91.30 e possiamo ipotizzare l’importanza dei punti intermedi di 91.10 e 90.65 per tentare (per chi avesse una propensione al rischio maggiore) di prendere rotture verso i livelli principali.

EUR/JPY
Anche sull’EurJpy è avvenuta la rottura a rialzo della bandiera rialzista e qui sono stati raggiunti i massimi precedenti sotto 123.00. Rotture dei massimi possono portare all’area vischiosa trra 123.10 e 123.30, mentre per assistere a discese occorrerebbe ripiegare sotto 122.40 (per un’operatività di breve) e sotto 122.00 per chi vuole avere maggior probabilità di assistere ad un movimento di approfondimento, essendo il mercto tornato sotto il prolungamento della linea di resistenza dinamica rotta ieri, che ora potrebbe funzionare da supporto.

GBP/USD
Di difficile interpretazione i livelli sulla sterlina inglese. Per essere precisi, i livelli intorno ai quali gli ordini sono posizionati e che fanno innescare aumenti di volatilità bene o male hanno funzionato, il problema è stato che su tutti i tentativi di rottura, da una parte o dall’altra, si sono innescate battaglie tra compratori e venditori che sono state in grado di provocare repentini cambiamenti di direzione di brevissimo periodo, che hanno potuto creare dei problemi a chi ha lavorato con stop stretti, per poi assistere al raggiungimento dei punti precedenti. Questo ci fa propendere per spostare l’orizzonte di analisi sulle 4 ore, dove possiamo tentare di evitare questi problemi. Per chi fosse più aggressivo, l’analisi dei breakout potrebbe suggerire il livello di 1.5780 per 1.5805, che diventa il punto principale da seguire sul 4 ore, insieme a 1.5830. Questa l’area di resistenza da passare per vedere tentativi verso 1.5880, mentre in caso di tenuta delle resistenze, potremmo assistere a discese verso 1.5700. Se non dovessero esserci tentativi di rottura rialzisti, un superamento a ribasso di 1.5715 èpotrebbe dare il la a tentativi di nuovi minimi.

AUD/USD
I livelli di attenzione da seguire sull’australiano risultano essere simili a quelli di ieri. Ci troviamo infatti all’interno dell’area di resistenza individuata ieri, tra la media a 100 oraria e 1.0475, dato da punti precedenti, con il mercato che è stato in grado di compiere minimi crescenti, senza segnare nuovi massimi, il che sta determinando una contrazione di volatilità che potrebbe sfociare in rotture. Sopra i massimi possiamo tentare dei raggiungimenti di 1.0500/0520, mentre per assistere a discese, crediamo che sia importante dover superare 1.0450.

Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst




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