Nuove spinte rialziste per il Nickel. Massimi da due anni per le quotazioni di questo metallo che ha superato di slancio la resistenza posta in quota 20 mila dollari la tonnellata in scia della decisione annunciata dal colosso minerario brasiliano Vale di fermare la produzione nella miniera di Goro, in Nuova Caledonia.
Il blocco, causato dalla fuoriuscita di sostanze chimiche, in condizioni normali sarebbe passato in secondo piano ma in un contesto già caratterizzato dal blocco delle esportazioni di metalli non lavorati decretato dall’esecutivo indonesiano ha spinto le quotazioni sulla borsa metalli londinese (London metal exchange) in quota 20.500 dollari la tonnellata. Da inizio anno il nickel ha fatto registrare la performance migliore al Lme mettendo a segno un sorprendente +46%.
Qualche giorno fa cattive notizie per l’offerta di nickel erano arrivate da Glencore Xstrata che ha annunciato che nei primi tre mesi dell’anno nella miniera di Koniambo, sempre in Nuova Caledonia, sono state prodotte appena mille tonnellate. Inizialmente l’output per l’anno corrente di Koniambo era stato fissato a 26 mila tonnellate.
La situazione potrebbe aggravarsi in caso di sanzioni nei confronti della Russia che potrebbero ridurre o addirittura azzerare il nickel messo sul mercato da Norilsk Nickel, il maggior produttore mondiale di questo metallo.