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Non potete contare sui regolatori bancari per proteggere il vostro denaro

Pubblicato 22.04.2024, 12:59

Di recente, nella comunità degli investitori è arrivata una notizia piuttosto strana e i media finanziari in realtà non ne stanno parlando. Penso che il motivo per cui non ne stanno parlando sia perché riguarda una questione complessa che coinvolge i regolatori bancari, e che va oltre la capacità di comprensione dell’investitore medio. Ma proveremo a spiegarla.

Secondo il Financial Times, la FINMA, l’ente regolatore finanziario elvetico, avrebbe bloccato la divulgazione di documenti chiave agli ex possessori degli AT1 di Credit Suisse, che stanno facendo causa alla FINMA per la svalutazione degli stessi. Questa svalutazione diretta non rientrava nell’ordine di priorità pubblicato per i detentori di debito/equity. Chiaramente, questo ha influenzato il valore degli investimenti degli ex detentori di AT1 di CS. E, secondo noi, la mossa dell’ente regolatore potrebbe aver ulteriormente minato la fiducia nei regolatori bancari globali.

Ma ripercorriamo la vicenda. La banca ha pubblicato il suo report annuale 2022 il 14 marzo 2023, notando di aver scoperto un importante errore nelle sue pratiche di rendicontazione che aumentava la possibilità di rischi di inesattezze. Il presidente della Banca Nazionale Saudita, importante azionista di CS, ha rinunciato a qualsiasi ulteriore aumento della partecipazione della banca il giorno dopo. Il prezzo delle azioni della banca di conseguenza è sceso ancora e il Dipartimento del Tesoro USA ha iniziato a esaminare l’esposizione del settore finanziario a CS. Almeno quattro grandi banche avrebbero limitato le transazioni con CS. La banca francese BNP Paribas (OTC:BNPQY) ha informato i clienti che non avrebbe più accettato richieste di rilevare i loro contratti derivati con CS come controparte. Il 19 marzo 2023, UBS Group AG (NYSE:UBS) ha annunciato l’intenzione di acquisire CS.

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La FINMA ha poi ordinato a CS di svalutare tutti gli strumenti AT1 della banca (17 miliardi di dollari), mentre gli azionisti ricevevano i pagamenti derivanti dall’accordo con UBS. Secondo molti esperti legali, questa decisione chiaramente contraddiceva le norme sulla supervisione bancaria globale, create dopo la Grande Crisi Finanziaria del 2007-2009 per evitare importanti crisi bancarie.

In base alle norme sulla supervisione globale bancaria di Basilea, il capitale regolamentare totale disponibile di una banca è la somma di due elementi: capitale di base (Tier 1), che comprende il capitale comune di classe 1 (CET1) e il capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1), e capitale di classe 2 (Tier 2).

Tier 1 and Tier 2 Capital

Fonte: FINMA

La norma di Basilea dice chiaramente che il CET1 assorbe le perdite immediatamente quando si verificano e solo dopo che il capitale AT1 è stato convertito in azioni. Tuttavia, questa non è stata la priorità d’azione indicata dalla FINMA a CS, in quanto ha ordinato a CS di svalutare il capitale AT1 invece di convertirlo in azioni.

Di conseguenza, i detentori di AT1 di CS hanno presentato richieste di risarcimento per 9 miliardi di dollari (l’importo della svalutazione). La causa individuava tre obiettivi legali: la FINMA, il governo elvetico e UBS, con la FINMA come principale obiettivo. Gli investitori hanno richiesto la divulgazione dei documenti che hanno portato alla decisione della FINMA di svalutare gli AT1. Tuttavia, il regolatore elvetico ha commesso quella che qualcuno ritiene una mossa ridicola e ha bloccato la divulgazione. Il FT cita il motivo di questa decisione, riportato nella lettera della FINMA:

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“La trasmissione di documenti procedurali confidenziali al querelante potrebbe compromettere in modo permanente la fiducia degli assoggettati alla Finma nella riservatezza delle informazioni che essi condividono con la Finma e quindi compromettere seriamente le attività di vigilanza della Finma... Ciò aumenterebbe notevolmente il rischio di una circolazione incontrollata dei documenti procedurali e che questi documenti vengano utilizzati contro la Confederazione svizzera o la banca (Credit Suisse) in procedimenti arbitrali e civili, aggirando le regole procedurali applicabili ai procedimenti civili”.

Ed ecco la dichiarazione di uno dei querelanti riportata dal FT:

“Sarebbe uno scherzo in qualunque Paese civilizzato, ma alle autorità elvetiche sembrano piacere queste tattiche di frustrazione meschine”.

Morale della favola

Secondo noi, la decisione della FINMA è un altro avvertimento per coloro che si affidano alla protezione della FDIC e per coloro che credono che le grandi banche statunitensi saranno salvate dall’ente regolatore quando scoppierà la prossima crisi finanziaria. Non fate errori: i regolatori possono prendere qualunque decisione in un contesto di crisi e lo faranno, anche le più inaspettate e bizzarre, che spesso possono andare a vantaggio della loro posizione piuttosto che di quella di coloro che sono destinati a proteggere.

Quindi, il modo migliore di procedere per gli investitori è trovare le banche più sicure possibili. A tale scopo, voglio ricordarvi che abbiamo analizzato molte grandi banche nei nostri articoli. Ma vi avverto: la sostanza delle analisi non promette bene per il futuro delle grandi banche negli Stati Uniti.

Inoltre, se credete che i problemi bancari siano stati risolti, mi dispiace informarvi che probabilmente avete visto solo la punta dell’iceberg. In un nostro articolo avevamo identificato i motivi esatti che hanno portato al fallimento di SVB molto prima che venissero presi in considerazione. E posso assicurarvi che non sono stati risolti. È solo questione di tempo.

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In fondo, parliamo di proteggere il denaro che vi siete sudati. Pertanto, è bene che vi impegnate nella due diligence riguardo alle banche che al momento custodiscono i vostri soldi.

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